Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 27 Marzo 2021

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La celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, che ci introduce nei riti della Grande Settimana, la Settimana Santa, รจ sempre un momento particolarmente sentito dalla comunitร  cristiana. Cโ€™รจ un richiamo particolare per il popolo di Dio, infatti, spesso anche chi non partecipa abitualmente alla celebrazione domenicale, in questa occasione cerca di esserci. Forse perchรฉ il gesto della benedizione dei rami di ulivo e di palma, che assume una fisionomia plastica dellโ€™episodio evangelico rievocato, aiuta a sentirsi partecipi degli eventi pasquali, o forse perchรฉ semplicemente รจ un modo di lavare la propria coscienza, pensando di ricevere una piรน o meno desiderata benedizione. Qualunque sia la motivazione che ci spinge a partecipare, questo momento diventa importante per vivere il nostro incontro con Gesรน. Seguendo proprio la struttura della liturgia odierna, vorrei soffermarmi su due aspetti: il significato dellโ€™ingresso di Gesรน a Gerusalemme e un focus su tre dei personaggi della Passione di Marco.

  1. Gesรน entra in Gerusalemme
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Nei Vangeli sinottici la salita di Gesรน a Gerusalemme รจ descritta come il momento culminante della sua vita e missione, perchรฉ รจ lรฌ che Lui offrirร  la sua vita al Padre per salvare lโ€™umanitร . Lโ€™ingresso a Gerusalemme, tuttavia, rappresenta anche il desiderio che Dio ha, in Cristo Gesรน, di andare sempre di nuovo incontro allโ€™uomo. Cristo visita la cittร , la metropoli, il luogo abitato dalla quotidianitร  dellโ€™uomo. Non รจ un caso, dunque, che proprio lรฌ, Cristo abbia deciso di portare a compimento la sua missione. La rievocazione dellโ€™ingresso solenne a Gerusalemme, allora, ci ricorda un elemento vero anche per noi oggi: Dio vuole essere ancora presente, entrare nella vita dellโ€™uomo e dellโ€™uomo contemporaneo, quello concreto che รจ sempre tentato dal voler fare a meno di Lui. Qualche decennio fa, con grande luciditร , il Card. Giacomo Biffi, scriveva: โ€œQuando ascoltiamo qualcuno che fieramente e ostinatamente dice ยซNรฉ Dio, nรฉ padroniยป, non possiamo nascondere lโ€™ammirazione per tanta chiarezza di propositi e tanto candore di sentimenti. Ma ci stringe il cuore anche lโ€™immancabile previsione: chi enuncia questo programma diventa o presto o tardi intollerante adoratore di qualche idolo e, senza volerlo, invoca lโ€™avvento di qualche burattinaio, che non tarderร  a comparireโ€ (G. Biffi, Contro Mastro Ciliegia, 78). Lโ€™ingresso di Gesรน a Gerusalemme, diviene per noi una provocazione a chiederci: Tornerร  Dio ad abitare il cuore dellโ€™uomo contemporaneo? Ritornerรฒ anchโ€™io a programmare la mia vita con Lui? Se Dio potrร  operare in noi e con noi, Egli stesso aprirร  a noi la strada della Nuova Gerusalemme. Se Dio viene escluso dalla nostra vita, cambiano le nostre prioritร  e i desideri del cielo finiscono per diventare solo terreni.

