p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 18 Settembre 2020

Gesù dopo avere trovato la perla preziosa nel campo se ne va per città e villaggi. Nella casa chiusa del fariseo Simone, casa di prostituzione perché viveva della convinzione di potere comprare Dio con i suoi meriti, Gesù aveva trovato la perla preziosa: la donna peccatrice che aveva molto amato perché molto era stato perdonato a lei. A lei, e solo a lei, Gesù dice: “la tua fede ti ha salvata: cammina verso la pace”.

Se la gode questa perla preziosa tenendola in cuore ma lasciandola andare. Gesù parte, viaggia per villaggi e città. Oltre che beone e mangione Gesù fa la figura del gironzolone.

Ma lo scopo del suo girovagare è altro. Gesù spazza la casa che sono i villaggi e le città che visita non per fare proseliti, ma per potere trovare la moneta perduta. Lui è alla ricerca della pecora smarrita, non per aggiungere pecore al suo gregge, non per accrescerne il numero, ma per potere annunziare la buona notizia del regno di Dio.

Gesù si prende cura delle strade e di coloro che su di esse viaggiano, per potere donare il segreto della buona notizia.  Non gli interessa il numero, anzi appena la folla si accalca su di lui, dopo che ha ricevuto il dono, per poterlo trattenere, lui se ne va. Gesù setaccia tutto Israele, il mondo intero, pur di ritrovare ciò che è perduto. Va addirittura nelle case chiuse, nella casa chiusa di Simone il fariseo, pur di potere incontrare la donna piena di fede che ama. La sua è ricerca accurata e instancabile che evidenzia passione e cura, che rivela amore per l’uomo che Lui vuole incontrare. Lui passa beneficando e risanando tutti: questo è il vero spirito missionario, non quello di volere battezzare perché la salvezza c’è solo nella chiesa.

La perla che Lui cerca e trova non è la perla che ricerchiamo noi. La perla che Lui trova, la donna peccatrice, noi la definiremmo un debito per bene che vada. Per Gesù è la perla perché molto ama. A Lui non interessa che noi non sbagliamo e non pecchiamo, a Lui interessa che noi amiamo perché questa è l’essenza dell’umanità, è l’essenza di Dio.

È interessante notare come questa opera missionaria che Lui compie accompagnato dai dodici, Lui la compie accompagnato anche da alcune donne. Cosa inconcepibile: la donna che non doveva osservare la legge, perché era roba da uomini, Gesù la porta con sé.

Perché le porta con sé? La donna è accoglienza e abitazione, luogo dove si può vivere in casa. La donna casa, terra e madre, è strettamente collegata con la Parola che si accoglie e si custodisce nel cuore. Come Maria! Maria ascolta la Torah e diventa la sposa che genera a vita nuova. È madre dei viventi, nuova Eva. Lei è quello a cui siamo chiamati noi. E chi meglio di una donna poteva incarnare l’annuncio della Buona Notizia? Di certo non l’uomo osservante della Legge che non genera ma condanna. La donna che ascolta, accoglie, genera, è terra per il seme: lei sì. L’inconsuetudine per un maestro di avere al suo seguito delle donne, è rotta da Gesù al quale non interessa insegnare per dire ciò che bisogna fare, a Lui interessa generare, interessa gettare il seme nel terreno che lo fa germogliare. Il suo seguito è un richiamo a tutti noi ad essere generatori di vita, accoglienti del seme che porta frutto. Non siamo più chiamati ad essere tutti uomini perché la vita possa avere senso, siamo tutti chiamati ad essere donne per potere incontrare il seme della Parola di Gesù sposo e far germogliare la vita. Quella vita nascosta che è perla perduta, che è tesoro nascosto, che è perla che ritroviamo in giro. Quella vita che siamo chiamati a cercare, a scoprire, a svelare, a portare alla luce. Quella perla che c’è in mezzo a noi come pecora smarrita e che noi evitiamo di incontrare. È una donna peccatrice, dice Simone il fariseo. È una donna che ama, dice Gesù. Colei che era evitata, è incontrata e nel perdono inviata nella pace.

Chi incontriamo noi oggi che è gente da allontanare per noi mentre è gente da amare per Gesù? Quanta gente che ama e che per noi non è nulla? Nel nostro girovagare cerchiamo la perla nascosta nella nostra giornata, quella nascosta alla nostra vista accecata dalla trave. Con lei cercata e ritrovata e curata, saremo tramite del seme della Parola che cerca il terreno buono: non quello che non sbaglia ma quello che ama.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli 
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