FESTA DI NOZZE
In quel tempo, 1. Gesรน riprese a parlare con parabole, ai capi dei sacerdoti e ai farisei e disse:
La liturgia di oggi ci invita a meditare sulla terza delle tre parabole pronunciate da Gesรน al Tempio di Gerusalemme dopo il suo ingresso trionfale la Domenica delle Palme.
I suoi interlocutori sono sacerdoti e farisei, che cercano di coglierlo in flagrante e che complottano per ucciderlo.
- ยซIl regno dei cieli รจ simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio.
Il Vangelo di Matteo riporta la stessa parabola di Gesรน che si trova in Luca 14,15-24, riguardante una grande festa indetta da un personaggio illustre; tuttavia diversi particolari la differenziano.
In questo brano il protagonista รจ un re che prepara una festa, non una qualunque, ma quella di nozze per suo figlio, lโerede al trono.
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Nei profeti antichi il banchetto รจ il simbolo di quanto di piรน bello e di piรน grande ci possa essere nella vita in Dio (cfr. Isaia 25,6-10).
- Egli mandรฒ i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4. Mandรฒ di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: โEcco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono stati giร uccisi e tutto รจ pronto; venite alle nozze!โ.
Gli invitati alle nozze sono chiamati, ma non rispondono allโinvito. Nellโintento di Matteo sembra che i servi inviati per primi simboleggino i profeti, mentre quelli inviati la seconda volta si riferiscano agli apostoli e ai cristiani che, dopo la risurrezione di Cristo, hanno il mandato di evangelizzare tutte le genti.
Siamo chiamati ad essere convincenti nellโinvitare altri ad entrare nella comunione dei figli di Dio. Siamo tutti missionari, cioรจ inviati ad annunciare la salvezza al mondo intero. La risposta delle persone, rimane, perรฒ, individuale, non dipende dal missionario.
5. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6. altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
La reazione degli invitati alle nozze รจ veramente deludente. Rovinano la festa di nozze: chi รจ indifferente, chi diventa addirittura violento e uccide i servi.
ร il fallimento del re: non ricevere risposta dai suoi sudditi รจ segno che il re non viene riconosciuto nel suo desiderio di condivisione di un evento importante (le nozze del figlio), non cโรจ interesse per ricevere il suo dono, non cโรจ desiderio di relazione con lui. Gli invitati sono concentrati tutti sui propri interessi, cercano la felicitร nelle cose materiali che hanno accumulato, non nella relazione con il loro sovrano.
Il sovrano, perรฒ, non si scoraggia e allarga lโinvito oltre ogni misura. I beneficiari sono gli scartati che hanno la disponibilitร di accogliere lโinvito. Quanto piรน uno รจ povero, tanto piรน รจ disponibile a Dio.
Come cristiani non possiamo permettere che le cose del mondo schiaccino la ricerca dellโeterna comunione dโamore con Dio. Prima di tutto siamo cittadini del Cielo, di passaggio su questa terra. Le preoccupazioni non devono affievolire la dimensione contemplativa dellโesistenza. Ricordiamo che la salvezza non verrร dal nostro conto in banca, dalle cose materiali che abbiamo accumulato: nulla abbiamo portato sulla terra e nulla porteremo via.
Utilizziamo la nostra โastuziaโ per il bene, per costruire il Regno: la pace, lโamore, la giustizia, cosรฌ che il mondo sia piรน pieno di Dio.
- Allora il re si indignรฒ: mandรฒ le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro cittร .
Il re fa giustizia, rispondendo con la morte e la distruzione al rifiuto ricevuto.
Matteo scrive dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme ad opera dei Romani nel 70 d. C. Interpreta questo evento drammatico per la storia del popolo di Israele come un castigo capitato proprio a causa del rifiuto dellโazione di Dio, attraverso i suoi inviati: i profeti prima, i missionari di Cristo successivamente alla risurrezione.
- Poi disse ai suoi servi: โLa festa di nozze รจ pronta, ma gli invitati non erano degniโ.
Matteo condanna il popolo di Israele, perchรฉ non ha accolto e non ha ricambiato lโamore di predilezione di Dio. La conseguenza รจ lโaffidamento della sua ereditร ad un altro popolo, piรน degno.
