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Sr. Mariangela Tassielli – Commento al Vangelo di domenica 12 Novembre 2023 per bambini/ragazzi

✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 25,1-13

È notte, e siamo stanchi di vegliare. È notte, e dormire non è un peccato. È notte, e l’alba è ancora molto lontana, e con l’alba lo sposo, il giorno nuovo, la risurrezione, la nuova vita. Non possiamo aspettare svegli. Non è umano. E farlo vorrebbe dire essere moribondi alle luci dell’alba.

È notte. Non è un caso che lo sposo arrivi a notte inoltrata. Spesso proprio la notte diventa custode di cose importanti, buone o cattive che siano. La notte amplifica addirittura i silenzi. La notte ci permette di ascoltare i sussurri.

Gli eventi, che il Vangelo di questa XXXII domenica racconta, accadono di notte. È il Vangelo delle vergini sagge e delle vergini stolte, pagina molto nota che ci accompagna nel cuore di una notte importante, accanto a dieci giovani donne chiamate a custodire la luce per accogliere lo sposo e permettere alla festa di avere il suo corso.

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È notte, e se lo sposo tarda le lampade vanno spente. Forse questo è accaduto, forse a un certo punto della notte sono state proprio le giovani donne a spegnerle in attesa del momento giusto. O forse si sono solo spente… così naturalmente, come tante volte accade anche nella nostra vita. La lunga attesa consuma l’ossigeno, e anche le fiamme più forti si spengono. Non sappiamo bene cosa accadde, ma sappiamo che le une e le altre si assopirono. Sappiamo che il sonno non le ha rese colpevoli. Sappiamo che la stanchezza dell’attesa non le ha escluse dalla festa.

Il grido della novità attesa arriva a mezzanotte, passaggio a un giorno nuovo che sembra voler portare tutti oltre il già vissuto. E ci sembra di vederle… Perché ci sembra di vedere noi stessi, quando stritolati da un’estenuante attesa finalmente riusciamo a scorgere, a toccare, a vedere il sorgere di un’alba nuova e desiderata. Ma la notte non ha ancora terminato il suo corso. È a metà del suo cammino, e pur in compagnia dello sposo, ha ancora bisogno di luce, di lampade che rischiarino, di passi da compiere. Occorre nuovamente accendere la luce, perché spesso non basta attendere, non basta ascoltare i sussurri anche di notte, abbiamo bisogno di muoverci verso, di andare incontro, di rispondere a una chiamata uscendo da noi stessi.

E allora serve l’olio, un olio che possa alimentare la luce, per schiarire anche la più profonda delle notti.

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Ma l’olio di riserva non può essere condiviso. Puoi condividere la lampada, puoi condividere la luce, puoi essere sguardo e passo per altri, ma non puoi condivider l’olio di riserva, non puoi prestare ciò che alimenta quella lampada… Perché l’olio sei tu, è la tua voglia di non mollare, è la tua determinazione di riaccendere una luce nella notte, è il tuo personalissimo voler andare incontro allo sposo. L’olio è il tuo sì insostituibile. L’olio sei tu e la tua voglia di continuare ad attendere la voce nel deserto, la luce nella notte, l’acqua nella steppa, la sapienza nel nonsenso.

L’olio è “frutto” buono di scelte buone; non viene dal nulla, ma da olive spremute. Così nella vita. Così nella notte. Così con Dio.

Lui ci viene incontro. Sempre.
Lui si fa voce nel deserto. Sempre.
Lui è acqua zampillante. Sempre.

Scelta dopo scelta, passo dopo passo, possa crescere sempre più quell’olio che ci permetterà di tenere accesa la nostra vita anche nella più oscura delle notti.

Per gentile concessione di Sr. Mariangela, dal suo sito cantalavita.com

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