Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 6 Ottobre 2019

La preghiera degli apostoli perché Gesù accresca la loro fede sembrerebbe sincera, dal momento che riconoscono che è lui a far dono della fede. Eppure puntualizza: non è questione di quantità da vantare bensì di consapevolezza, di vita, di presenza nella piccolezza: c’è o non c’è?

La porta del nostro cuore o è chiusa o è aperta, on/off. Se gli concediamo uno spiraglio autentico, se diamo cioè la possibilità che qualcuno possa entrare nelle nostre relazioni, se quindi offriamo allo Spirito l’occasione di scompigliare i progetti che abbiamo dentro, tutto può capitare. Soprattutto se siamo piccoli. La decisione se metterci nelle mani dell’altro è tutta nostra. Ieri notavo che, a differenza di molti altri cardinali che si salutavano con abbracci ma senza sfiorarsi, don Zuppi non aveva paura di accarezzare, di toccare, persino di tastare i corpi dei fratelli.

La fede ci espone proprio a quella contaminazione: evita che la paranoia di un’influenza possa impedirci un bel bacio appassionato. Al contempo è Gesù a donarci il primo bacio della fede, nel senso che lui tutto si consegna, si affida tutto: nonostante tutto continua a riporre la sua fede in noi tutti. Su quella sua fiducia possiamo allora innestare la nostra risposta, nel medesimo suo servizio incondizionato, stringendoci la veste ai fianchi. Oggi diremmo: rimboccandoci le maniche.

Proprio come Gesù, in quell’ultima cena. Senza attendere nulla in cambio se non la morte, senza trattenere alcuna cosa per sé. Fede è consegnare e consegnarsi tutto al Padre e ai fratelli, sino in fondo, senza alcun tornaconto personale, senza costringere gli altri a dirci “grazie” e senza montarci la testa: amare non è infatti un eroismo individuale, ma la normalità di chi vive fraternamente e fiduciosamente nel Dio che si fida di noi.

Commento a cura di:

Piotr ZygulskiPiotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.

Letture della
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc
Ab 1,2-3;2,2-4

 
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
 
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
 
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
 
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.

Seconda Lettura

Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,6-8.13-14

 
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
 
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
 
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Parola di Dio

Vangelo

Se aveste fede!

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 5-10

 
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
 
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
 
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
 
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore

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