Se rifiutiamo gli inviati che Dio ci indirizza per il nostro bene, rifiutiamo il datore della salvezza, cioรจ Lui stesso. Egli, infatti, si identifica con i suoi missionari: โChi accoglie voi accoglie me, chi disprezza voi, disprezza me!โ.
Come il re della parabola, che non si arrende e manda i servi in cerca di altri invitati, il nostro Dio non si ferma al rifiuto di alcuni, ma apre a tutti la possibilitร di entrare in comunione con Lui e di ricevere in dono la possibilitร di accedere al banchetto.
- โAndate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”.
Il re desidera che tutti possano godere della sua festa. La sua gioia non รจ piena fino a quando la sala non sia riempita.
Non cerca persone perfette, ma cuori pulsanti dโamore e di riconoscenza per il suo perdono e per la sua misericordia.
I โcrocicchi delle stradeโ consistono nei luoghi dove confluiscono le vie e dove รจ piรน facile che le persone si incontrino, si scambino opinioni, merci, ma anche dove si fermano a mendicare tutti coloro che sono sfortunati nella vita: malati, poveri, disoccupati, in attesa che qualcuno elargisca qualcosa.
Gesรน conosceva bene, nel suo pellegrinaggio per le strade della Palestina, quanta umanitร sofferente si accasciava senza speranza in questi luoghi di degrado e di marginalitร .
Per papa Francesco, quei โcrocicchiโ sono le โperiferie geografiche ed esistenzialiโ dell’umanitร , quei luoghi โai marginiโ, quelle situazioni in cui si trovano accampati e vivono uomini e donne senza speranza.
Ecco che in queste situazioni di sofferenza avviene un capovolgimento. Proprio a chi รจ ai margini viene offerta lโopportunitร della salvezza, lโinvito alla festa.
Il nostro Dio รจ colui che trasforma in bene anche il male. Il rifiuto da parte del popolo di Israele consente lโespansione missionaria verso i pagani e lโuniversalitร dellโannuncio.
Come Chiesa in uscita dobbiamo continuare lโopera di Cristo, venuto per i poveri, per i peccatori, per gli esclusi, per gli ultimi, per lโumanitร โai crocicchi delle stradeโ.
- Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempรฌ di commensali.
Il versetto ci fa notare che prima sono chiamati i cattivi e poi i buoni: Dio vuole fare diventare tutti buoni, anche i cattivi, per questo li chiama per primi, e offre loro una vita bella, buona e felice.
Lโinvito di Dio รจ rivolto a tutti senza distinzione: cattivi e buoni, malati e sani, peccatori e giusti.
La sala delle nozze si riempie, perchรฉ i poveri che sono per strada vivono abitualmente nella necessitร e apprezzano l’invito. Non hanno nulla da lasciare, sono liberi di rispondere subito.
Cosรฌ รจ la Chiesa: popolo in cammino, costituito dalla mescolanza di ogni sorta di umanitร , senza distinzioni, perchรฉ la scelta di Dio รจ gratuita, non รจ meritata. Tutti possiamo entrare, ricevere la nuova dignitร che nasce dallโessere invitati da Dio. Tutti siamo chiamati alla festa, alla gioia del Padre che ci riconosce come figli, deboli, bisognosi, ma sempre figli suoi.
Per tutti i popoli oppressi dalla guerra, dalla tirannia e dalla fame questo รจ un annuncio di speranza.
Per noi, a cui non manca nulla, รจ un invito a condividere quanto abbiamo, a somiglianza del Padre dei Cieli.
- Il re entrรฒ per vedere i commensali e lรฌ scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12. Gli disse: โAmico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?โ. Quello ammutolรฌ.
Sembra che tutto si volga per il meglio: la sala allestita per le nozze, i commensali riuniti. Allโimprovviso cโรจ un cambio di scena: il re passa e scorge un invitato non pronto, senza lโabito nuziale, che veniva indossato come identificativo dellโappartenenza al gruppo dei partecipanti alla festa.
Chi entra senza rispetto per il momento in cui vive, viene redarguito, perchรฉ non ha dato segno di apprezzare lโofferta, non si รจ preparato ad un evento unico e raro, non ha capito lโimportanza dellโopportunitร che ha ricevuto. Lโabito รจ segno di ciรฒ che uno รจ, definisce ciรฒ che uno รจ e fa. ร segno di comportamento, di abitudine, costume; disposizione, inclinazione; distintivo di una professione, di uno stato religioso.
