don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 18 Aprile 2020

“Andate in tutto il mondo”

Gesù affida la proclamazione del suo Vangelo in tutto il mondo proprio a coloro che non sono riusciti a credere a chi gli aveva annunciato la sua risurrezione e che hanno avuto bisogno di vederlo risorto. Questa scelta potrebbe sembrare poco opportuna e rassicurante, ma a ben guardare è proprio la migliore. Chi potrebbe meglio annunciare la resurrezione e sostenere la fatica di questo annuncio se non chi ha fatto personalmente esperienza di quanto fosse arduo credere a questo evento? La lentezza nel credere e la durezza di cuore non scompare nei discepoli dopo la resurrezione di Gesù, ma riceve ancora una volta la prova tangibile della difficoltà per l’uomo di accogliere il modo di pensare e di agire di Dio.

È proprio a partire da questa esperienza umana che è possibile annunciare il vangelo. Non si può essere vicini e pazienti con chi rifiuta il vangelo se a propria volta non si è compiuto un percorso interiore dall’incredulità alla fede. Tu sei mai stato incredulo? Certamente ci sono degli aspetti del vangelo che hai sperimentato essere veri, ma ancora tanti altri che accogli per fede e non per esperienza diretta. Oltre a questi occorre tuttavia verificare che non ci siano anche dimensioni della tua vita non ancora conformi alla parola di Dio. È questo il “mondo” in cui sei chiamato a portare la sua Parola.

In breve

La durezza di cuore cresce o diminuisce nella misura in cui tu ti impegni a conformare tutti gli aspetti della tua vita alla Parola di Dio. La fede infatti non è mai acquisita una volta per sempre, ma cresce o si spegne nella misura inversa alla tua durezza di cuore.

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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli


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