Sussidio Quaresima CEI – Commento al Vangelo di domenica 8 Marzo 2020 – Mt 17, 1-9

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La seconda Domenica di Quaresima, in continuitร  con la precedente, che evidenziava ciรฒ che il cristiano รจ chiamato a lasciare, mostra la meta del nostro cammino di conversione quaresimale: il volto trasfigurato di Cristo. La liturgia odierna si apre nel segno dellโ€™ascolto della Parola: piรน volte risuona lโ€™invito Ascoltatelo (cfr. Acclamazione al Vangelo; Colletta; Antifona di comunione).  Lโ€™ascolto assiduo della parola di Dio (cfr. SC 109) trasfigura il cuore dei fedeli e conduce alla celebrazione della Pasqua.
Per favorire lโ€™ascolto del Signore che parla, potrebbe essere utile valorizzare i brevi momenti di silenzio offerti dalla liturgia, in modo particolare quelli previsti nella Liturgia della Parola (cfr. OGMR, 45. 56).
โ€œAnche prima della stessa celebrazione รจ bene osservare il silenzio in chiesa, in sagrestia e nel luogo dove si assumono i paramenti e nei locali annessi, perchรฉ tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazioneโ€. (OGMR, 45).

รˆ bene continuare a curare i diversi linguaggi della celebrazione, verbali e non verbali, mantenendo le scelte di sobrietร  ed essenzialitร  precedentemente fatte.

ยซVatteneยป

La storia di creazione e de-creazione racchiusa nei primi undici capitoli della Genesi รจ, al c. 12, improvvisamente rigenerata attraverso la vocazione di Abramo. Il Signore Dio sceglie e chiama Abramo, con tutta la sua famiglia, per costituirlo segno di benedizione per tutti i popoli della terra. Il testo biblico sembra insistere molto sullโ€™iniziativa di Dio, che spinge il patriarca nella fede a muoversi con decisione โ€“ ยซVatteneยป โ€“ lasciando la casa paterna per avventurarsi in una terra sconosciuta, ma che Abramo sarร  in grado di riconoscere. In realtร , come precisano gli ultimi versetti del capitolo precedente, Abramo si sta giร  dirigendo verso la terra che Dio indicherร : ยซPoi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioรจ di suo figlio, e Sarร i sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscรฌ con loro da Ur dei Caldei per andare nella terra di Canaanยป (11,31). Tuttavia, dopo la morte del padre (11,32), Abramo puรฒ finalmente ascoltare lโ€™indicazione di Dio non solo come una semplice conferma del cammino giร  intrapreso, bensรฌ come una dilatazione dei suoi progetti che, improvvisamente, acquistano lo spessore di una chiamata a cui รจ impossibile rinunciare. Si capisce perchรฉ lโ€™esegesi ebraica ha sempre inteso la forma verbale ยซvatteneยป come un imperativo volto a dirigere il cammino di Abramo verso un incremento di consapevolezza del proprio desiderio profondo: ยซvaโ€™ verso te stessoยป.

Essere (una) benedizione

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Abramo parte senza padre e senza fratello โ€“ entrambi appena morti โ€“ e con una moglie โ€“ Sara โ€“ sterile. In un simile contesto di morte e di sterilitร , la voce perentoria del Signore Dio potrebbe anche assumere un tono beffardo se non fosse accompagnata da una dolce promessa di feconditร : ยซFarรฒ di te una grande nazione e ti benedirรฒ, renderรฒ grande il tuo nome e possa tu essere una benedizioneยป (Gen 12,2). Per ben cinque volte, in appena due versetti, il testo fa ricorso al campo semantico della benedizione, per mettere in evidenza che ogni cammino di morte puรฒ essere riscattato solo da colui che ha il potere sulla vita e sulla morte. La speranza contenuta nel testo della chiamata di Abramo appare ancora piรน evidente se pensiamo che questo racconto รจ stato redatto, con tutta probabilitร , nel tempo dellโ€™esilio in Babilonia, un momento di prova in cui la promessa di Dio sembra essere venuta meno e la numerosa discendenza promessa ad Abramo un lontano ricordo, per non dire una illusione. La risposta del nostro padre nella fede diventa lโ€™accoglienza della prospettiva di una vita che puรฒ sempre ricominciare, anche nella desolazione del piรน grande deserto, affinchรฉ la vita del mondo possa essere e dirsi benedetta.

