don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 28 Agosto 2020

La formica e la cicala

Sant’Agostino

La parabola ci ricorda che per tutti arriva il tempo dell’incontro con lo Sposo, il momento in cui moriamo. La morte non segna la fine della vita ma il temine dell’attesa, l’inizio di un tempo nuovo e una condizione di esistenza diversa. Il racconto ci ricorda la vocazione comune alla santità, cioè alla comunione dei santi che partecipano della gioia di Dio. Tutti dobbiamo passare attraverso il sonno della morte e ciascuno sarà svegliato per alzarsi e andare incontro al Signore che viene. In quel momento ognuno sarà manifestato per quello che è, saggio o stolto, preparato o sprovveduto, con la scorta dell’olio o senza. 

Nessuno conosce il tempo in cui passare dal sonno al sogno di far festa con lo Sposo, ma abbiamo la possibilità di conoscere il nostro tempo e vegliare perché le lampade non rimangano vuote ma siano riempite di olio. Le vergini hanno ricevuto ciascuna la sua lampada con dell’olio; le sagge hanno pensato al momento in cui sarebbe finito e hanno provveduto a comprarne, mentre le stolte hanno sbagliato i calcoli. Così anche noi col battesimo riceviamo il dono della fede come la lampada che arde e illumina la vita affinché le nostre scelte siano orientate dalla volontà di Dio e conformi alla vocazione che il Vangelo ci indica. Nel cammino della vita la lampada della fede può spegnersi perché l’amore che portiamo dentro si è esaurito. Tuttavia, la si può riaccendere solo se facciamo scorta dell’olio che è la grazia di Dio. La preghiera ci ricarica di quella forza che viene dal cuore di Cristo il quale ha chiamato a sé affaticati e oppressi invitandoli ad attingere da Lui l’olio della consolazione e il vino della speranza. Forse le stolte, credendo sufficiente ciò che avevano ricevuto e confidando solamente in ciò che possedevano, hanno deriso le sagge accusandole di sprecare il tempo e di spendere soldi inutilmente. Anche la sapienza popolare espressa nella favola di Esopo mette in evidenza che la saggezza consiste nell’essere come la formica previdente e non come la stolta cicala che pensa solo a cantare. La parabola del vangelo non si ferma ad un insegnamento morale e ad un suggerimento pratico, ma ricorda che la vita ha senso nella misura in cui investiamo sulla relazione con gli altri anche se questo significa andare controcorrente. Il buon senso non coincide col senso comune, ma con la ragione del cuore che prepara il futuro vivendo a pieno il presente.

Gesù ci chiede di vivere pienamente il presente avendo il cuore rivolto verso Dio e i fratelli. Tutto ciò che risparmiamo in termini di amore in questo tempo e in questo mondo lo paghiamo alla fine quando rischiamo di rimanere esclusi dalla festa. Tutto quello che «sprechiamo» per amore ci viene ridonato centuplicato nell’eternità.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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