La Chiesa – 12. Santa Madre Chiesa Gerarchica
Cari fratelli e sorelle, buongiorno.
Abbiamoย sentito le cose che lโapostolo Paolo dice al vescovo Tito. Ma quante virtรน dobbiamo avere, noi vescovi? Abbiamo sentito tutti, no? Non รจ facile, non รจ facile, perchรฉ noi siamo peccatori. Ma ci affidiamo alla vostra preghiera, perchรฉ almeno ci avviciniamo a queste cose che lโapostolo Paolo consiglia a tutti i vescovi. Dโaccordo? Pregherete per noi?
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Abbiamo giร avuto modo di sottolineare, nelle catechesi precedenti, come lo Spirito Santo ricolmi sempre la Chiesa dei suoi doni, con abbondanza. Ora, nella potenza e nella grazia del suo Spirito, Cristo non manca di suscitare dei ministeri, al fine di edificare le comunitร cristiane come suo corpo. Tra questi ministeri, si distingue quello episcopale. Nel Vescovo, coadiuvato dai Presbiteri e dai Diaconi, รจ Cristo stesso che si rende presente e che continua a prendersi cura della sua Chiesa, assicurando la sua protezione e la sua guida.
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1. Nella presenza e nel ministero dei Vescovi, dei Presbiteri e dei Diaconi possiamo riconoscere il vero volto della Chiesa: รจ la Santa Madre Chiesa Gerarchica. E davvero, attraverso questi fratelli scelti dal Signore e consacrati con il sacramento dellโOrdine, la Chiesa esercita la sua maternitร : ci genera nel Battesimo come cristiani, facendoci rinascere in Cristo; veglia sulla nostra crescita nella fede; ci accompagna fra le braccia del Padre, per ricevere il suo perdono; prepara per noi la mensa eucaristica, dove ci nutre con la Parola di Dio e il Corpo e il Sangue di Gesรน; invoca su di noi la benedizione di Dio e la forza del suo Spirito, sostenendoci per tutto il corso della nostra vita e avvolgendoci della sua tenerezza e del suo calore, soprattutto nei momenti piรน delicati della prova, della sofferenza e della morte.
2. Questa maternitร della Chiesa si esprime in particolare nella persona del Vescovo e nel suo ministero. Infatti, come Gesรน ha scelto gli Apostoli e li ha inviati ad annunciare il Vangelo e a pascere il suo gregge, cosรฌ i Vescovi, loro successori, sono posti a capo delle comunitร cristiane, come garanti della loro fede e come segno vivo della presenza del Signore in mezzo a loro. Comprendiamo, quindi, che non si tratta di una posizione di prestigio, di una carica onorifica. Lโepiscopato non รจ unโonorificenza, รจ un servizio. Gesรน lโha voluto cosรฌ. Non devโesserci posto nella Chiesa per la mentalitร mondana. La mentalitร mondana dice: โQuestโuomo ha fatto la carriera ecclesiastica, รจ diventato vescovoโ. No, no, nella Chiesa non deve esserci posto per questa mentalitร . Lโepiscopato รจ un servizio, non unโonorificenza per vantarsi. Essere Vescovi vuol dire tenere sempre davanti agli occhi lโesempio di Gesรน che, come Buon Pastore, รจ venuto non per essere servito, ma per servire (cfr Mt 20,28; Mc 10,45) e per dare la sua vita per le sue pecore (cfr Gv 10,11). I santi Vescovi โ e sono tanti nella storia della Chiesa, tanti vescovi santi โ ci mostrano che questo ministero non si cerca, non si chiede, non si compra, ma si accoglie in obbedienza, non per elevarsi, ma per abbassarsi, come Gesรน che ยซumiliรฒ se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croceยป (Filย 2,8). Eโ triste quando si vede un uomo che cerca questo ufficio e che fa tante cose per arrivare lร e quando arriva lร non serve, si pavoneggia, vive soltanto per la sua vanitร .
