Vangelo del giorno – 14 Aprile 2018 – don Antonello Iapicca

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SULLA BARCA DELLA CHIESAย IL CAMMINO CON CRISTO NEL MARE DELLA PRECARIETA’ E DELLA DEBOLEZZA VINCE LA PAURA

Gesรน cammina sul mare eย abbiamo paura, come i discepoli. Ci spaventa l’incontro con un mistero che supera la nostra stessa speranza. Siamo presi dalle onde della vita, รจ buio, e ci sentiamo soli; le preoccupazioni, le difficoltร  ci schiacciano in una prospettiva limitata, distolgono il nostro sguardo dall’orizzonte verso il quale stiamo navigando. Gli eventi contingenti appesantiscono il nostro cuore sino a pensare che la vita si esaurisca in quel momento che viviamo, che tutto si giochi in quell’istante, ineluttabile.

Risolvere quel problema, sospingere la barca un metro piรน avanti, sfangarla e superare quell’ostacolo. E dimentichiamo il contesto autentico della nostra esistenza; รจย buio, eย Gesรน non รจ ancora con noi, ed รจ un sentimento che ci coglie spesso, inconscio, subdolo, ma che si manifesta nelle nostre attitudini concrete. Gesรน รจ in ritardo, bisogna sbrigarsela da soli…ย Abbiamo visto miracoli, ed in essi, il nostro povero cuore incapace di sfamare reso fecondo di una vita straripante e abbondante.

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Abbiamo sperimentato il potere della benedizione del Signore, ma il buio, il vento e le onde ci annebbiano la memoria, siamo ancora cosรฌ acerbi nella fede… Ci si arrangia, si cercano soluzioni seguendo criteri umani, si briga e ci si affatica. E abbiamo paura quando Lui appare, quando ci si avvicina camminando sulle acque. Temiamo di vedere sbriciolarsi le piccole certezze acquisite, smentito il nostro meschino modo di orientarci nei problemi, evaporare l’effimera soluzione di compromesso, strapparsi le toppe cucite sul vestito vecchio.ย Abbiamo paura di un destino piรน grande, di un orizzonte cheย relativizziย queste nostre giornate,ย questi nostri affari, sentimenti, lotte, preoccupazioni.ย Perchรฉ la serietร  della vita risiede nel destino per la quale ci รจ data.

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Non รจ seria e autentica quando ci afferra e ci schiaccia sul presente. Non รจ piรน seria perchรฉ stringiamo i pugni e mettiamo ogni sforzo per un colpo di remi in piรน. Gli eventi non sono atomi isolati, ogni istante che ci รจ donato รจ incastonato in una volontร  che abbraccia l’eternitร , che รจ proprio da dove viene Gesรน camminando sul mare.ย 

Ma abbiamo bisogno di “remareย circa tre o quattro miglia”, ne hanno bisogno i nostri figli, forse anche il marito o la moglie, gli amici; le remate infeconde sono, spesso, le piรน feconde, perchรฉ proprio le crisi, anche quelle piรน dure che sembrano ingoiarci nella notte, sono il tratto di strada che ci prepara a vedere il Signore.

Non mettiamoci di traverso allora, non cerchiamo soluzioni e lasciamo che l’altro remi duro nel mare agitato tra i sibili del vento forte: non รจ come sembra, sta conoscendo se stesso e imparando l’umiltร , sperimentando che da solo non puรฒ farcela, per comprendere poi che anche quelle “tre o quattro miglia” erano dentro l’amore infinito dal quale Gesรนย ci segue, ci cerca, e viene a noi per riannodare la nostra vita al filo di misericordia che abbraccia l’eternitร . Egli sorge dal buio, da tutto ciรฒ che non possiamo e non riusciamo a vedere, per orientare la nostra vita nell’unica direzione autentica; Gesรน ci prende con sรฉ per condurci verso un destino che, come Abramo, non conosciamo, ma del quale Lui รจ profezia e primizia.

