La storia della salvezza scorre sotto ai nostri occhi, grazie alle letture che di domenica in domenica ci accompagnano a scoprire tratti particolari della presenza di Dio, del suo amore, dellโopera con cui lui accompagna la nostra storia. E per nostra intendo quella dei popoli, quella del mondo.
Lettura dopo lettura incrociamo storie di affidamento, di consolazione, di terrore, di violenza, di superamento, di richieste. Storie che in un modo o in un altro ci riportano a noi e ci chiedono di fare i conti con la nostra vita, ci confrontano, a volte ci incoraggiano, altre volte ci mettono con le spalle al muro.
Le letture della XVII domenica del Tempo Ordinario rimettono al centro della nostra riflessione la preghiera: quella di intercessione, che svetta nel rapporto tra Abramo e Dio. Una preghiera, espressione di una relazione talmente forte, da riuscire a intercettare, frenare, orientare Dio. Abramo conosce la fragilitร di chi vive il suo stesso tempo, conosce il male che come grido efferato sta scuotendo anche Dio. Eppure sceglie consapevolmente di fare della sua vita un argine allโira e a nuova violenza, fosse pure a quella giustificata e mossa da Dio in persona.
Ma al centro, grazie al Vangelo, cโรจ anche una preghiera di affidamento e, direi, di riconoscimento. La preghiera di chi sa di avere un padre su cui contare, un padre da cui tutto proviene, un padre che ascolta, risolleva, apre, sostiene, dร e ridona vita, amaโฆ di quellโamore libero e liberante. Un Padre perรฒ che ama segnare sentieri perchรฉ la vita donata diventi possibile per tutti, e sia segnata da condivisione, giustizia, perdono, fedeltร .
Poi perรฒ, a introdurre il Vangelo, cโรจ un versetto alleluiatico che รจ di una potenza infinita: ยซAvete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbร ! Padre!ยป (Rm 8,15bc). Noi possiamo pregare quel Padre, possiamo riconoscerci figlie e figli perchรฉ abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio. E la nostra prima preghiera da figlie e figli non puรฒ che essere ยซAbbร , padre!ยป; ed รจ un grido che conta, anzi รจ IL grido che conta. Poterlo dire con convinzione e libertร , prima ancora di qualsiasi richiesta, oltre qualsiasi richiesta. Dirlo e ripeterlo piรน volte, e nelle piรน disparate situazioni che la vita ci chiede di vivere: con il nodo in gola o con il cuore che esplode dalla gioia, quando il non-senso consuma lentamente ogni energia o quando lโentusiasmo riesce a sfinirci e a ricaricarci.
ยซAbbร , padre!ยป, รจ il grido di chi sa di non essere solo.
ยซAbbร , padre!ยป, รจ la certezza lapidaria quando tutto si sta sgretolando.
ยซAbbร , padre!ยป, รจ lโunica parola che resiste nel cuore mentre le guerre continuano a dilaniare persone, popoli, storie, mondi, fraternitร . Resiste, e riaccende scintille proprio di quella fraternitร ferita.
ยซAbbร , padre!ยป, lo diciamo sapendo che per noi non ci sono serpi o scorpioni, divine ritorsioni o punizioni, ma pesci, pani, uova, che chiedono perรฒ di essere condivisi tra sorelle e fratelli in umanitร ancora prima che in fede.
E se anche, oggi, il cuore si stringe nellโimpotenza di fronte a ennesime guerre, e violenza, e ingiustizie, e illegittime violazioni della dignitร umana, noi ti preghiamo, Padre, ti invochiamo, Abbร , perdona i crimini di cui ci stiamo macchiando per azione o per omissione, per superficialitร o per apatia, per incoscienza o per volontร .
Padre, Abbร , continuiamo ad aver bisogno del tuo pane, del tuo bene, del tuo amore.
Ascolta il grido della nostra preghiera e insegnaci a coltivare un cuore che sappia ascoltare il grido di chi oggi non ha piรน voce per urlare nรฉ lacrime da piangere.
Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com
