โโTota pulchra es Maria, Tota pulchra es Mariaโ. โTutta bella sei Maria; Tutta bella sei Mariaโ.
Cosรฌ canta la meravigliosa antifona mariana della festa odierna dellโImmacolata Concezione della beata Vergine Maria. E lo ripete piรน volte affinchรฉ si fissi nella nostra memoria che questa bellezza รจ qualcosa molto di piรน dellโestetica, รจ salvezza. Perchรฉ in fin dei conti lโassenza del peccato originale rende Maria bellissima, poichรฉ Ella corrisponde pienamente a quellโidea di umanitร che Dio aveva quando creรฒ lโuomo e la donna. Siamo tutti chiamati allo stesso destino di Maria, a recuperare quella bellezza che รจ lo splendore del cuore prima ancora che lโestetica di un corpo. Ma come si puรฒ fare a vivere ciรฒ?
Ecco che ci viene in aiuto la splendida pagina del Vangelo dell’annunciazione che ricorda a tutti noi una veritร importantissima: “nulla รจ impossibile a Dio”. Il che non significa che Dio รจ uno che fa magie, ma uno che prolunga il nostro possibile. Le opere di Dio si poggiano sui nostri โEccomiโ. E sono quegli โeccomiโ pronunciati davanti a scenari di realtร che molto spesso non ci scegliamo. ร difficile sentirsi liberi davanti a eventi che non abbiamo scelto, ma saper dire โeccomiโ significa riprendersi la propria libertร , smettere di subire e basta, e credere che Dio possa compiere cose a noi impensabili a partire proprio da ciรฒ che cโรจ ora davanti ai miei occhi.
Egli si fa mendicante della nostra libertร , e attraverso di essa giunge lรฌ dove le nostre forze da sole non potrebbero arrivare. Come un papร che prende in braccio il figlio e lo solleva affinchรฉ raccolga un frutto da un albero alto. Non servirebbe a nulla la mano spalancata di quel bambino se non ci fosse un papร che renda possibile qualcosa che per quel bambino da solo rimarrebbe inarrivabile. La storia di Maria รจ il prototipo di ogni vita vissuta con Dio. Il Suo โeccomiโ รจ una mano spalancata. L’Amore di Dio รจ un padre che ti solleva all’altezza di ciรฒ che desideri veramente, affinchรฉ tu ne colga la gioia.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 1, 26-38
Dal Vangelo secondoย Luca
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In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una cittร della Galilea, chiamata Nร zaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: ยซRallรจgrati, piena di grazia: il Signore รจ con teยป.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: ยซNon temere, Maria, perchรฉ hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesรน. Sarร grande e verrร chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darร il trono di Davide suo padre e regnerร per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrร fineยป.
Allora Maria disse all’angelo: ยซCome avverrร questo, poichรฉ non conosco uomo?ยป. Le rispose l’angelo: ยซLo Spirito Santo scenderร su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirร con la sua ombra. Perciรฒ colui che nascerร sarร santo e sarร chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo รจ il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla รจ impossibile a Dioยป.
Allora Maria disse: ยซEcco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parolaยป. E l’angelo si allontanรฒ da lei.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
