Sr. Mariangela Tassielli – Commento al Vangelo di domenica 11 Dicembre 2022 per bambini/ragazzi

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Cโ€™รจ davvero qualcosa di cui gioire?

รˆ la terza domenica di Avvento, domenica della gioiaโ€ฆ e di una gioia fondata! Prima lettura e Vangelo sono un tripudio di festa: tutto รจ pienezza, luce. Ogni cosa, persone o natura, sembra vibrare di una vitalitร  nuova. Quello che era attraversato dal dolore ora sembra diffondere vita a piene mani. Lโ€™attesa si carica di una speranza rinnovata, di una bellezza desiderata.

Oggi possiamo andare a Dio, rivolgerci a lui โ€“ in qualunque ambiente siamo e in qualsiasi condizione ci troviamo โ€“ e fare quello che Giovanni ha chiesto di fare ai suoi discepoli. Chiedere al Signore: ยซSei tu colui che stiamo aspettando? Sei tu il portatore della nostra gioia? Sei tu che darai vita ai nostri deserti e riporterai i colori nelle nostre ombre? Gesรน, sei tu colui che guarirร  le nostre ferite e spezzerร  i legami della morte?ยป.

E certamente anche a noi lui risponderร  nello stesso modo: ยซGuardatevi attorno, la risposta sta in ciรฒ che vedete e ascoltate!ยป.
In ciรฒ che vediamo? In ciรฒ che ascoltiamo? Forse Gesรน voleva dire: in ciรฒ che speriamo! In ciรฒ in cui crediamo!

E invece no. I due verbi che lโ€™evangelista Matteo mette in bocca a Gesรน sono proprio:ย udire e vedere.ย Ed รจ qui il problema. รˆ in questo che le sue parole potrebbero scandalizzarci. Anzi, diciamocela tutta: le sue parole suonano piรน come una bestemmia che come una promessa. Quello che vediamo e udiamo fa male, stritola il cuore.
La terra che frana e inghiotte futuro, e stritola vite, e spezza legami, e vรฌola la vitaโ€ฆ รˆ solo una terra matrigna, non รจ un deserto che fiorisce.

Uomini che uccidono altri uomini, donne che vengono violate e lacerate, figli che non possono aggrapparsi a coloro da cui sono stati generati, fratelli e sorelle in umanitร  che lasciano che altri muoiano tra stenti o ondeโ€ฆ Sono solo ciechi che non vedono, muti che non si aprono allโ€™incontro, sordi che non ascoltano, morti chiusi alla vita. Quando vedranno, Signore? Quando si apriranno allโ€™altro? Quando ritorneranno a vivere e far vivere?

Quello che vediamo e udiamo ha il gusto amaro della sofferenza, del dolore, dellโ€™innocente colpito, dellโ€™altro non riconosciuto. รˆ come se tutto ci dicesse che dobbiamo attendere ancoraโ€ฆ dobbiamo aspettarne un altroโ€ฆ

Ma, ritorniamo un attimo al Vangelo e poi alla lettura di Isaia. Gesรน aggiunge: ยซBeati coloro che non troveranno in me motivo di scandaloยป. Forse รจ qui il nucleo di tutto. Isaia invita la terra arida e il deserto a rallegrarsi, a riscoprire cioรจ motivi di gioia per una feconditร  ancora solo promessa. รˆ alle mani fiacche che dice di irrobustirsi, non alle robuste. รˆ alle ginocchia vacillanti che chiede di diventare salde. รˆ come se ad attraversare la Prima lettura e il Vangelo ci sia un invito a guardare e a udire oltre noi, oltre i nostri smarrimenti, oltre le nostre ferite.

Beati coloro che non si scandalizzano di Gesรน di Nazaret, delle sue parole e dei suoi gesti, e sanno ascoltare la vita che dalla morte si genera come tralci nuovi da un innesto; e sanno vedere la luce splendere tra le feritoie di unโ€™umanitร  colpita a morte.

Il segreto di questa beatitudine ce lo svela il contadino: vedrร  e udrร  colei, colui che pazientemente seminerร  vita e attenderร  che germogli.

Leggi la preghiera per questa domenica.

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FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com

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