Il male presente nel mondo è per molti l’ostacolo più grande alla fede in Dio. La nostra coscienza si ribella al dolore. Di fronte alle innumerevoli ingiustizie e alle continue sconfitte delle persone buone è inevitabile pensare che Dio non ci sia, che non esista, o perlomeno che dorma. Non crediamo che all’origine del male ci sia un’altra divinità malvagia forte perlomeno quanto l’unico Dio, che però non sta fermando i malvagi.

Il Salmo 44 (43) – a nome del popolo sconfitto, respinto e umiliato, probabilmente dopo una disfatta militare – osa caricarsi di tutta questa sofferenza e pregare, nella disgrazia pur proclamandosi innocente, a Dio. A Lui offriamo questa supplica, chiedendogli fortemente il motivo della latitanza. Perché tanta sofferenza assurda: la vedi, ci vedi? Perché, anziché sostenerci, lasci agire il male? Perché ti sei dimenticato dei doveri dell’Alleanza, alla quale ti sei sempre mostrato fedele? Facendo memoria del passato in cui hai agito, qualcosa si risveglia, se non in Te, perlomeno in noi.

[Signore,] ci hai umiliati e respinti
e più non esci coi nostri eserciti!
Ci hai volti in fuga di fronte al nemico,
siamo spogliati da quanti ci odiano […]

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siamo ludibrio dei nostri vicini,
beffa e scherno alle genti intorno.
Ci hai ridotti una favola ai popoli,
colmi di spregio da tutte le genti. […]

ma perché dormi, o Dio e Signore?
Destati, e prendi ancora a vegliarci!
Non ci respingere, Dio, per sempre!
Perché nascondi a noi il tuo volto?
Perché non pensi alla nostra miseria,
e quanto oppressi noi siamo tu scordi?

«Mio Dio, una cosa diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutare noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche l’unica cosa che veramente conti, è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini». (Etty Hillesum)

Fonte: Buttadentro, canale Telegram gestito da Piotr Zygulski

Foto di Joshua Lindsey da PixabayÂ