2. Tre personaggi della Passione secondo Marco: Gesรน, il giovanetto nudo e il centurione

โ€“ Gesรน prima di entrare nel momento decisivo dellโ€™offerta della propria vita, con la sua umanitร , dice lโ€™Evangelista, โ€œcominciรฒ a provare tristezza e angosciaโ€ (Mc 26,37). Vive un momento di profondo dialogo con il Padre. La sua volontร  umana accetta e manifesta il suo โ€œSiโ€ al Padre. Ma in questo momento di grande prova, i suoi discepoli addormentati non sono capaci di vegliare. Il peso della stanchezza e del sonno li opprime. Il Maestro e Signore sta per entrare nellโ€™ora decisiva e coloro che sono stati destinatari dellโ€™amore della prima ora, i chiamati, gli eletti a stare con lui sono distratti, superficiali. Gesรน li esorta a vegliare, pregare, ma sembra che il suo invito sia destinato a rimanere inascoltato. Si tratta di un invito che, con la meditazione della sua Passione, Gesรน rinnova anche a noi, societร  distratta e addormentata, trascinata dal ritmo quotidiano, in perenne corsa: apparentemente siamo โ€œsuper svegliโ€, ma in realtร  siamo addormentati e distratti. Solo svegliandoci da questo assopimento spirituale, rimettendoci in ascolto dellโ€™invito di Gesรน con la preghiera e la vigilanza, potremo essere pronti ad affrontare le prove della nostra vita e della nostra fede. โ€œAlzatevi, andiamo!โ€ (26,45), รจ lโ€™invito anche per noi!

โ€“ โ€œAllora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva perรฒ un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggรฌ via nudoโ€ (Mc 14,50-52). Secondo alcuni studiosi, il particolare del giovanetto che fugge via nudo dal Getsemani, sarebbe la firma dellโ€™evangelista Marco, discepolo di San Pietro e appartenente ad una famiglia molto vicina a lui. Questo dettaglio, perรฒ, oltre al possibile elemento autobiografico dellโ€™evangelista, conserva anche unโ€™altra interessante suggestione: egli รจ simbolo dello stesso Cristo, spogliato del corpo, della propria umanitร  sulla croce, per essere rivestito della gloria della risurrezione. Questa immagine profetica del ragazzo, collegato al mistero pasquale di Gesรน, trova un ulteriore collegamento con il primo annunciatore della Pasqua, un altro giovinetto, che si trova nel racconto della Resurrezione. Ciรฒ dice qualcosa di importante anche a noi: soltanto nel momento piรน basso di spoliazione, quando viene privato della sua umanitร  mediante lโ€™ignominia della morte, Gesรน manifesta pienamente la sua divinitร . Nessuno potrร  afferrarlo, neppure la morte: potrร  strappargli la vita umana, il suo rivestimento esteriore, ma mai la sua divinitร . Uno studioso della Bibbia, ha parlato a questo proposito di โ€œnuditร  necessariaโ€ (Cfr. G. Perego, ย La nuditร  necessaria. Il ruolo del giovane di Mc. 14, 51-52 nel racconto marciano della passione-morte-risurrezione di Gesรน, 2000). Solo spogliandosi delle nostre certezze, delle false impressioni, dei pregiudizi che ci bloccano, possiamo riconoscere e accogliere Cristo nella nostra vita.

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โ€“ Altra figura emblematica รจ quella del centurione. A lui, la tradizione ha dato anche un nome, quello di Longino. Marco affida proprio a questo pagano, a servizio del potere romano, la prerogativa di svelare il cosiddetto โ€œsegreto messianicoโ€ del suo Vangelo. Come sappiamo, in molte pagine Gesรน chiede di non svelare la sua identitร , specialmente dopo i miracoli e i prodigi. Solo adesso, reso โ€œimpotenteโ€ sulla croce dalla morte, Gesรน non impedisce piรน di svelare la propria identitร . Dice il Vangelo: โ€œIl centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse โ€˜Davvero questโ€™uomo era figlio di Dioโ€™โ€ (Mc 27,39). รˆ la prima professione di fede nella Pasqua di Gesรน. La Croce non รจ morte, ma vita. La sofferenza e la morte non hanno lโ€™ultima parola, ma Gesรน ci apre una nuova chiave interpretativa. Il mistero del dolore, della sofferenza e della morte dellโ€™uomo, non รจ piรน privo di senso, ma Dio ha deciso di abitare anche quello in Cristo. Questo segreto รจ svelato a tutti noi!

San Leone Magno, commentando la Crocifissione di Gesรน, dice: โ€œA nessuno, anche se debole e inerme, รจ negata la vittoria della croce, e non vโ€™รจ uomo al quale non rechi soccorso la mediazione di Cristo. Se giovรฒ a molti che infierivano contro di lui, quanto maggiore beneficio apporterร  a coloro che a lui si rivolgono!โ€ (San Leone Magno, Discorso 15, 3).


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