Oggi parto dalla fine, dalla conclusione del brano evangelico: «… la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda». Se tutto questo è vero, ed è vero, allora non dobbiamo puntare alla bocca, ma al cuore; non al tronco, ma alla linfa che rende buono l’albero e possibili i frutti, non alle travi o alle pagliuzze, ma agli occhi, i nostri occhi, che ci consentiranno di avere sguardi trasparenti.
Per poter risplende come astri e tenere al centro della nostra vita la Parola, Dio stesso fatto carne, che ci rende frutto buono, dobbiamo occuparci del nostro cuore, della nostra interiorità , di ciò che muove le nostre più intime intensioni.
Non parole che dicano quello che vorremmo essere. E neppure parole che raccontino i nostri pentimenti, la nostra voglia di ricominciare. Che cosa sono le parole se poi tutto il resto non è vita?
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Che cosa significa: «So di sbagliare», se poi continuo a ferire? Che cosa significa: «Signore, conto sulla tua misericordia», se poi di misericordia verso gli altri non ne voglio sapere?
Prendiamoci cura del nostro cuore, ascoltiamo che cosa lo appesantisce, non mentiamo a noi stessi dicendoci che va tutto bene quando ferite, stanchezza, delusioni gli procurano dolore. Perché un cuore ferito, se trascurato, ferisce, anche involontariamente.
San Paolo direbbe: aspirate ai carismi più grandi. Ecco, allora noi aspiriamo ai frutti migliori, aspiriamo a generare frutti buoni, ricchi di vita, capaci di incoraggiamento, di condivisione, di vera fraternità . Non riduciamoci ad attendere, non consumiamoci nella pretesa di poter togliere pagliuzze altrui, non logoriamoci in sterili e non divine attese di riconoscimento.
Aiutiamo il nostro cuore a volare, a desiderare la pienezza dello Spirito che è leggerezza, entusiasmo, passione, vita buona. E solo in quel momento ci accorgeremo di essere un albero buono che genera frutti buoni e una parola capace di seminare speranza.
L’albero buono e la bocca buona sono come una sorgente nel deserto: chi la trova non la lascia.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Rendici buoni
Rendici buoni, Signore della Vita,
rendi il nostro cuore buono e puro
perché bello e trasparente
sia il nostro sguardo
e capaci di vita siano le nostre parole.
Riempici di te, della tua bellezza,
del tuo Spirito,
perché il cuore sovrabbondi di vita,
la mente sovrabbondi di luce
e ognuno di noi possa diventare
sorgente di acqua zampillante
anche negli spaccati più aridi della storia.
Amen.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.comCANALE YOUTUBEPAGINA FACEBOOK