Lโaudacia di non accontentarsi
Nel tempo penitenziale che caratterizza la Quaresima splendono in questa IV domenica significative scintille di gioia. Adesso qualcuno mi dirร : ยซLetizia, sr Mariangela. Siamo in Quaresimaโฆ gioia รจ troppo!ยป. E perchรฉ mai รจ troppo? Di gioia ci parla lโantifona di ingresso. E lโantifona di ingresso โ lo sappiamo โ dร sempre il tono a tutta la celebrazione. Quindi: gioia! Auguriamoci reciprocamente di poterla sperimentare, di poterla vivere nel piรน profondo del nostro cuore. Auguriamoci di poterla desiderareโฆ poichรฉ in molti hanno messo la gioia nella categoria delle cose impossibili. Una gioia fondata, una gioia motivata e consapevole, non superficiale.
La fonte della nostra gioia รจ la Pasqua.
ร la risurrezione del Dio che si รจ lasciato crocifiggere per amore che ci abilita a provare gioia, che ci autorizza a desiderarla.
La gioia non รจ possibile solo quando qualcosa ci va particolarmente bene; e non รจ impossibile quando tutto attorno a noi e in noi sembra franare.
Esiste qualcosa di piรน profondo che nasce dalla consapevolezza di essere amati, di essere preziosi, di essere importanti per qualcuno; e questo qualcuno per noi รจ il Signore della vita, il Dio delle promesse, il Nazareno morto e risorto.
Le letture di questa domenica laetare ci svelano un singolare volto di Dio: ce lo fanno contemplare come colui i cui progetti poco si sposano con i nostri. Nella prima lettura leggiamo di un profeta inviato a consacrare re un giovanissimo pastore. Un profeta certamente stravolto da quelle parole divine che gli dicono quanto sbagliati siano i suoi criteri di scelta quando i suoi occhi si poggiano sul piรน grande e forte: ยซNon guardare al suo aspettoโฆ Io lโho scartato, perchรฉ non conta quel che vede lโuomoโฆ il Signore vede il cuoreยป. E cosรฌ Samuele fortemente orientato dalle parole di Dio consacra non il piรน grande, ma il piรน piccolo. ร una storia, questa, che si ripeterร piรน e piรน volte. E pur facendo le debite differenze รจ la stessa storia che vediamo accadere tra Gesรน e lโuomo nato cieco.
Maestri della Legge, anziani, capi del popolo, il popolo stesso, restano tutti fortemente interdetti di fronte a quellโopera straordinaria avvenuta nei confronti di chi รจ palesemente fuori da ogni retta via e per giunta in giorno di sabato. Anche in questo caso la potenza di Dio si rivolge verso un escluso, un non considerato, un โfatto fuoriโ.
E poi, Dio stessoโฆ chi sceglie di essere? E come sceglie di finire? Un uomo errante, preso per lo piรน per matto se non per bestemmiatore, condannato e crocifisso.
Eppureโฆ proprio tutto questo ci fa dire che la gioia รจ possibile. Sapere di avere a che fare con un Dio illogico (rispetto alle nostre logiche) ci permette di credere nella possibilitร di una vita straordinaria. Sapere di essere amati, voluti, creati, salvati dal Dio ultimo ed escluso, ci dice che per tutti noi cโรจ una possibilitร concreta e reale di svoltare. E svoltare davvero!
Vogliamo provare a crederci? Provarci! Semplicemente provare a fidarci di colui che davvero puรฒ portare luce nella nostra vita, amore nelle nostre solitudini, speranza nelle nostre fatiche, fiducia nelle nostre delusioni.
Proviamo a tirarci fuori da noi stessi?
La Pasqua รจ vicina. Proviamo a lasciarci invadere dalla Luce? Gli consentiamo di capovolgerci? Dio non misura, non รจ misura. Lui รจ sovrabbondanza!
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Leggi la preghiera per questa domenica.
FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com



