Commento al Vangelo di domenica 7 Luglio 2019 – d. Giacomo Falco Brini

DIO NON CI FERMA, CI MANDA

Il Signore Gesù ha affidato la sua missione alla chiesa. Non è riservata a chi nel suo seno riveste un ministero gerarchico (che è pur sempre solo un servizio): tutti i credenti, in quanto amati, sono chiamati; e come tali hanno un compito, rivestiti dallo Spirito Santo dei doni necessari per compierlo. Luca ci tiene molto a sottolinearlo, infatti è l’unico dei sinottici a riportare la missione in cui Gesù sceglie 72 discepoli. Basterebbe questa semplice considerazione per concludere che la chiesa è un popolo peregrinante di gente inviata. La chiesa è missione, è per sua natura missione! Non so in quanti documenti magisteriali ho trovato ribadita questa verità. Sono innumerevoli. So invece quanto cammino deve compiere ancora la chiesa nei suoi figli e nelle sue strutture per convincersene e convertirsi. La fatica di papa Francesco con la sua esortazione Evangelii Gaudium ad essere accolto nelle scelte pastorali di una larga parte della chiesa, lo dimostra ampiamente.

Li inviò a due a due, acquarello di Maria Cavazzini Fortini, luglio 2019

Un’occhiata a quanto ci chiede il Signore come chiesa in stato di missione. Sembra che Lui sia più preoccupato del come i discepoli dovranno annunciare, piuttosto che del contenuto da annunciare. Li inviò due a due (Lc 10,1): questo è il “setting”, l’atmosfera che i discepoli devono sempre creare e ricreare nel loro andare. Significa che tutto quanto annunceranno sarà credibile solo e soltanto in una relazione fraterna visibile e tangibile, aperta a far entrare in essa chiunque accolga l’annuncio. Ma il nostro apostolato oggi, qualunque esso sia e dovunque sia chiamato a realizzarsi, manifesta questo clima relazionale? Pregate (Lc 10,2): la missione è più grande della nostra esistenza, abbraccia una storia più grande delle nostre capacità di comprenderla, ha una portata ben più grande dei nostri numeri. La missione sgorga dal Padre, ed è al Padre dunque che bisogna sempre rivolgersi per non sentirci indispensabili e per vivere bene, nella fede, il “gap” che si avvertirà sempre tra quello che facciamo e quello di cui c’è bisogno. Nei miei primi anni di missione in Perù, questa è stata una lezione durissima. La missione dunque nasce dalla preghiera e nella preghiera bisogna sempre riportarla.

Andate, vi mando come agnelli in mezzo a lupi (Lc 10,3): un invito preciso di Gesù ad accettare il suo stile di vita. Il pastore fu attorniato da lupi, ma non ne condivise mai il modo di vivere. Visse fino alla fine come un agnello. Thomas Hobbes ti dice “homo homini lupus”: non ti da speranza e ti ferma. Gesù invece ti dice che puoi vivere lo stesso, ma non da lupo: e ti invia agli altri ricordandoti che hai ricevuto il suo stesso Spirito. Questo ti da speranza. Perché nel mondo, se è vero che si incroceranno lupi approfittatori (Lc 10,10-11), è anche vero che si incontreranno uomini di pace (Lc 10,5-6). Ai discepoli missionari la gioia e la pace di essere portatori di una messaggio pieno di vita che, in ogni caso, sia nel rifiuto che nell’accoglienza, sarà l’unico tesoro che mai si allontanerà da essi. Se il discepolo ne è consapevole, allora è in grado di comprendere anche la strana raccomandazione del Signore che riguarda borsa, sacca, sandali e saluti per la strada (Lc 10,4). Può il Signore comandare di non avere un bel niente, nemmeno di che calzare per il cammino? Può comandare di togliere il saluto alle persone che si incontrano per strada? Cos’è questo linguaggio?

Ancora una volta si vuol far emergere un problema di discernimento. Questa raccomandazione richiama il vangelo di domenica scorsa nei 3 casi di sequela osservati. Nella vita, il discepolo dovrà sempre misurare la sua relazione con Gesù nelle scelte che fa. Ci sono scelte buone che aiutano la sua missione, ce ne sono altrettanto buone, ma non necessarie o sconvenienti, che attardano l’annuncio e la presenza del regno di Dio. Dunque non è questione di non avere nemmeno una borsa con oggetti personali, una sacca con qualche indumento di riserva, oppure di avere calzature. E’ questione di non avere alcuna preoccupazione circa questi mezzi umani e di rimanere liberi e sobri nel loro possesso. Liberi e sobri anche nelle relazioni umane, anche negli affetti: si tratta di non permettere che si antepongano alla priorità della missione/vocazione cui il Signore ci chiama. C’è il serio rischio che ci si disperda in cose secondarie e in nome del bene! Perché c’è un bene che fa crescere nella via di Dio, ma c’è anche un bene fuorviante! (cfr. Lc 9,57-62).

Un’ultima osservazione sul finale del vangelo. I 72 rientrano pieni di gioia, sorpresi di aver visto i demoni sottomettersi loro nel nome di Gesù (Lc 10,17). Il Signore conferma il dono fatto (Lc 10,18-19), ma li invita a “concentrare” la loro gioia per una realtà di spessore ben più importante di quella che fa riportare vittoria sul nemico. Cioè la sorpresa vera del discepolo non può ridursi a questo, anche se moltissimi si fermano lì, a cercare l’ebbrezza passeggera di vedere satana piegarsi al nome di Gesù. Si rimarrebbe interiormente puerili come i Corinti, che S.Paolo deve educare per l’amore smodato dei leaders, dei carismi e dei “superapostoli” (cfr. 1 e 2Cor). La sorpresa vera e continua del discepolo si estende a tutta la sua missione evangelizzatrice, dentro la quale scopre che, mentre cammina ancora sulla terra, abita già in Cielo, perché è un uomo/donna rinato/a da lì: rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli (Lc 10,20).

Fonte

Letture della
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 66,10-14c

Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
 
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 65 (66)
R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!». R.
 
«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini. R.
 
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
 
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. R.

Seconda Lettura

Porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 6,14-18

 
Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
 
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
 
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
 
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

Parola di Dio

Vangelo

La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12.17-20

 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
 
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Parola del Signore
 
Oppure forma breve:
La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-9

 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore

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