3. Cโรจ un altro elemento prezioso, che merita di essere messo in evidenza. Quando Gesรน ha scelto e chiamato gli Apostoli, li ha pensati non separati lโuno dallโaltro, ognuno per conto proprio, ma insieme, perchรฉ stessero con Lui, uniti, come una sola famiglia. Anche i Vescovi costituiscono un unico collegio, raccolto attorno al Papa, il quale รจ custode e garante di questa profonda comunione, che stava tanto a cuore a Gesรน e ai suoi stessi Apostoli. Comโรจ bello, allora, quando i Vescovi, con il Papa, esprimono questa collegialitร e cercano di essere sempre piรน e meglio servitori dei fedeli, piรน servitori nella Chiesa! Lo abbiamo sperimentato recentemente nellโAssemblea del Sinodo sulla famiglia. Ma pensiamo a tutti i Vescovi sparsi nel mondo che, pur vivendo in localitร , culture, sensibilitร e tradizioni differenti e lontane tra loro, da una parte allโaltra โ un vescovo mi diceva lโaltro giorno che per arrivare a Roma erano necessarie, da dove lui era, piรน di 30 ore di aereo โ ย si sentono parte lโuno dellโaltro e diventano espressione del legame intimo, in Cristo, tra le loro comunitร . E nella comune preghiera ecclesiale tutti i Vescovi si pongono insieme in ascolto del Signore e dello Spirito, potendo cosรฌ porre attenzione in profonditร allโuomo e ai segni dei tempi (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 4).
Cari amici, tutto questo ci fa comprendere perchรฉ le comunitร cristiane riconoscono nel Vescovo un dono grande, e sono chiamate ad alimentare una sincera e profonda comunione con lui, a partire dai presbiteri e dai diaconi. Non cโรจ una Chiesa sana se i fedeli, i diaconi e i presbiteri non sono uniti al vescovo. Questa Chiesa non unita al vescovo รจ una Chiesa ammalata. Gesรน ha voluto questa unione di tutti i fedeli col vescovo, anche dei diaconi e dei presbiteri. E questo lo fanno nella consapevolezza che รจ proprio nel Vescovo che si rende visibile il legame di ciascuna Chiesa con gli Apostoli e con tutte le altre comunitร , unite con i loro Vescovi e il Papa nellโunica Chiesa del Signore Gesรน, che รจ la nostra Santa Madre Chiesa Gerarchica. Grazie.
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Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana! In questa udienza siamo collegati con i nostri fratelli ammalati, perchรฉ siccome cโera pericolo di pioggia, loro stanno nellโAula Paolo VI, collegati con noi con il maxischermo. Salutiamo anche loro! Saluto anzitutto lโArcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, e la delegazione ufficiale della Diocesi, con il sindaco Piero Fassino. Sono lieto di annunciare che, a Dio piacendo, il 21 giugno prossimo, mi recherรฒ in pellegrinaggio a Torino per venerare la Sacra Sindone e onorare San Giovanni Bosco, nella ricorrenza bicentenaria della sua nascita. Saluto le Povere Figlie di San Gaetano; i Superiori maggiori dellโOrdine Ospedaliero di San Giovanni di Dio e i partecipanti al Forum promosso da Caritas in Veritate. Saluto i membri della Federazione Guglielmo Marconi, il Raggruppamento Militare dellโAmministrazione Difesa; i soci del Credito Cooperativo di Paliano e la Federazione Italiana Moda. Tutti esorto a promuovere la cultura dellโincontro, riconoscendo il Signore presente particolarmente nei poveri.
Rivolgo un particolare pensiero a tutti gli ammalati di SLA e, mentre assicuro la mia vicinanza e la preghiera, auspico che tutta la societร civile sostenga le loro famiglie ad affrontare tale grave condizione di sofferenza.
Rivolgo infine un pensiero ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la memoria di San Carlo Borromeo, intrepido pastore di Milano. Il suo vigore spirituale stimoli voi, cari giovani, a prendere sul serio la fede nella vostra vita; la sua fiducia in Cristo Salvatore sostenga voi, cari ammalati, nei momenti di maggiore difficoltร ; e la sua dedizione apostolica ricordi a voi, cari sposi novelli, lโimportanza dellโeducazione cristiana nella vostra casa coniugale.
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Fonte: Radio Vaticana via FeedRss
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