Amare le tenebre o la luce?
La figura di Nicodemo, membro di spicco del sinedrio, viene presentado dallโEvangelista Giovanni come uno degli interlocutori di Gesรน. ร un israelita formato, ben coinvolto nella vita religiosa del popolo dellโAlleanza. Il Maestro di Nazaret lo ha incuriosito, per questo Nicodemo desidera incontrarlo, di notte, senza dare nellโocchio, come ci ricorda lโinizio del capitolo III del Vangelo di Giovanni, da cui รจ tratto il brano di questa domenica. Tale dettaglio ci invita ad una prima riflessione: lโincontro con Gesรน puรฒ avvenire in un modo discreto, a volte perfino nascosto, ma se scaturisce da un vero desiderio del cuore, rimane sempre lโoccasione della nostra vita. La rivelazione di sรจ che il Maestro offre a questa alta personalitร di Israele, dona immensa luce sul suo mistero.
Gesรน annuncia la sua Pasqua di morte e resurrezione, โlโora della gloriaโ secondo la teologia giovannea, attraverso lโimmagine dellโinnalzamento. Lo sfondo biblico a cui Gesรน si riferisce รจ lโepisodio del serpente di rame, raccontato nel capitolo 21 del libro dei Numeri: il popolo di Israele, nonostante la vittoria in guerra, mormora contro Dio e si lamenta di essere ancora nel deserto. Per purificare e correggere il suo popolo, Dio manda dei serpenti velenosi che fanno morire molti Israeliti. Il popolo, riconoscendo lโerrore, si pente e chiede aiuto a Mosรจ. Dio stesso istruisce la guida a forgiare un serpente di rame da porre sopra unโasta visibile da tutto lโaccampamento e invita il popolo a guardare quel serpente: chiunque lo guardasse, sarebbe stato salvato dal veleno mortifero dei serpenti.
Gesรน, con la sua croce, viene rappresentato come il nuovo โfarmacoโ contro i morsi mortiferi del maligno, perchรจ credendo in Lui, si ottiene il dono della vita eterna. Egli, infatti, non vuole punire, condannare o distruggere lโumanitร , ma come giร nellโAntico Testamento Dio aveva dato al suo popolo un rimedio contro la morte, cosรฌ e ancora di piรน nella nuova Alleanza, Gesรน conferma di essere venuto a portare la vita al mondo, non la condanna. Questo messaggio di speranza cosรฌ attuale per noi, ci invita a rileggere il cristianesimo come un dono di grazia e di salvezza, superando la terribile tentazione di ridurlo ad un insieme di precetti e di condanne, che si presentano come unโinsormontabile valanga di โnoโ alla vita! Cristo non รจ venuto a caricare lโumanitร con una morale opprimente, pedante e insopportabile, quanto invece a rivelare lโamore di Dio, che vuole la piena realizzazione delle sue creature. Tuttavia, questo invito alla fede, cioรจ ad una relazione profonda e significativa con la sua Persona, rimane sempre nella libera disponibilitร di ciascuno.
Chi lo accoglie e lo sceglie eredita la vita eterna, chi invece lo rifiuta e vi rimane indifferente, da sรจ stesso sceglie la morte. Giovanni aveva giร anticipato nel Prologo del suo Vangelo il rischio del rifiuto: โEra nel mondo e il mondo รจ stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accoltoโ (Gv 1,10-11). Anche di fronte al mistero della sua Pasqua, segno dellโamore infinito verso lโumanitร , resta forte il rischio di preferire le tenebre alla luce. Pensando alla nostra vita, si puรฒ vedere come a volte sia evidente la scelta delle tenebre al posto della luce con azioni e decisioni apertamente contro Dio e il Vangelo, altre volte, invece, si nota come questo accada in modo piรน discreto e nebuloso nelle innumerevoli tonalitร di grigio dei nostri desideri, dei nostri pensieri e delle nostre azioni.
La Quaresima, come tempo penitenziale, diventa per noi occasione propizia per scegliere sempre di nuovo la luce, camminando verso la Veritร , che non รจ per noi un concetto astratto, ma รจ la persona vivente di Cristo. Rimanendo con Lui e agendo nella sua amicizia, la nostra vita si trasfigura nella sua.
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