Vangelo del giorno – 20 Marzo 2018 – don Antonello Iapicca

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INNALZATI CON CRISTO NELLA VERITA’

Spesso e senza rendercene conto guardiamo a Cristo come a unย suicida. Magari non elaboriamo il concetto in maniera cosรฌ cruda, ma, se ci guardiamo dentro quando appare la croce nella nostra vita, scopriremo che รจ proprio ciรฒ che pensiamo. Si tratta della scelta imposta da Pilato alla folla tumultuante: “Volete che vi liberi Gesรน o Barabba?”.

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La giustizia umana fondata sulla violenza, o l’agnello di Dio che si carica di ogni ingiustizia? Per noi la via intrapresa dal Servo di Yawhรจ, l’agnello muto che non apre bocca e si lascia umiliare sino ad offrire la propria vita, รจ puro suicidio: “Il Dio in croce รจ una maledizione scagliata sulla vita, un dito levato a comandare di liberarsene” (F. Nietzsche). Quando la storia frappone ostacoli al compimento dei nostri desideri e alla realizzazione dei nostri progetti guardiamo al crocifisso come a una maledizione, e sentiamo, irrefrenabile, l’impulso a liberarci dalla sofferenza. Scegliamo Barabba e ci incamminiamo sul sentiero opposto a quello della Croce.

“Apparteniamo al mondo, siamo di quaggiรน”, le logiche “di lassรน” ย non le comprendiamo.ย Quante volte “lo abbiamo cercato” senza trovarlo? Perchรฉ lo abbiamo cercato nelle nostre concupiscenze, mentre ci facevamo giustizia, increduli che “Io sono” รจ amore sino alla fine, sino al nemico.ย Per questo il Signore ci dice che “non possiamo andare dove egli va”.ย Non possiamo seguirloย sulla via della Croce, l’assurdo ci spaventa, il dolore ci annichilisce. La nostra esistenza sembra basarsi sulle tragiche parole riportate nel libro della Sapienza: “La nostra vita รจ breve e triste; non c’รจ rimedio, quando l’uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.

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Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati” (Sap. 2, 1-2). Dietro a ogni rifiuto della Croce vi รจ sempre l’incredulitร  cinica di chi non ha conosciuto Colui che libera dagli inferi:ย “se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati”.ย La tomba ci fa paura, e, se una lapide decreta la fine, siamo condannati a lottare con tutte le forze per allontanareย il piรน possibileย la morte.

Per questoย non possiamoย accettare un figlio che uccida i nostri progetti su di lui; che la moglie o il marito entrino in crisi e distruggano affetto e dolcezza, polverizzando l’immagine di matrimonio che abbiamo coltivato; la suocera che ci guarda di traverso obbligandoci sempre sulla difensiva; un lavoro che ci umilia senza un briciolo di rispetto; una malattia che sconvolga i ritmi e inchiodi la vita alla precarietร . Non accettiamo, e ci dimeniamo, cercando ragioni, soluzioni, vie di fuga, ma senza successo: la vendetta non ci consola, farci giustizia non ci placa, accaparrare tutto per offrire ogni cosa alla nostra carne ferita non ci sazia.

“Moriamo nei nostri peccati”,ย perchรฉ non sappiamo rispondere alla domanda cruciale: “Tu chi sei?”.ย Ma ancora una volta si avvicina la Pasqua per rinnovare il prodigio: i peccati nei quali siamo morti, quelli che si ripetono giorno dopo giorno come gocce che scendono da un rubinetto mal chiuso, “innalzano” per noi Cristo davanti ai nostri occhi. E’ questo l’assurdo che puรฒ trasformare la nostra vita: nell’amore sconvolgente di Dio,ย il peccatoย diventa lo strumento per conoscere e sperimentare che Gesรน รจ “Io sono”, ovvero Dio Onnipotente.

I nostri fallimenti, le paure, la Croce che abbiamo preparato per Lui sono anche oggi il modo folle attraverso il quale Dio ci viene incontro per offrirci una roccia su cui appoggiare la nostra fede:ย morti nei peccati, nei peccati possiamo incontrare la vita.ย La maledizione che tante volte abbiamo lanciato contro la nostra storia ha crocifisso “Io sono”. E Lui era lรฌ, a lasciarsi “innalzare”, perchรฉ sapeva bene che solo “allora” lo avremmo riconosciuto. Guarda bene la tua vita, e conta quanti giudizi, quante menzogne, quante porcherie nascoste nel cuore ti ha perdonato. Perchรฉ sei ancora vivo?

Perchรฉ oggi puoi ancora ascoltare una Parola che ti chiama a conversione? Perchรฉ hai ancora una possibilitร  per non distruggere del tutto il matrimonio, per riconciliarti con tuo figlio? Perchรฉ c’รจ ancora una Pasqua che ti aspetta per ridarti la vita? Perchรฉ il Signore “non ha mai fatto nulla da se stesso, ma come gli ha insegnato il Padre ha parlato” annunciandoci la veritร . A differenza di tutti noi “ha sempre fatto le cose gradite al Padre”, sino a donarsi sulla Croce.

ย Convertiamoci allora, e fissiamo il crocifisso.ย Non รจ stato suicidio, ma il dono piรน grande; su quel legnoย erano scrittiย i peccati nei quali siamo andati a morire, noi sรฌ suicidandoci…ย ma se alziamo gli occhi – che significa pregare, digiunare, fare elemosina, accostarsi ai sacramenti e ascoltare umilmente la Parola di Dio, e andarci a riconciliare con i fratelli – scopriremo Gesรน “innalzato” al centro della nostra vita per strapparci alle cose di quaggiรน e insegnarci a pensare a quelle di lassรน.ย Proprio dove piรน dura รจ la sofferenza e piรน forte รจ il desiderio di sfuggirla, sperimenteremo allora che Lui รจ Dio, e che il suo amore รจ piรน forte del peccato che ci schiavizza.ย “Io sono” ci attende sulla Croce per farci “essere” con Lui.

Rinneghiamo noi stessi e lasciamoci “innalzare” con Lui. Solo allora, nella nostra umiliazione per amore, chi ci รจ accanto “saprร ” che Dio รจ amore, che in Lui si puรฒ ricominciare. Cosรฌ,ย crocifissi con Cristo, potremo finalmente “andare dove Lui” ci ha preceduto per prepararci un posto, compiendo la volontร  di Dio. Al Padre, infatti, รจ gradita una famiglia santa, sposi, genitori e figli che si amano, come una comunitร  cristiana che vive nella comunione, sperimentando che con Cristo “non siamo mai soli”.

Qui il commento completo

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Gv 8, 21-30
Dal Vangelo secondoย Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse ai farisei: ยซIo vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venireยป. Dicevano allora i Giudei: ยซVuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?ยป.
E diceva loro: ยซVoi siete di quaggiรน, io sono di lassรน; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccatiยป.
Gli dissero allora: ยซTu, chi sei?ยป. Gesรน disse loro: ยซProprio ciรฒ che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato รจ veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondoยป. Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesรน: ยซQuando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato รจ con me: non mi ha lasciato solo, perchรฉ faccio sempre le cose che gli sono graditeยป. A queste sue parole, molti credettero in lui.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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