In realtร le parole del racconto della Passione non hanno bisogno di commenti ma solo di un immenso e rispettoso silenzio. Certe cose rifuggono le spiegazioni, chiedono invece solo accoglienza.
Sarร questo il motivo del perchรฉ nel racconto della morte di Gesรน non ci sono parole fuori posto, ma solo immense pause. Maria non parla. Giovanni non parla. Le donne sotto la Croce non parlano. Chi parla in quel momento lo fa per insultare, provocare, bestemmiare.
Allora anche noi senza molte parole, andiamo sotto la croce e raccogliamo le ultime sospirate parole che Gesรน pronuncia: โPresso la croce di Gesรน stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena. Gesรน dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: ยซDonna, ecco tuo figlio!ยป Poi disse al discepolo: ยซEcco tua madre!ยป E da quel momento, il discepolo la prese in casa suaโ.
Possiamo tornarcene a casa non solo con lโimmenso dolore di una morte cosรฌ, ma anche con una immensa compagnia. ร Maria questa compagnia che il Signore ci ha lasciato allโestremo della Sua vita. Si puรฒ affrontare la Croce solo a patto che ci sia la Madre con noi. Maria non รจ mai decorativa. Maria รจ la modalitร che Gesรน ha scelto perchรฉ la nostra vita non torni al solito vuoto.
La nostra vita non รจ una casa disabitata. La nostra vita รจ una casa dove cโรจ sicuramente Maria. Ella รจ lรฌ per vocazione. Ma cโรจ anche un altro dettaglio che rischiara il buio di quella tragedia. ร la pietร che alcuni uomini manifestano proprio in quel buio: Giuseppe dโArimatea e Nicodemo.
โDopo queste cose, Giuseppe dโArimatea, che era discepolo di Gesรน, ma in segreto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di poter prendere il corpo di Gesรน, e Pilato glielo permise. Egli dunque venne e prese il corpo di Gesรน. Nicodemo, che in precedenza era andato da Gesรน di notte, venne anchโegli, portando una mistura di mirra e dโaloe di circa cento libbreโ.
Non possono far altro che deporre il corpo di Gesรน nel sepolcro. ร il loro possibile. E lo fanno fino alla fine.
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La cosa peggiore che possa capitare a un uomo รจ abituarsi allโorrore del male. Ugualmente la peggiore cosa che possa capitare a un cristiano รจ abituarsi alla Croce. Essa rimarrร sempre un ora di buio che va vissuta alla maniera di Cristo, senza vie di fuga e senza la fretta di appiccicarci sopra nostre riflessioni e teologie. Gesรน sulla Croce perdona, prega, grida, sโaffida. Non conosciamo altro modo di vivere la Croce se non quella di Gesรน.
Anche a te che sei crocifisso in un dramma di vita che non conosco io ti dico: guarda Gesรน! Anche tu puoi permetterti di gridare la solitudine che senti. Non vergognarti! Diglielo: perchรฉ mi hai abbandonato? Dove sei? Perchรฉ mi sento cosรฌ solo, sola?
Tu che senti la rabbia montarti dentro, fai come Gesรน: vinci la vendetta perdonando. Non cโรจ vittoria migliore se non quella di arginare il male con il perdono. Resisti alla tentazione di farti giustizia da solo, da sola; metti la tua causa nelle mani di Dio. Egli farร per te giustizia. Tu perdona!
Se la disperazione ti suggerisce che il tuo dolore non finirร mai, tu ricordati quello che il Vangelo dice sulla Croce: โda mezzogiorno alle tre del pomeriggioโ. Anche il tuo dolore ha le ore contate. Abbi fiducia! Non disperarti!
Se pensi di non stare a cuore a nessuno, ricorda che anche sotto la tua croce รจ presente Maria. ร tua Madre per volontร di Gesรน, non ti abbandonerร proprio quando piรน hai bisogno.
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Se ti sembra che ormai non cโรจ piรน altra via se non quella di perdere, allora perdi come Gesรน, fidati del Padre contro tutto e contro tutti. Anche tu dรฌ ad alta voce: Padre nelle tue mani consegno tutto!
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90โฌ