ยซSei giorni dopoยป

Anche il racconto della Trasfigurazione si colloca nel quadro del cammino dellโ€™uomo verso Dio, e del mistero della morte che ha bisogno di essere attraversato da tutta la luce di Dio per poter accedere a una eternitร  di vita. Il racconto della Trasfigurazione si apre con una nota temporale tuttโ€™altro che superflua o priva di significato: ยซsei giorni dopoยป. Lโ€™espressione potrebbe alludere allโ€™annuncio di passione che Gesรน ha rivolto ai suoi discepoli subito dopo la confessione di Pietro a Cesarรจa di Filippo (cf. 16,21). Ma ci potrebbe essere anche un riferimento al ยซsettimo giornoยป, quello in cui Dio porta a compimento i sei giorni della creazione, ยซcreandoยป il tempo del riposo, cioรจ il godimento della relazione. Nella concezione biblica, il numero รจ un simbolo a cui si ricorre quando si vuole mettere in luce la natura segreta delle cose, rivelandone i significati piรน reconditi. Se il numero sei รจ cifra del livello umano, il sette rappresenta piuttosto il livello divino. La precisazione di tempo, dunque, sta a indicare lโ€™irruzione di Dio dentro la tenda della nostra umanitร . Per questo tutti i vangeli, con sfumature diverse, affermano che le vesti di Gesรน ยซdivennero candide come la luceยป (Mt 17,2).

In disparte

Il Maestro Gesรน decide di salire su un ยซalto monteยป, per dedicarsi a una preghiera piรน raccolta e profonda, insieme ad alcuni discepoli scelti, ยซPietro, Giacomo e Giovanniยป (17,1). In Galilea, duemila anni fa come oggi, i posti per raccogliersi in preghiera sono offerti in abbondanza dalla natura ospitale e verdeggiante; non cโ€™รจ bisogno di grandi spostamenti o avventurose arrampicate per fare silenzio e ritrovarsi a tu per tu con lโ€™invisibile presenza di Dio. Lโ€™indicazione geografica del brano evangelico colloca lโ€™evento della Trasfigurazione in uno scenario astorico e atemporale per rendere lโ€™evento storico significativo per ogni generazione cristiana. Questa comprensione universale del mistero รจ stata ben colta dalla tradizione iconografica, che ha scelto proprio la scena della Trasfigurazione come modello iniziatico e paradigmatico di ogni altra icona cristiana.

Il volto

Unโ€™ulteriore conferma che la Trasfigurazione โ€“ allโ€™interno dellโ€™itinerario quaresimale โ€“ vada colta come unโ€™indicazione di vita รจ rappresentata dallโ€™importanza accordata al ยซvoltoยป di Gesรน che brilla ยซcome il soleยป. Secondo la tradizione biblica, Dio non ha un solo volto, ma ne possiede diversi, che esibisce allโ€™uomo a seconda delle circostanze in cui esso si trova, per il maggior bene del suo cammino di vita. Sul monte Gesรน rivela il volto di Dio, manifestandosi ai discepoli come il Figlio amato, nel quale รจ possibile riporre fiducia e ascolto. Ma rivela anche il volto dellโ€™uomo, che รจ destinato a essere rigettato e deve attraversare la sofferenza, fino a rimanere ยซsoloยป (Mt 17,8). Sul monte si manifesta, dunque, il mistero della divino-umanitร , che nella teologia dellโ€™oriente cristiano non รจ altro che la conseguenza del mistero pasquale per la nostra umanitร .

La risurrezione

Il commento conclusivo, o meglio la raccomandazione, che Gesรน stesso rivolge ai suoi discepoli scendendo dal monte, non รจ affatto accidentale: ยซNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dellโ€™uomo non sia risorto dai mortiยป (Mt 17,9). Con queste parole lโ€™evangelista pone un collegamento forte e diretto tra la Trasfigurazione e la Pasqua di Cristo, cioรจ tra la vittoria di Dio sul peccato e sulla morte e la trasformazione della passione e morte in un inedito cammino di speranza e di vita.

Trasfigurร ti

Recuperare unโ€™idea grata e felice di Dio รจ urgente e necessario per avere la forza di obbedire a Cristo, fidarsi dei suoi insegnamenti e mettere la nostra vita dietro ai suoi passi, come la voce del Padre invita a fare: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยปโ€ฏ (Mt 17,5). Lโ€™esperienza di bellezza che i discepoli vivono sul monte ci ricorda che soltanto unโ€™esperienza grata di Dio puรฒ riaccendere il meccanismo della nostra conversione, e riattivare il dinamismo di una sequela capace di affrontare il perenne scandalo della croce. Poichรฉ a noi cristiani ยซรจ stata data in Cristo Gesรน fin dallโ€™eternitร ยป una ยซvocazione santaยป: la ยซgraziaยป (2Tm 1,9) di poter soffrire โ€” ยซcon la forza di Dioยป โ€” ยซper il vangeloยป (1,8). Cioรจ di poter accogliere nella nostra vita il mistero della croce, partecipando allโ€™opera del nostro Maestro e Signore, il quale ยซha vinto la morte e ha fatto risplendere la vitaยป (1,10).

Questo commento fa parte del sussidio della Quaresima 2017.

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