Allora, oggi, su che cosa vogliamo concentrarci? Sui due discepoli che si allontanano da Gerusalemme verso Emmaus? Su che cosa vogliamo puntare la nostra attenzione? Sulla loro tristezza, nostalgia o delusione? E se lo facessimo, che cosa ne ricaveremmo? Nulla se non forse mezzo gaudio dovuto a un mal comune. Sรฌ, mal comune perchรฉ magari anche noi in una situazione storica non cosรฌ esaltante potremmo provare le stesse emozioni. Ma poi? Correremmo il loro stesso rischio: parlottare tra noi, o peggio, con noi stessi, e convincerci che tanto alla fine tutto รจ inutile e che magari non vale neppure la pena sprecare energie per sognare o per credere in qualcosaโฆ fosse pure Dio.
Ecco, oggi, terza domenica di Pasqua, facciamo un esercizio: scrolliamoci di dosso, e scrolliamo dalle nostre sinapsi, dagli occhiali del nostro cuore, dalle idee che ci frullano in testa tutto quel nerume che offusca i nostri occhi. Spalanchiamo le finestre del cuore e concentriamo tutta la nostra attenzione su una, ed una sola, certezza: abbiamo a che fare con un gran Signore. E ci metto la maiuscola. Un gran Signore davvero! Ma chi lo ferma quel Gesรน? Guardiamo quantโรจ bello. Ma ci pensate a quel giorno?
Lรฌ a Gerusalemme era un gran caos. Ed era piรน che legittimo per quei poveracci non capirci nulla. Era legittima la nostalgia di quei discepoli e discepole di Gesรน, era legittimo il loro bisogno di mettere una certa distanza tra le loro vite e quel sepolcroโฆ e quel cenacoloโฆ e quelle tre croci ancora lรฌ fissate nel terreno.
Ma chi lo ferma quel Gesรน! Se lโodio non รจ riuscito a farlo tacere, se la morte non รจ riuscita a tenerlo in suo potere, potevano forse riuscirci stanchezza, amarezza, delusione? Nulla lo ferma!
Gli occhi dei suoi sono incapaci di riconoscerlo? Pietro รจ incapace di vedere un sepolcro vuoto e di capire? Le donne non riuscivano a cercare altro in quel sepolcro se non un corpo morto? Ma a lui tutto questo non importa! Lui si affianca, lui si lascia rallentare, interrogare, invitare.
Per raggiungerci, oggi esattamente come ieri, non ha bisogno di essere riconosciuto, onorato, lodato. A lui stiamo a cuore noi. A lui sta a cuore la nostra vita. Questa รจ la bellezza degli eventi accaduti lungo quella strada da Gerusalemme a Emmaus.
I nostri occhi, esattamente come quelli di Cleopa e dellโaltro discepolo (che in realtร potrebbe essere anche una discepola), possono riconoscerlo nello spezzare il pane solo perchรฉ prima di quel pane cโรจ una fatica condivisa, cโรจ la condivisione di una storia e di tanta difficoltร . Quel โpane spezzatoโ puรฒ accadere proprio perchรฉ cโรจ strada fatta insieme prima di un invito.
ร disarmante quello che succede trai due discepoli e il Maestro: allโinizio del Vangelo รจ Gesรน a passare e a chiamare quelli che sarebbero stati i suoi discepoli. Ora sono loro a chiamare lui, a chiedergli di far parte della loro vita, di entrare in quella loro impotenza, di sostare con loro sulla soglia della loro voglia di speranza.
ร qualcosa di straordinario, che tocca in profonditร e commuove. Ed รจ ciรฒ che continua ad accadere, anche per noi tutte quelle volte in cui gli eventi oscurano la nostra speranza, attentano alla nostra fede, spengono la nostra passione. Lui cโรจ! A tratti con una parola forte che riesce a scuoterci da noi stessi, altre volte con un segno, con una presenza, anche invisibile, capace di farci battere il cuore di nuovo, per ripartire, magari anche ritornando sui nostri passi, ma con una vita nuova da condividere. Lui cโรจ! Si affianca a noi, e questa รจ la nostra certezza, quella certezza che fa vivere!
Leggi la preghiera per questa domenica.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com
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