Il Vangelo del Giorno, 8 gennaio 2016 – Mc 6, 34-44

Il testo ed il commento al Vangelo del 8 gennaio 2016 – Mc 6, 34-44, Tempo di Natale – Anno II, Dopo l’Epifania.

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  • Colore liturgico: bianco
  • Le letture del giorno: 1 Gv 4, 7-10; Sal 71; Mc 6, 34-44

Mc 6, 34-44
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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santa maria

Santa Maria che scioglie i nodi. Preghiere e novene

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Commenti al Vangelo di Mc 6, 34-44

Mc 6, 34-44 

Commento di Paolo Curtaz

[ads2] Ha compassione di noi, il Maestro. Vede che siamo come pecore senza pastore, smarrite e deluse. Quanto è vero! Il nostro mondo, che tanto è cresciuto nel benessere e nella cura delle malattie, nel progresso tecnologico e nelle conquiste sociali, si è dimenticato dell’essenziale. Siamo smarriti, come negarlo? Crollate le ideologie, delusi dai politici, assetati di verità profonda, nemmeno dai pulpiti sentiamo più parlare con forza della verità di Dio. Verità che non è un insieme di norme da rispettare, di contenuti da professare, ma una persona, il Signore Gesù, che professiamo essere Dio e uomo. E lui, ancora, vede il nostro smarrimento e ne prova compassione. Compassione: capisce il nostro dolore, capisce e non ci accusa. Ma ci sprona e ci invita a condividere, a non farci assistere mentre aspettiamo che qualcun altro trovi la soluzione. La fame che portiamo nel cuore va affrontata con decisione, fidandoci di lui, mettendo ancora in gioco quello che siamo, ciò che abbiamo. La soluzione allo sbandamento è la condivisione in Dio, la consapevolezza che facciamo parte di un immenso progetto cui possiamo collaborare nel nostro piccolo. L’umanità attende pastori. Noi ne abbiamo seguito uno, l’unico, che può colmare ogni desiderio. Raccontiamolo.

Commento dei Carmelitani

E’ sempre bene guardare il contesto in cui si trova il testo del vangelo, poiché ci illumina per scoprire meglio il senso. Poco prima (Mc 6,17-29), Marco narra il banchetto della morte, promosso da Erode con i grandi della Galilea, nel palazzo della Capitale, durante il quale fu ucciso Giovanni Battista. Nel testo di oggi descrive il banchetto della vita, promosso da Gesù con la moltitudine affamata della Galilea lì nel deserto. Il contrasto di questo contesto è grande ed illumina il testo.
Nel vangelo di Marco, la moltiplicazione dei pani è molto importante. Appare due volte: qui ed in Mc 8,1-9. E Gesù stesso interroga i discepoli sulla moltiplicazione dei pani (Mc 8,14-21). Per questo vale la pena osservare e riflettere fino a scoprire in cosa consiste esattamente questa importanza della moltiplicazione dei pani.
Gesù aveva invitato i discepoli per riposare un poco in un luogo del deserto (Mc 6,31). La moltitudine percepisce che Gesù era andato sull’altra riva del lago, va dietro di lui ed arriva prima (Mc 6,33). Quando Gesù, scendendo dalla barca, vede quella moltitudine che l’aspetta, si rattrista “perchè erano come pecore senza pastore”. Questa frase evoca il salmo del buon pastore (Sal 23). Davanti alla gente senza pastore, Gesù dimentica il riposo e comincia ad insegnare, comincia ad essere pastore. Con le sue parole orienta e guida la moltitudine nel deserto della vita, e così la moltitudine poteva cantare: “Il Signore è il mio pastore! Non manco di nulla!” (Sal 23,1).
Il tempo passava e comincia a farsi notte. I discepoli erano preoccupati e chiedono a Gesù di lasciar andare la gente. Affermano che lì nel deserto non è possibile trovare da mangiare per tanta gente. Gesù dice: “Dategli voi da mangiare!” Ma loro si spaventano: “Vuoi che andiamo a comprare pane per 200 denari?” (cioè, il salario di 200 giorni!). I discepoli cercano la soluzione fuori della moltitudine e per la moltitudine. Gesù non cerca la soluzione fuori, bensì all’interno della moltitudine e per la moltitudine, e domanda: “Quanti pani avete? Andate a vedere.” La risposta è: “Cinque pani e due pesci!” E’ poco per tanta gente! Gesù ordina alla moltitudine di sedersi in gruppi e chiede ai discepoli di distribuire i pani ed i pesci. Tutti ne mangiarono a volontà!
E’ importante notare come descrive il fatto Marco. Dice: “Gesù prese i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli perché li distribuissero”. Questo modo di parlare fa pensare le comunità a cosa? Senza dubbio, faceva pensare all’Eucaristia. Poiché queste stesse parole saranno usate (finora) nella celebrazione della Cena del Signore. Così Marco suggerisce che l’Eucaristia deve portare alla condivisione. E’ il pane di vita che da coraggio e porta ad affrontare i problemi della gente in modo diverso, non dal di fuori, ma dal di dentro.
Nel modo di descrivere i fatti, Marco evoca la Bibbia per illuminare il senso dei fatti. Dare da mangiare alla moltitudine affamata nel deserto, fu Mosè che lo fece per primo (cf. Es 16,1-36). Ed il chiedere alla gente di organizzarsi in gruppi di 50 o 100 ricorda il censimento del popolo nel deserto dopo l’uscita dall’Egitto (cf. Nm 1-4). Marco suggerisce così che Gesù è il nuovo Messia. La gente delle comunità conosceva l’Antico Testamento, ed a buon intenditore bastavano poche parole. Così scoprivano il mistero che circondava la persona di Gesù.

 

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