La profetessa Anna aveva un solo scopo nella vita: Dio. Non le restava nient’altro, non cercava consolazioni alternative, non inseguiva sicurezze umane: viveva nel tempio, giorno e notte, “servendo Dio con digiuni e preghiere”.
Ed è per questo che lo riconobbe: perché il cuore che vive di Dio non perde mai Dio, nemmeno quando viene in punta di piedi, nascosto tra le braccia di due genitori poveri.
Anna vede ciò che altri non vedono, parla ciò che altri non sanno dire. Lei riconosce il Messia non perché è più intelligente o più santa degli altri, ma perché la sua vita era già sintonizzata sulla frequenza di Dio.
Chi vive per Dio — davvero, radicalmente, senza riserve — diventa capace di riconoscerlo anche nei luoghi inattesi, nelle persone che tutti ignorano, nelle situazioni che sembrano insignificanti.
E allora la provocazione per noi, oggi:
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Che posto ha Dio nella nostra vita?
È un accessorio tra tanti o è il respiro di tutto?
Perché se Dio è il centro, il cuore si apre, gli occhi si purificano, e la bocca si accende: si parla di Lui con naturalezza, con libertà, con gioia.
Solo chi vive di Dio può parlare di Dio.
Ogni Natale ci ripropone questo sguardo: un piccolo bambino atteso da chi veglia, perso da chi vive distratto.
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Anna ci ricorda che la vera profezia nasce solo da chi mette Dio al primo posto… e allora diventa impossibile tacere di Lui.
Sr Palmarita Guida fvt
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade
