La Santa e Grande Domenica di Pasqua

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“Aprite le porte al Signore delle Potenze, al Re della gloria”. “La sua carne fu come esca, gettata in braccio alla morte, affinché mentre il drago infernale, sperava di divorarlo, dovesse invece vomitare, anche coloro che aveva già divorato”(S. Giovanni Damasceno). La Resurrezione di Cristo è “come la testa che ricapitola, ossia rende organismo vivente il resto del corpo, le Sante Scritture” (op.cit.). Essa sola dà significato al Disegno di Dio, è il Tutto della divina Rivelazione. E’ il centro della vita della Chiesa e dell’annuncio profetico ed evangelico. E’ segno regale, adorazione della Trinità, Mistero del e nel Mistero.

Bisogna che tutti noi Cristiani ci ricordiamo che nulla potremmo senza la forza della Resurrezione di Cristo.

TROPARIO:

“Cristo è risorto dai morti, e con la morte ha calpestato la morte, dando la vita ai giacenti nei sepolcri.”

LETTURE:

  • Gen. 1, 1-13; Giona 1,-4.; Daniele 3,1-56
  • Rom. 6, 3-11; Atti, 1, 1-8
  • Mt. 28, 1-20; Gv. 1,1-17

PREGHIERE:

“Venite, prendete la luce, dalla luce che non ha tramonto, e glorificate Cristo, il Risorto dai morti.”

“Giorno della Resurrezione, * risplendiamo, o popoli: pasqua del Signore, pasqua! * Dalla morte alla vita, dalla terra ai cieli, * ci ha fatto passare il Cristo Dio, cantando l’inno della vittoria.” (Mattutino della Resurrezione)

“Benché disceso nella tomba, o Immortale, * hai abbattuto la potenza dell’Ade, * e sei risorto vincitore, * Cristo o Dio, * dicendo alle donne mirofore, Salve! *e donando ai tuoi apostoli la pace, tu che hai caduti offri la resurrezione.” (Kondakion di Pasqua)

“Contemplata la Resurrezione di Cristo, adoriamo il santo Signore Gesù, il solo senza peccato. La tua Croce, o Cristo, adoriamo e la tua santa Resurrezione inneggiamo e glorifichiamo. Tu sei infatti il nostro Dio, al di fuori di te, altro non conosciamo, il tuo nome proclamiamo. Venite fedeli tutti, adoriamo la santa Resurrezione di Cristo, Ecco, mediante la Croce è venuta la gioia al mondo intero. Benedicendo il Signore in ogni tempo, inneggiamo la sua Resurrezione. Sopportando infatti la Croce per noi, con la morte ha distrutto la morte.”

“Illuminati, illuminati, nuova Gerusalemme, la gloria del Signore sopra te è sorta. Danza ora ed esulta Sion e tu tripudia, pura Madre di Dio, per la resurrezione del Figlio tuo.”

“Oh la tua divina, la tua dolcissima voce amica! Con verità hai promesso, o Cristo, che saresti rimasto con noi sino alla fine dei secoli. E noi fedeli esultiamo, possedendo quest’àncora di speranza.”

“O Pasqua grande, sacratissima, o Cristo. O Sapienza, Verbo e Potenza di Dio, donaci più chiara comunione con te nel giorno senza sera del tuo regno.” (Preghiere di Pasqua)

“Giorno della resurrezione! * Irradiamo gioia per questa solenne festa * e abbracciamoci gli uni gli altri. * Chiamiamo fratelli anche quelli che ci odiano: * tutto perdoniamo per la resurrezione, * e poi acclamiamo: * Cristo è risorto dai morti, e con la morte ha calpestato la morte, dando la vita ai giacenti nei sepolcri.” (Stichirà di Pasqua)

“Se uno è pio e amico di Dio, goda di questa solennità bella e luminosa; il servo d’animo buono entri gioioso nella gioia del suo Signore. Chi ha faticato nel digiuno, goda ora il suo denaro. Chi ha lavorato sin dalla prima ora, riceva oggi il giusto salario. Chi è arrivato dopo la terza ora, celebri grato la festa. Chi è giunto dopo la sesta ora, non dubiti perché non ne avrà alcun danno. Chi ha tardato sino all’ora nona, si avvicini senza esitare. Chi è arrivato solo all’undicesima ora, non tema per la sua lentezza: il nostro Re è generoso e accoglie l’ultimo come il primo. Concede il riposo a quello dell’undicesima ora, come a chi ha lavorato sin dalla prima. Dell’ultimo ha misericordia, e onora il primo. Dà all’uno e si mostra benevolo con l’altro. Accoglie le opere e gradisce la volontà. Onora l’azione e loda l’intenzione. Entrate dunque tutti nella gioia del nostro Signore: primi e secondi, godete la mercede. Ricchi e poveri, danzate in coro insieme. Continenti e indolenti, onorate questo giorno. Voi che avete digiunato e voi che non avete digiunato, oggi siate lieti. La mensa è ricolma, deliziatevene tutti. Il vitello è abbondante, nessuno se ne vada con la fame. Godetene tutti del banchetto della fede, godete tutti la ricchezza della bontà. Nessuno lamenti la propria miseria, perché è apparso il nostro comune regno. Nessuno pianga le proprie colpe, perché il perdono è sorto dalla tomba. Nessuno abbia paura della morte, perché la morte del Salvatore ci ha liberati. Stretto da essa, egli l’ha spenta. Ha spogliato l’ade, colui che nell’ade è disceso. Lo ha amareggiato, dopo che quello aveva gustato la sua carne. Isaia lo aveva previsto e aveva gridato: l’ade è stato amareggiato, incontrandoti nelle profondità. Amareggiato, perché distrutto. Amareggiato, perché giocato. Amareggiato, perché ucciso. Amareggiato, perché annientato. Amareggiato, perché incatenato. Aveva preso un corpo, e si è trovato davanti Dio. Aveva preso terra e ha incontrato il cielo. Aveva preso ciò che vedeva, ed è caduto per quel che non vedeva. Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? Dov’è, o ade, la tua vittoria? E’ risorto Cristo, e tu sei stato precipitato. E’ risorto il Cristo, e i demoni sono caduti. E’ risorto il Cristo, e gioiscono gli angeli. E’ risorto il Cristo, e regna la vita. E’ risorto il Cristo, e nelle tombe non ci sono più morti. Perché il Cristo risorto dai morti è divenuto primizia dei dormienti. A lui la gloria e la potenza per i secoli dei secoli. Amen.” (Catechesi pasquale di S. Giovanni Crisostomo).

Intenzioni di preghiera e meditazione proposta dal Monastero Santa Barbara.

[box type=”info” align=”” class=”” width=””]Ogni proposta mensile presenterà la festa che ricorre, il suo Tropario, le relative Letture dall’Antico e Nuovo Testamento, alcuni testi tratti dalla innologia della festa.[/box]

[box type=”note” align=”” class=”” width=””]TROPARIO: Nella liturgia bizantina, breve preghiera ritmica composta di pochissime frasi. È l’elemento costitutivo dell’innografia greca cristiana. Se ne hanno diverse forme, variamente classificabili a seconda del contenuto, o per il posto che occupano nell’Ufficio: la principale è l’apolytìkion, che si recita alla fine dell’officiatura e riassume l’oggetto del mistero o le virtù di un santo.[/box]