Il Libro della Genesi ci ricorda che โil Signore Dio plasmรฒ lโuomo con polvere del suolo e soffiรฒ nelle sue narici un alito di vita e lโuomo divenne un essere viventeโ (Gen 2,7). Lโuomo (in ebraico โadamโ), una creatura fragile proveniente dalla terra (in ebraico โadamaโ), ma abitata dallโalito di vita donatogli da Dio, รจ in un rapporto esistenziale di dipendenza da Lui. Mediante il peccato lโuomo cade sempre di nuovo nellโillusione di poter fare a meno di Dio, presumendo di essere autonomo e autoreferenziale, dimenticando la sua dimensione creaturale e, addirittura, osando di prendere il posto stesso del Creatore. Subito dopo il peccato, ponendo lโuomo fuori dallโEden, Dio stesso gli ha ricorda: โritornerai alla terra, perchรฉ da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!โ (Gen 3,19).
Lโaustera liturgia del Mercoledรฌ delle Ceneri, attraverso questo segno penitenziale dellโimposizione delle ceneri sul nostro capo spesso superbo e altero, viene a richiamare sempre di nuovo le parole di Gesรน: โsenza di me, non potete far nullaโ (Gv 15,8). Prendere consapevolezza della nostra fragilitร , del nostro essere peccatori e bisognosi di misericordia da parte di Dio, ci aiuta a vivere la Quaresima, questo tempo forte di 40 giorni che da oggi ci separa dal Triduo Pasquale, come tempo favorevole per la nostra conversione. Convertirsi vuol dire appunto โritornareโ, ossia ripercorrere i passi verso la veritร del nostro essere creature in totale dipendenza da Dio. Se mediante il peccato siamo usciti dallโEden, ossia dalla relazione di condivisione totale con Dio e con i fratelli, attraverso la penitenza, questo atteggiamento umile e profondo di chi riconosce la propria piccolezza davanti a Dio, possiamo veramente riprendere la via del ritorno a Lui, verso il nuovo Eden.
Il tempo della Quaresima, dunque, รจ un vero kairos, un tempo favorevole, in cui attraverso le opere penitenziali di cui ci parla il Vangelo di oggi, noi possiamo nuovamente riscoprire la veritร su noi stessi e su Dio. In apertura del brano, Gesรน fa una raccomandazione forte, quella di sfuggire gli applausi e lโammirazione degli uomini. Condizione essenziale per entrare in questa dinamica di rinnovamento interiore, รจ il nascondersi in Dio. Non sono le vesti, come dichiara il profeta Gioele a doversi lacerare, ma il cuore (cfr. Gioele 2,12), la parte piรน intima di noi stessi, da dove viene fuori il peccato: โCiรฒ che esce dallโuomo รจ quello che rende impuro lโuomo. Dal di dentro infatti, cioรจ dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impuritร , furti, omicidi, adultรจri, aviditร , malvagitร , inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dallโinterno e rendono impuro lโuomoโ (Mc 7, 20-23).
Le tre opere penitenziali tipiche della Quaresima, dunque, rappresentano vie privilegiate per ripristinare questa nostra consapevolezza di essere creature in una relazione di dipendenza da Dio e per intraprendere il processo di guarigione del nostro cuore. Lโelemosina, come gesto di condivisione dei nostri beni, del nostro tempo, delle nostre abilitร , รจ la terapia contro lโaviditร , lโidolatria dei beni materiali e delle comoditร , dellโegoismo e dellโautoreferenzialitร . Essa ci aiuta, sempre di nuovo, ad uscire da noi stessi, per guardare ai bisogni e alle necessitร degli altri. La preghiera, come dialogo profondo con il Padre, ci aiuta a rafforzare la nostra relazione con Lui, a mantenere vivo il contatto del figlio con il Padre e della creatura con il Creatore.
ร lรฌ che noi cresciamo nella fede e riceviamo la grazia della vita divina, che ci santifica, ci guarisce e risana i desideri malati del nostro cuore, rimpiazzandoli con il desiderio buono della vita eterna. SantโAgostino scriveva: โil Signore Dio nostro non desidera che noi gli facciamo conoscere qual รจ il nostro volere chโegli non puรฒ non conoscere, ma desidera che nelle preghiere si eserciti il nostro desiderio, onde diventiamo capaci di prendere ciรฒ che prepara di darciโ (Lettera a Proba [130], 8.17). La preghiera dunque รจ la ginnastica per il nostro desiderio di incontrare Lui. Esercitandoci giร da questa terra, diamo un contenuto soprannaturale e spirituale a tutto il bene che possiamo fare, non confidando soltanto sulle nostre forze, ma aprendoci alla grazia soprannaturale.
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Infine, attraverso lโopera penitenziale del digiuno, imparando a rinunciare al cibo, ai piaceri della vita, a ciรฒ che soddisfa i nostri sensi, rinnoviamo nella nostra vita il primato di Dio, che รจ il vero cibo della nostra anima. Ci ricorda papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2021: โDigiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni โ vere o false โ e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma โpieno di grazia e di veritร โ (Gv 1,14): il Figlio del Dio Salvatoreโ (N. 1).
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