La Parola di Dio risuona nella nostra quotidianitร segnata dalle limitazioni che il diffondersi
del coronavirus comporta, ma anche dalle possibilitร di crescere insieme nella scoperta
di modi nuovi di essere comunitร cristiana. Non possiamo celebrare lโeucaristia, ma stiamo
sperimentando una forma nuova di preghiera comunitaria, che si radica sul nostro sacerdozio
battesimale e ci rimanda allโesperienza dei primi cristiani che si trovavano nelle case. Il cristianesimo nasce nella forma di โchiese domesticheโ.
Celebriamo questa quarta domenica di Quaresima nel contesto familiare delle nostre case. Domenica scorsa la donna samaritana e il segno dellโAcqua, questa domenica un uomo cieco dalla nascita e il segno della Luce. Due domeniche che segnavano e segnano il cammino dei catecumeni verso la piena comprensione della identitร di Gesรน.
Anche questa domenica il cieco nato compie un progressivo cammino di conoscenza dellโidentitร di quellโuomo chiamato Gesรน, il profeta, lโinviato di Dio, il Signore! E questo cammino รจ reso possibile dalla consapevolezza dellโuomo di โnon conoscereโ e di aprirsi alla novitร di Dio che si rivela. Ma nel contesto particolare che stiamo vivendo รจ forse necessario soffermarci sullโiniziale colloquio tra i discepoli e Gesรน riguardo alla cecitร (malattia) dellโuomo. Gesรน con forza e chiarezza dissipa lโidea, che spesso รจ anche la nostra, che lega una malattia ad una colpa personale o collettiva. Non sorge anche a noi, davanti ad una malattia o ad una disgrazia la domanda; cosa ho fatto di male? Gesรน con la sua risposta nega con forza questa mentalitร e ci invita ad assumere uno sguardo nuovo.
Non piรน una curiositร sulla causa della disgrazia, ma un invito a cogliere il fatto che la โmalattiaโ e โla disgraziaโ possono diventare luogo in cui si manifestano le opere di Dio. E le opere di Dio sono sempre per la vita e la liberazione dellโuomo. Chiediamo allora la grazia di convertirci per assumere lo sguardo di Gesรน su questo momento difficile โoperandoโ con โresponsabilitร โ e โumiltร โ a servizio del bene degli uomini e delle donne con le quali condividiamo il cammino.
Risonanza
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Rileggendo il Vangelo trovare le espressioni con cui viene definito Gesรน (i titoli cristologici).
Commento
Il Vangelo di Giovanni riporta sette โsegniโ che rivelano lโidentitร di Gesรน come Messia: le nozze di Cana, la guarigione del figlio del funzionario del re, la guarigione del paralitico, la moltiplicazione dei pani, Gesรน cammina sulle acque, il cieco nato, la resurrezione di Lazzaro. Abbiamo appena ascoltato il racconto del penultimo di questi segni, che fin dallโantichitร viene proposto nella preparazione dei catecumeni per trasmettere un messaggio importante: Cristo รจ la luce del mondo, la nostra luce. Gesรน ci viene quindi presentato come colui che dร lโacqua viva (domenica scorsa), la luce vera (oggi), la vita vera (domenica prossima).
ร quindi il Messia che rivela il volto di un Dio che vuole vita in pienezza per tutti e la dona a tutti. Un messaggio rivolto oggi anche a noi, a volte confusi da immagini fuorvianti e โtossicheโ โ e comunque antievangeliche โ di un Dio che punisce. Gli accenni al fango e al sabato evocano poi i racconti della creazione e suggeriscono un Messia che viene rinnovare tutto con la sua azione. Come probabilmente avete rilevato, Gesรน viene definito dal cieco prima โuomoโ, poi โprofetaโ, infine โFiglio dellโuomoโ. Assistiamo qui ad un progressivo percorso di comprensione della persona di Gesรน: la fede non รจ mai una conquista immediata. Anche noi abbiamo capito a poco a poco chi รจ Gesรน e, se ci pensiamo bene, ancora non abbiamo finito di conoscerlo.
Due ultime considerazioni: Gesรน sollecita il completamento del percorso di fede del cieco guarito con le parole โLo hai visto: รจ colui che parla con teโ. Colui che รจ nato cieco finalmente puรฒ โvedereโ per il dono stesso di Dio e riconoscere colui che ha giร incontrato nella parola ascoltata. ร vero anche per noi: possiamo dire โcredo Signoreโ, quando sperimentiamo lโazione di Dio che ci dona vita grazie alla Parola che ci viene data. Infine la conclusione del brano ci svela che paradossalmente non รจ il cieco quello nel peccato, ma chi crede di vedere, colui che, giร conoscendo tutte le risposte, non riesce a farsi sorprendere dallโirruzione di un Messia che ama la vita.
Fonte: PARROCCHIA DI SANTA MARIA AL PIGNONE โ DIOCESI DI FIRENZE
