Santa Teresa di Calcutta – Commento al Vangelo del 10 Marzo 2020 – Mt 23, 1-12

Non credo che ci sia qualcuno che abbia bisogno dell’aiuto e della grazia di Dio quanto me. A volte mi sento così disarmata, così debole. Perciò, credo, Dio si serve di me. Poiché non posso contare sulle mie forze, mi rivolgo a lui ventiquattro ore su ventiquattro.

E se la giornata contasse più ore, avrei bisogno del suo aiuto e della sua grazia durante quelle ore. Dobbiamo tutti restare uniti a Dio con la preghiera. Il mio segreto è molto semplice: prego. Con la preghiera divento una sola cosa con Cristo nell’amore.

Ho capito che pregarlo è amarlo. (…) Gli uomini hanno fame della Paola di Dio che porterà la pace, che porterà l’unità, che porterà la gioia. Ma non si può dare ciò che non si ha. Perciò occorre approfondire la nostra vita di preghiera.

Sii sincero nelle tue preghiere. La sincerità è l’umiltà, e l’umiltà non si acquista che accettando le umiliazioni. Tutto quanto è stato detto sull’umiltà non basterà ad insegnartela. Tutto quanto hai letto sull’umiltà non basterà ad insegnartela.

Si impara l’umiltà accettando le umiliazioni ed incontrerai l’umiliazione durante tutta la vita. La più grande umiliazione è sapere che si è nulla; ed è ciò che si capisce nella preghiera, faccia a faccia con Dio. Spesso la migliore preghiera è uno sguardo profondo e fervente a Cristo: lo guardo ed egli mi guarda.

Nel faccia a faccia con Dio, non si può che capire che si è nulla e non si ha nulla.

Fonte: «Vangelo del Giorno» è un servizio proposto dall’associazione internazionale Evangelizo.


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