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Sr. Mariangela Tassielli – Commento al Vangelo di domenica 24 Dicembre 2023 per bambini/ragazzi

Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 26-38

Qual è la casa di Dio? E dove cercarla? Quanto è destabilizzante questa domanda. Quanti inutili tentativi, quante energie impieghiamo per cercarla. La storia ne è piena. Anche quella personale. Abbiamo bisogno di trovarlo, abbiamo bisogno di sapere a quali porte bussare. Abbiamo bisogno di risposte che ci permettano di incontrarlo. Siamo disposti anche a costruire con le nostre stesse mani la sua casa, pur di mettere al sicuro Dio. A volte siamo presi da quella strana smania di fare qualcosa per lui, fosse per gratitudine o per carpire benevolenza.

Questo è ciò che accade anche a Davide, e che ascoltiamo nella Prima lettura. È ciò che desidera con tutte le sue forze; e potrebbe anche essere legittimo. In fondo Davide è grato al suo amico e Signore, infinitamente grato. Il Signore lo ha scelto quando nessuno avrebbe puntato su di lui.

Il Signore è stato con lui ovunque: nei momenti di trionfo ma anche nelle sconfitte, nelle pagine della vita graffiate dal dolore. Il Signore non ha sottratto la sua predilezione neppure quando Davide ha allontanato la luce dal suo cuore. Davide ha sempre continuato a essere l’amico di Dio. Alla luce di questo, il suo desiderio è dunque più che legittimo, talmente legittimo da ricevere anche l’approvazione del profeta Natan.

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Ma per Dio le cose non sembrano funzionare nello stesso modo. A Davide ha davvero concesso molto, ma una casa no. Dio non può accettare di dimorare in una casa costruita da mani d’uomo, non può lasciarsi limitare dai nostri muri, chiudere dai nostri confini; non può coincidere con le nostre strutture.

«Io farò a te una casa», questo l’annuncio di Dio.

E ciò che vediamo accadere a Nazaret continua a essere il compimento di quella promessa: il Dio creatore che ha custodito Israele, lo ha benedetto, lo ha ricondotto a casa dall’esilio, il Signore dei cieli che si è fatto casa per il suo popolo, in Maria sceglie di abitare una casa fatta di carne, facendosi carne. Sceglie di abitare la creatura a cui egli stesso ha dato vita. Nel sì di Maria, l’Onnipotente rivela se stesso donandosi, facendosi noi, superando il silenzio dei secoli per offrirsi come parola finalmente udibile da noi, da tutte e tutti noi.

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Aprendoci a lui possiamo diventare come Maria, casa di Dio. E lì trovarlo… e lì trovarci.

Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com

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