Monastero di Bose – Commento al Vangelo del 22 Novembre 2018

È brusco il passaggio dall’esultanza che segna i versetti precedenti la nostra pericope e il pianto di Gesù. “Tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio” (Lc 19,37): la folla, i discepoli seguono Gesù che sta entrando a Gerusalemme, lo riconoscono e acclamano a lui come Re Messia, mentre la città, Gerusalemme, non riconosce l’oggi della visita del Messia. Esultanza degli uni, pianto di altri, lungo la stessa strada verso Gerusalemme. Gesù non piange su qualcuno in particolare, come avviene per la morte dell’amico Lazzaro (cf. Gv 11,33), piange sulla città, sull’umanità tutta. Gesù piange anche per noi. Cosa lo turba?

Gesù vede la città, guarda gli uomini e le donne che la abitano e riconosce le loro fatiche, le loro sofferenze. Gesù ama quell’umanità affaticata, divisa all’interno, ferita, e per essa soffre, soffre per ciò che quegli uomini e quelle donne stanno vivendo. Vivono la conseguenza della loro della loro distrazione, del loro non discernimento: non hanno compreso, non hanno riconosciuto la via della pace (cf. v. 42).

Pace, shalom, nella Scrittura è l’insieme di tutti i beni promessi per il tempo messianico: pace con Dio, pace con gli esseri umani, buona salute, volersi bene. Pace è pienezza di tutte le cose che rendono bella, buona e beata la vita. Questo il desiderio di Gesù per ciascuno di noi. Tuttavia noi questa via non la riconosciamo: cerchiamo la pace, sì, ma non la “via della pace”. Ciascuno la cerca per se stesso, contro l’altro: una pace individuale, personale, quella della propria famiglia, del proprio paese, non c’è ricerca di un bene comune, dello shalom per tutti e quindi della via per raggiungerla assieme. Anzi, dilaga l’egoismo, il sospetto, la paura, la violenza, si alzano muri perché ci sentiamo sempre e comunque attaccati.

Proprio in mezzo a questa umanità sofferente, malvagia, Gesù si sta dirigendo, perché la ama e vuole rivelare a tutti qual è la via. Gesù non viene a offrire pace, no, egli viene a rivelarci la via: siamo così rimandati al nostro coinvolgimento, alla nostra azione. Siamo noi a dover discernere la via della pace e a scegliere di percorrerla, anche se è una via a caro prezzo. È la via di chi va verso, entra, raggiunge l’altro che può diventare un nemico, è la via di chi si fa prossimo con fiducia, esponendosi al rischio di essere ferito. La via di chi sceglie di accorciare la distanza, di chi sceglie per primo di “entrare in Gerusalemme”. Gesù questa via la percorre fino in fondo, fino alla croce, e dopo la resurrezione, proprio lui, il Risorto, torna di nuovo in mezzo ai suoi e annuncia “Pace a voi” (Lc 24,36).

Questa è la via della pace, non ve ne sono altre: è la via della croce, fino in fondo. Non bastano le scelte a metà, un agire tiepido. Solo percorrendo questa via fino alla fine si può giungere a sperimentare, a vivere davvero la pace: che è comunione, vittoria sull’odio, sull’inimicizia.

Gesù piange. La città non l’ha riconosciuto, non ha riconosciuto la visita di colui che è venuto per rivelare questa via, il Messia Gesù, colui che “è la nostra pace” (Ef 2,14). Attenzione, vigilanza perché solo riconoscendo la sua visita nel nostro oggi, in lui possiamo percorrere la stessa via, cercando di promuovere la dignità di ogni essere umano, vivendo la carità, la solidarietà, il diritto alla vita, combattendo l’egoismo, il guadagno personale, la pura ambizione, divenendo a nostra volta quegli operatori di pace che sono beati perché “saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9), fratelli e figli “tutti uno in Cristo Gesù” (cf. Gal 3,28)

sorella Elisa

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Lc 19, 41-44
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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