Entriamo in Gerusalemme
Mancano due giorni alla festa di Pasqua, e a Gerusalemme cโรจ grande trambusto. La Pasqua ebraica non รจ una delle feste; รจ la festa: รจ memoria e fedeltร . Quella di un popolo che, di generazione in generazione, dice a sรฉ stesso chi รจ e da dove viene, e quella di un Dio che conferma nel tempo una speciale predilezione.
Mancano solo due giorni e a Gerusalemme cโรจ grande trambusto perchรฉ ormai da secoli la Pasqua, con tutti i suoi speciali riti e azioni liturgiche, puรฒ essere celebrata solo lรฌ, nella cittร del tempio, dellโincontro con Dio, delle azioni liturgiche. Solo lรฌ lโagnello puรฒ essere sacrificato. Solo lรฌ le famiglie possono riunirsi e celebrare la Pasqua, il passaggio, la liberazione, la fedeltร di Dio.
Mancano due giorni alla grande festa di Pasqua. A Gerusalemme, qualcuno perรฒ non sta preparando la vita, ma la morte: stanno cercando di catturare Gesรน per farlo morire. A Betania, qualcuno, una donna, sta sprecando del puro nardo, di grande valore, versandolo sul capo di Gesรน.
Da una parte la morte, dallโaltra la vita.
Da una parte lโinganno, dallโaltra il gesto plateale e provocatorio.
Da una parte chi segretamente complotta unโuccisione, dallโaltra chi rompendo una ritualitร profetizza la morte, opponendo allโinsostenibile lezzo della decomposizione il profumo intenso della risurrezione.
Inganni, violenza, false testimonianze e morte sembrano essere protagonisti di queste pagine. Paura, angoscia e disorientamento sembrano essere i sentimenti piรน diffusi.
Ma gli ultimi giorni della vita di Gesรน di Nazaret, che celebriamo nella domenica delle Palme, non servono a ricordarci di quanta violenza riesce a essere capace il genere umano, quella รจ continuamente sotto i nostri occhi, purtroppo, quanto piuttosto a farci contemplare la radicalitร dellโamore, il senso dellโavventura umana del Maestro, la gratuitร di una salvezza che da quel giorno sul Golgota รจ possibile per tutti coloro che la desiderano.
Lasciamo Betania, e con Gesรน entriamo a Gerusalemme, entriamo con lui nelle mille contraddizioni possibili che lui ha scelto di attraversare e da cui non si รจ allontanato, entriamo con lui nel mistero pasquale della sua passione, morte e risurrezione.
I due capitoli del Vangelo secondo Marco ci accompagnano nel cuore degli eventi: proviamo a scegliere un momento, proviamo a entrarci, a restare tra i presenti, a sentirci protagonisti, a lasciarci raggiungere dalle parole, dagli sguardi e dai gesti di chi lo sta vivendo. E noi? E io? Che cosa avrei fatto? Che cosa avrei desiderato? Come avrei reagito?
Gesรน da Betania fino al Calvario, nel cenacolo, nel Getsemani, nel sinedrio, nel pretorio, ovunque, sembra ripetere quel sรฌ detto al Padre: ยซNon ciรฒ che voglio io, ma ciรฒ che vuoi tuยป, dono offerto ai suoi, a noi.
Oggi guardiamo a lui, ascoltiamo con il cuore i suoi gesti e le sue parole. Viene a noi, carico non di una straordinaria divinitร , ma di una sconvolgente umanitร fatta di angoscia e paura, ma anche di perdono, forza e passione.
ร il Figlio che sprofonda con fiducia nelle braccia del Padre, ma รจ anche lโuomo che non sa fino in fondo che cosa gli sarร chiesto.
ร lโuomo della Croce, uomo sfigurato dal dolore e ucciso dalla durezza di chi non ha voluto vedere, ascoltare, credere.
ร la nostra possibilitร di vedere quanto grande sia il suo amore.
Oggi, fino a Pasqua, contemplando il Signore, possa sgorgare in noi gratitudine e fiducia in Colui che per amore ha dato tutto.
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Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com
