don Ivan Licinio – Commento al Vangelo del 6 Giugno 2021

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Cosa cambia?

Lโ€™odierna solennitร  del Corpus Domini nasce da una domanda interiore. Nel 1263 un sacerdote boemo in pellegrinaggio verso Roma, mentre celebrava Messa a Bolsena, allo spezzare lโ€™ostia consacrata fu attraversato dal dubbio della presenza reale di Cristo. In risposta alle sue perplessitร , dallโ€™ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il corporale di lino, conservato oggi nel duomo di Orvieto. Lโ€™anno successivo papa Urbano IV istituรฌ la solennitร  del Corpus Domini per tutta la Chiesa cattolica.

Quella domanda รจ valida ancora oggi per tutti noi: quanto lโ€™Eucarestia incide sul nostro modo di essere cristiani? La pandemia ci ha messo dinanzi ad una realtร  che mai ci saremmo immaginati; nella fase piรน acuta non รจ stato possibile ricevere lโ€™Eucarestia perchรฉ le chiese erano chiuse. Abbiamo vissuto un lungo digiuno eucaristico, cercando in tutti i modi di mantenere almeno un legame spirituale per saziare la fame di Gesรน eucarestia. Una fame che abbiamo sentito forte in quel tempo cosรฌ difficile e arido: abbiamo avuto fame di Gesรน, fame di comunione ecclesiale e umana, fame di senso. Normalmente accade che piรน qualcosa ci viene negata, piรน aumenta il desiderio della cosa stessa. Impariamo a non darla per scontata e lโ€™apprezziamo di piรน. Sarebbe dovuto succedere anche con lโ€™Eucarestia ma appena abbiamo avuto la possibilitร  di accostarci nuovamente ad essa ci siamo fatti il problema se era lecito o meno riceverla sulle mani. Ora mi chiedo: se uno sta camminando nel deserto e finalmente vede unโ€™oasi con dellโ€™acqua, credete che si ponga il problema se usare le mani per portare lโ€™acqua alla bocca? Credo di no. Forse, allora, non avevamo davvero fame o sete di Gesรน e di quello che significa lโ€™Eucarestia per la nostra vita. Corriamo il rischio di ridurla solo ad unโ€™abitudine, ad una rubrica liturgica senza farci davvero interrogare da quel piccolo pezzo di pane posto a nutrimento della nostra vita cristiana.

Sarร  per questo che Gesรน nel Vangelo di oggi, nel dare le indicazioni per preparare la cena pasquale, chiede ai suoi di seguire un uomo che porta con sรฉ una brocca dโ€™acqua? Il Maestro ci insegna a conoscere e seguire la nostra sete, la nostra ricerca di senso, per presentarsi Egli stesso come lโ€™unico capace di dissetare il cammino ogni uomo ogni volta che la vita lo rende arido e ogni volta che il deserto lambisce il nostro cuore. รˆ il sangue di Cristo che ยซpurifica la nostra coscienzaยป (cfr. Eb 9,11-15) e che sancisce lโ€™alleanza fra Dio e lโ€™uomo (cfr. Es 24,3-8). A questo sangue, durante la Santa Messa, viene aggiunta una goccia dโ€™acqua. Quella goccia รจ tutta la nostra umanitร , (con la sua storia, i suoi dolori, le sue ansie e i suoi desideri), che si unisce al sangue al Cristo. Quella stessa umanitร  che Cristo ha portato sulla croce nel giorno in cui il suo costato, squarciato dalla lancia, versรฒ sangue ed acqua.

Ma riprcorriamo ancora il racconto del Vangelo. I discepoli seguendo questโ€™uomo con la brocca dโ€™acqua trovano una grande sala, arredata e giร  pronta. Quella sala รจ da un lato lโ€™immagine della Chiesa che celebra la pasqua della settimana e dallโ€™altro rappresenta il nostro cuore, preparata da Lui fin dal principio e arredata con tutto quello che ci portiamo dentro. Gesรน, attraverso lโ€™Eucarestia, desidera abitare stabilmente il nostro cuore in particolare quelle parti che abbiamo chiuso e che da tempo non vedono la luce. Accostandoci allโ€™Eucarestia noi gustiamo e vediamo quanto รจ buono il Signore che entra materialmente dentro di noi e spiritualmente nutre tutta la nostra esistenza. Noi pensiamo di andare verso di Lui ma in realtร  รจ Dio che ha bisogno di noi e ci viene incontro.

Questa stanza, poi, si trova al piano superiore. Non al piano terra ma al piano cielo. Lโ€™Eucarestia รจ fatta di cielo, lโ€™Eucarestia รจ promessa di cielo ma lโ€™Eucarestia รจ anche il cielo dentro di noi. Nonostante la nostra bassezza, nonostante la nostra fragilitร , attraverso lโ€™Eucarestia siamo capaci di accogliere il cielo dentro di noi! Che straordinaria bellezza รจ lโ€™Eucarestia per la nostra vita! Allo stesso tempo perรฒ non possiamo starcene con la testa fra le nuvole. Il cristiano รจ quello che ha lo sguardo verso il cielo ma i piedi ben saldi a terra. Sullโ€™esempio del Maestro, siamo chiamati a farci pane spezzato per questo mondo, ad offrire noi stessi in nome dellโ€™Amore. Non cโ€™รจ vera Eucarestia se non cโ€™รจ una vita eucaristica, altrimenti diventiamo dei tabernacoli chiusi, contenitori di grazia belli a vedersi ma inutili. I tabernacoli vengono aperti quando cโ€™รจ bisogno di Gesรน, cosรฌ lโ€™Eucarestia non ci รจ stata donata per restare chiusa in noi ma affinchรฉ venga condivisa. Quante volte ci mettiamo in fila per fare la comunione e poi non facciamo comunione con gli altri, non siamo in comunione con la moglie, con il marito, con i figli o con la nostra famiglia. Lโ€™Eucarestia deve cambiare radicalmente la nostra vita. รˆ chiamata anche farmaco perchรฉ ci aiuta a guarire dalle malattie del nostro io, affinchรฉ dai nostri errori possa sempre nascere un rendimento di grazie a Dio per la sua misericordia, per il suo infinito amore per ciascuno di noi.

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Chiediamo oggi a Dio di fare di tutta la nostra vita unโ€™Eucarestia, di farci pane spezzato e vino versato per la gioia e la salvezza di chi incontriamo, cosรฌ che un giorno possiamo partecipare al banchetto celeste per il quale il Padre ci ha giร  preparato un posto.


Fonte: don Ivan Licinio oppure il canale Telegram