I Teatri del Sacro – seconda edizione 2011

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I Teatri del Sacro inaugura la sua II edizione forte sia dei riconoscimenti ottenuti, sia del numero di partecipanti che – con oltre 200 domande da tutta Italia – hanno aderito al Bando di Concorso da cui sono risultati i 27 spettacoli che andranno in scena dal 19 al 25 settembre.

In questo senso i Teatri del Sacro non è solo un Festival e neppure una semplice vetrina di nuove produzioni. È in prima istanza un’avventura artistica e culturale dedicata alle intersezioni, sempre più diffuse, fra il teatro e la ricerca spirituale e religiosa: un ‘corpo a corpo’ libero e sincero con le domande della fede, acceso dall’azione drammatica.

Spettacoli insieme di compagnie professionistiche e di compagnie amatoriali. Apparentemente uno ‘scandalo’, ma in realtà, a nostro avviso, un valore aggiunto, nella convinzione che il desiderio di fare teatro affondi le sue radici e produca i suoi frutti in un terreno comune e indivisibile: quello del gioco mimetico, con cui l’uomo ha fin dall’infanzia cercato di conoscere se stesso e di incontrare gli altri.

Un teatro, quindi, di tutti e il più possibile per tutti, affinché lo spettacolo torni ad essere, prima e oltre l’estetica della performance, un’occasione di partecipazione popolare, una festa a servizio della collettività e del suo ‘bene comune’, in nome di una bellezza concepita come gesto comunitario. 

In questo spirito i Teatri del Sacro non guarda esclusivamente allo spettacolo, ma anche (e soprattutto) allo spettatore, interlocutore privilegiato della messa in scena e testimone di un mistero che, nel caso della spiritualità, si carica di domande profonde e inattese. È stato pertanto rinnovato il laboratorio I 70 –  visioni e condivisioni, in cui 70 spettatori, coordinati da Giorgio Testa e Gabriele Allevi, saranno coinvolti in un viaggio ermeneutico dentro tutti gli spettacoli del Festival.

Nella sua evoluzione progettuale I Teatri del Sacro non si concluderà con il Festival di Lucca. Si cercherà infatti di promuovere, a livello nazionale, la circuitazione degli spettacoli prodotti, valorizzando in particolare il patrimonio, troppo spesso ignorato o stigmatizzato, dei piccoli teatri e delle Sale della Comunità che costellano il nostro Paese.

Una rete silenziosa, che si snoda spesso attraverso paesi e città di provincia, lontani dal richiamo prestigioso dei teatri metropolitani, ma proprio per questo forse più capaci di riportare l’arte dello spettacolo sul confine che più le è proprio: il confine con la vita.