Vangelo del giorno – giovedì 26 luglio 2018 – don Antonello Iapicca

ACCOLTI NEL MISTERO D’AMORE CHE CI FA FIGLI NEI QUALI RISPLENDE IL VOLTO DEL PADRE PER OGNI UOMO

Gesù ci ama infinitamente, ed è l’unico a renderci beati perché è lo Sposo fedele che, nella Chiesa dove ci ha chiamati per pura Grazia, ci rivela ogni mistero del suo cuore. In essa possiamo infatti “ascoltare” la sua Parola mentre la “vediamo” compiuta nella nostra vita. In questo modo il Signore ci sono spiega le Parabole, immagini tratte dalla realtà che svelano innanzitutto i pensieri dei nostri cuori, per poi illuminare quelli di ogni uomo. Anche noi eravamo meritevoli d’ira, come tutti, ma nelle viscere di misericordia della Chiesa il Signore ci ha aperto occhi e orecchi per mezzo dello Spirito Santo: “Proprio questi sono i figli, i signori, gli dei: gli schiavi, i prigionieri, i disprezzati, i crocifissi… Questi, unti con l’unguento estratto dal legno della vita, Gesù Cristo, e dalla pianta celeste, sono resi idonei a raggiungere il culmine della perfezione, del Regno e dell’adozione; infatti quelli che sono intimi del Re del Cielo, e ancorati alla fiducia dell’Onnipotente, entrano fin da questo mondo nel suo palazzo… e neppure si meravigliano come di cosa insolita e nuova di essere chiamati a regnare con Cristo, grazie allo Spirito che li colma di fiducia.

Perché, mentre ancora vivono sulla terra, sono posseduti da quella soavità e dolcezza, da quella forza che è propria dello Spirito. Poiché già prima hanno potuto conoscere i misteri della Grazia… Noi infatti, pur vivendo ancora sulla terra, abbiamo in Cielo la nostra cittadinanza, vivendo secondo il nostro uomo interiore come se già fossimo nell’eternità” (Da un’antica Omelia del IV secolo). Gesù dunque ci rivela i misteri del Regno facendocene sperimentare un anticipo nella beatitudine celeste che scaturisce dall’amore che, riversato nei nostri cuori, si traduce in pensieri, parole e opere soprannaturali come il perdono che abbraccia anche chi ha tradito, il dono di se stessi sino a caricare il peccato dell’altro, accettare malattie e umiliazioni sul lavoro. Anche quando Gesù non spiega qualche avvenimento doloroso, ce ne rivela il senso nella profondità del cuore, dove il suo amore illumina ogni istante della nostra storia.

 SI tratta della “esah” di Dio, la volontà misteriosa nella quale Egli conduce Giobbe ad esempio, intraducibile nei lessici occidentali, un progetto d’amore pensato e calibrato nei particolari, che si incarna nella nostra storia concreta, passata, quella presente, quella futura. Il senso profondo di ogni parabola infatti, è che Dio è fedele in ogni sua opera, perché sulla Croce ha svelato il mistero del suo amore che rovescia ogni prospettiva e criterio umano, muovendo a compiere la volontà di Dio che la carne non può accettare,in una consegna di sé che solo l’amore ricevuto può realizzare. Chi ha il cuore indurito non lo sa, per questo di fronte al male e alla morte non ha parole, se non la solita indignazione coagulata in frasi rancide di retorica e proclami effimeri. E a un popolo di dura cervice, a questa generazione incredula e perversa siamo inviati come una parabola che desti gli uomini alla Verità. Chiunque non ha conosciuto Dio come suo Padre è idolatra, per questo, come gli idoli, “pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono… sono infatti diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani”. Ma a tutti è offerta una possibilità: la beatitudine dei cristiani, sigillo di autenticità impresso sull’amore di Dio Padre, la gioia autentica e la pace inossidabile che siamo chiamati a vivere e a rivelare mentre siamo crocifissi con Cristo. Solo su di essa, infatti, i nostri occhi sono beati perché vedono il compimento di ogni profezia nel sacrificio d’amore dell’Agnello che molti profeti e giusti hanno desiderato vedere; e sono beati anche i nostri orecchi perché nella Chiesa possono ascoltare l’annuncio della sua vittoria, primizia del Regno i cui misteri risplendono dinanzi al mondo nella vita nuova che si compie in noi.

Stai con me, e io inizierò a risplendere come tu risplendi,
a risplendere fino ad essere luce per gli altri.
La luce, o Gesù, verrà tutta da te:
nulla sarà merito mio.
Sarai tu a risplendere, attraverso di me, sugli altri.
Fa’ che io ti lodi così nel modo che tu più gradisci,
risplendendo sopra tutti coloro
che sono intorno a me.
Dà luce a loro e dà luce a me;
illumina loro insieme a me, attraverso di me.
Insegnami a diffondere la tua lode,la tua verità, la tua volontà.
 
John Henry Newman

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 13, 10-17
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?».
Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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