โIl re entrรฒ per vedere i commensaliโ: per Dio ogni invitato รจ importante. Non aspetta che siano i commensali ad avvicinarsi a Lui, ma รจ Lui che si avvicina a loro. Il nostro Dio non attende incenso e onori. Scende per primo a farsi incontro a noi, sue creature, suoi figli di adozione nel Figlio Amato. Si prende cura di ciascuno, ci invita a far festa, non disdegna di scendere in mezzo a gente misera.
โAbito nuzialeโ: anche i piรน poveri sono riusciti a cambiarsi dโabito, per indicare che avevano accolto lโinvito, avevano compreso che si trattava di una festa. Un uomo non si รจ preparato per condividere il momento di gioia con gli altri. Forse era incredulo, forse non si sentiva parte del gruppo.
Matteo vuole significare nellโabito nuziale la corrispondenza alla chiamata di Dio.
Per San Paolo l’abito nuziale รจ Cristo. Chi vuole abitare in eterno nella casa di Dio, deve presentarsi vestito di Cristo Signore, che deve essere la sua stessa vita.
I Padri della Chiesa vedono nella veste nuziale la veste battesimale, a cui corrispondono la fede e le opere di caritร : โla veste di lino sono le opere giuste dei santiโ (Apocalisse 19,8).
L’abito nuziale รจ quello della Donna dellโApocalisse: vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di stelle, che indossa lโabito da festa che Dio le ha dato.
I rabbini parlano della veste bianca, dellโabito pulito, come di un segno di penitenza e di opere buone.
Per Papa Francesco โla veste nuziale, โฆ รจ la caritร , l’amore… Tutti noi siamo invitati ad essere commensali del Signore, ad entrare con la fede al suo banchetto, ma dobbiamo indossare e custodire l’abito nuziale, la caritร , vivere un profondo amore a Dio e al prossimoโ.
Anche altri esegeti affermano che indossare lโabito nuziale รจ testimoniare la caritร verso Dio e verso il prossimo.
Come cristiani, non possiamo presumere di salvarci senza lโadesione convinta allโamore di Dio. Chi entra nel Regno gratuitamente, deve scegliere di restarci, cambiando vita rispetto al suo passato peccaminoso.
Troviamo in questo versetto la parola โamicoโ. Nel momento in cui il re rimprovera, chiama amico lโinterlocutore, modalitร tipica in Matteo. In altro contesto Gesรน chiama โamicoโ Giuda, che lo tradisce con un bacio. Il nostro Dio ci tratta da amici, ma noi dobbiamo corrispondere alla sua amicizia, non possiamo tradire la fiducia che Egli pone in noi, non possiamo deludere le sue attese nei nostri confronti.
- Allora il re disse ai servi: โLegatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; lร sarร pianto e stridore di dentiโ.
La parabola ha un finale triste: non rispondere alla chiamata comporta il โpiantoโ per essersi pentiti troppo tardi e non aver ammesso i propri errori. Lo โstridore di dentiโ รจ lโinvidia di vedere gli altri salvati e la rabbia di sentirsi esclusi a causa delle proprie scelte sbagliate di cui siamo responsabili in prima persona.
- Poichรฉ molti sono i chiamati, ma pochi elettiยป.
Essere chiamati non vuol dire che possiamo automaticamente entrare alle nozze: occorre la nostra personale cooperazione alla grazia di Dio, certi che tutto possiamo in Lui che ci dร la forza (cfr. S. Paolo).
Impariamo a riconoscere il nostro Dio non come un sovrano che ci tratta da servi, ma come Colui che viene a servirci, che ci invita alla sua gioia, che ci rende partecipi di una festa senza fine, nella luce, nella pace.
Imploriamo dallo Spirito Santo il dono di accogliere sempre lโinvito della grazia e di corrispondere allโAmore con tutta la gioia di sentirci appartenenti al Dio della festa e della vita!
Suor Emanuela Biasiolo
Mt 22, 1-14 | Piccole Suore della Sacra Famiglia 130 KB 3 downloads
FESTA DI NOZZE XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A โ MATTEO 22,1-14 …Suor Emanuela Biasiolo delle Piccole Suore della Sacra Famiglia