Con Lui possiamo solcare i marosi perchรฉ siamo stabiliti sulla rotta che congiunge terra e storia al Cielo, il porto per il quale ci siamo imbarcati nella vita. Un matrimonio sarร  santo, e compiuto, solo se sospinto sullaย rotta celeste, aperto alla vita che non muore. Il buio, il vento e le onde, il mare di morte e solitudine, angoscia e timore che solchiamo ogni giorno รจ aperto verso il Cielo. Cafarnao รจ la Patria, l’origine e la meta, immagine della dimora dalla quale siamo stati chiamati e verso la quale siamo diretti.ย Il Cielo รจ la nostra Cafarnao: ogni evento reca inscritto il destino celeste cui siamo chiamati. Vivere autenticamente รจ remare avendo bene presente l’orizzonte verso il quale รจ orientata la nostra barca.ย 

Gesรน si avvicina anche oggi a ciascuno di noi, persi nei frammenti disordinati delle nostre esistenze. Appare camminando sul mare, e ci parla, ci illumina, ci desta: “sono Io, non temete!” Sono Io, e voi siete in me, esistete per me, e con me camminate verso il Cielo. Non temete, proprio nelle avversitร , in quelle di oggi, e di domani, splende piรน vivido e consolante l’orizzonte celeste che dร  senso alla vita. Ogni evento indica il Cielo, camminare sulle acque significa scoprire in ogni legame, nel lavoro, nella famiglia, nelle amicizie, nelle sofferenze e nelle gioie, il segno eterno del suo amore.

Camminare sul mare significa non esaurirsi nei problemi, non esigere soluzioni e cambiamenti, non intestardirsi e nevrotizzare tutto, come se quel problema, quella difficoltร , quel litigio fossero l’ultima spiaggia. Non cedere alla disperazione, perchรฉ tutto guarda oltre, e la pazienza di chi ha gli occhi fissi sul Cielo raggiunge sempre il porto sospirato. “Nada te turbe, nada te espante, quien ร  Dios tiene nada le falta. Solo Dios basta. Todo se pasa, Dios no se muda, la paciencia todo lo alcanza.ย Niente ti turbi, niente ti spaventi, chi ha Dio niente gli manca. Solo Dio basta. Tutto passa, Dio non cambia, la pazienza tutto lo raggiunge” (Santa Teresa d’Avila).ย Perchรฉ tutto concorre al bene, anche quello che sembra non avere soluzione.

Come disse Gesรน a Santa Faustina Kowalska: “Non aver paura di nulla. Io sono sempre con te. Sappi ancora questo, figlia mia. che tutte le creature, sia che lo sappiano, sia che non lo sappiano, sia che vogliano, sia che non lo vogliano, fanno sempre la mia volontร ”. Camminare sul mare รจ percorrere ogni centimetro della storia con questa certezza, che tutto obbedisce alla volontร  di Dio, che รจ l’orizzonte piรน grande in cui tutto si muove.ย La sua percezione รจ fonte di pace, quella di chi ha sperimentato che nessun limite รจ posto a chi vive la vita di Cristo. Camminare sul mare รจ sperare, sempre, anche contro ogni speranza: “in colui che รจ morto per tutti si รจ giร  realizzato in pieno l’ideale della nostra speranza.

Quindi noi non siamo esitanti o dubbiosi,ย non rimaniamo perplessi nell’incertezza dell’attesa;ย avendo invece giร  ricevuto l’anticipo della promessa, siamo in grado di vedere con l’occhio della fede quel che sarร  il nostro futuro, e tutti lieti per l’elevazione della nostra natura, possediamo giร  quel che crediamo” (San Leone Magno,ย Sermo LXXI, 1-5, De resurrectione Domini).ย Siamo venuti al mondo per “prendere Gesรน con noi”, nella barca della nostra vita, e far risplendere il Cielo nel buio della terra. E’ Lui, รจ il nostro amato che oggi ci ricorda la sublimitร  della nostra chiamata, la bellezza e la pienezza della nostra vita, che nulla di noi รจ chiuso in se stesso, che nulla si perde, che tutto รจ dischiuso verso un destino piรน grande, che anche il dolore e il fallimento portano le stigmate di un amore infinito, quello che dร  consistenza e pace a ogni nostro momento, come a quello di chi ci รจ accanto. Apriamo, spalanchiamo oggi le porte del nostro cuore per accogliere Cristo, che ci conosce, ci ama e fa della nostra vita un segno bellissimo del Cielo, speranza per ogni uomo.

Qui il commento completo

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Gv 6, 16-21
Dal Vangelo secondoย Giovanni

Venuta la sera, i discepoli di Gesรน scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafร rnao.
Era ormai buio e Gesรน non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perchรฉ soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesรน che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: ยซSono io, non abbiate paura!ยป.
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccรฒ la riva alla quale erano diretti.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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