Questa mattina, in Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i fedeli della Diocesi di Roma.
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Come sapete โ non รจ una novitร ! โ, sta per iniziare un processo sinodale , un cammino in cui tutta la Chiesa si trova impegnata intorno al tema: ยซPer un Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missioneยป: tre pilastri. Sono previste tre fasi, che si svolgeranno tra ottobre 2021 e ottobre 2023. Questo itinerario รจ stato pensato come dinamismo di ascolto reciproco , voglio sottolineare questo: un dinamismo di ascolto reciproco, condotto a tutti i livelli di Chiesa, coinvolgendo tutto il popolo di Dio. Il Cardinale vicario e i Vescovi ausiliari devono ascoltarsi, i preti devono ascoltarsi, i religiosi devono ascoltarsi, i laici devono ascoltarsi. E poi, inter-ascoltarsi tutti. Ascoltarsi; parlarsi e ascoltarsi. Non si tratta di raccogliere opinioni, no. Non รจ unโinchiesta, questa; ma si tratta di ascoltare lo Spirito Santo, come troviamo nel libro dellโ Apocalisse : ยซChi ha orecchi, ascolti ciรฒ che lo Spirito dice alle Chieseยป (2,7). Avere orecchi, ascoltare, รจ il primo impegno. Si tratta di sentire la voce di Dio, cogliere la sua presenza, intercettare il suo passaggio e soffio di vita. Capitรฒ al profeta Elia di scoprire che Dio รจ sempre un Dio delle sorprese, anche nel modo in cui passa e si fa sentire:
ยซCi fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce [โฆ], ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come lโudรฌ, Elia si coprรฌ il volto con il mantelloยป ( 1Re 19, 11-13).
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Ecco come ci parla Dio. Ed รจ per questa โbrezza leggeraโ โ che gli esegeti traducono anche โvoce sottile di silenzioโ e qualcun altro โun filo di silenzio sonoroโ โ che dobbiamo rendere pronte le nostre orecchie, per sentire questa brezza di Dio.
La prima tappa del processo (ottobre 2021 – aprile 2022) รจ quella che riguarda le singole Chiese diocesane. Ed รจ per questo che sono qui, come vostro Vescovo, a condividere, perchรฉ รจ molto importante che la Diocesi di Roma si impegni con convinzione in questo cammino. Sarebbe una figuraccia che la Diocesi del Papa non si impegnasse in questo, no? Una figuraccia per il Papa e anche per voi.
Il tema della sinodalitร non รจ il capitolo di un trattato di ecclesiologia, e tanto meno una moda, uno slogan o il nuovo termine da usare o strumentalizzare nei nostri incontri. No! La sinodalitร esprime la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione. E quindi parliamo di Chiesa sinodale , evitando, perรฒ, di considerare che sia un titolo tra altri, un modo di pensarla che preveda alternative. Non lo dico sulla base di unโopinione teologica, neanche come un pensiero personale, ma seguendo quello che possiamo considerare il primo e il piรน importante โmanualeโ di ecclesiologia, che รจ il libro degli Atti degli Apostoli .
La parola โsinodoโ contiene tutto quello che ci serve per capire: โ camminare insieme โ. Il libro degli Atti รจ la storia di un cammino che parte da Gerusalemme e, attraversando la Samaria e la Giudea, proseguendo nelle regioni della Siria e dellโAsia Minore e quindi nella Grecia, si conclude a Roma. Questa strada racconta la storia in cui camminano insieme la Parola di Dio e le persone che a quella Parola rivolgono lโattenzione e fede. La Parola di Dio cammina con noi. Tutti sono protagonisti, nessuno puรฒ essere considerato semplice comparsa. Questo bisogna capirlo bene: tutti sono protagonisti. Non รจ piรน protagonista il Papa, il Cardinale vicario, i Vescovi ausiliari; no: tutti siamo protagonisti, e nessuno puรฒ essere considerato una semplice comparsa. I ministeri, allora, erano ancora considerati autentici servizi. E lโautoritร nasceva dallโascolto della voce di Dio e della gente โ mai separarli โ che tratteneva โin bassoโ coloro che la ricevevano. Il โbassoโ della vita, a cui bisognava rendere il servizio della caritร e della fede. Ma quella storia non รจ in movimento soltanto per i luoghi geografici che attraversa. Esprime una continua inquietudine interiore : questa รจ una parola chiave, la inquietudine interiore . Se un cristiano non sente questa inquietudine interiore , se non la vive, qualcosa gli manca; e questa inquietudine interiore nasce dalla propria fede e ci invita a valutare cosa sia meglio fare, cosa si deve mantenere o cambiare. Quella storia ci insegna che stare fermi non puรฒ essere una buona condizione per la Chiesa (cfr Evangelii gaudium , 23). E il movimento รจ conseguenza della docilitร allo Spirito Santo, che รจ il regista di questa storia in cui tutti sono protagonisti inquieti, mai fermi.
Pietro e Paolo, non sono solo due persone con i loro caratteri, sono visioni inserite in orizzonti piรน grandi di loro, capaci di ripensarsi in relazione a quanto accade, testimoni di un impulso che li mette in crisi โ unโaltra espressione da ricordare sempre: mettere in crisi โ, che li spinge a osare, domandare, ricredersi, sbagliare e imparare dagli errori, soprattutto di sperare nonostante le difficoltร . Sono discepoli dello Spirito Santo, che fa scoprire loro la geografia della salvezza divina, aprendo porte e finestre, abbattendo muri, spezzando catene, liberando confini. Allora puรฒ essere necessario partire, cambiare strada, superare convinzioni che trattengono e ci impediscono di muoverci e camminare insieme.
Possiamo vedere lo Spirito che spinge Pietro ad andare nella casa di Cornelio, il centurione pagano, nonostante le sue esitazioni. Ricordate: Pietro aveva avuto una visione che lโaveva turbato, nella quale gli veniva chiesto di mangiare cose considerate impure, e, nonostante la rassicurazione che quanto Dio purifica non va piรน ritenuto immondo, restava perplesso. Stava cercando di capire, ed ecco arrivare gli uomini mandati da Cornelio. Anche lui aveva ricevuto una visione e un messaggio. Era un ufficiale romano, pio, simpatizzante per il giudaismo, ma non era ancora abbastanza per essere pienamente giudeo o cristiano: nessuna โdoganaโ religiosa lo avrebbe fatto passare. Era un pagano, eppure, gli viene rivelato che le sue preghiere sono giunte a Dio, e che deve mandare qualcuno a dire a Pietro di recarsi a casa sua. In questa sospensione, da una parte Pietro con i suoi dubbi, e dallโaltra Cornelio che aspetta in quella zona dโombra, รจ lo Spirito a sciogliere le resistenze di Pietro e aprire una nuova pagina della missione. Cosรฌ si muove lo Spirito: cosรฌ. Lโincontro tra i due sigilla una delle frasi piรน belle del cristianesimo. Cornelio gli era andato incontro, si era gettato ai suoi piedi, ma Pietro rialzandolo gli dice: ยซAlzati: anchโio sono un uomo!ยป ( At 10,26), e questo lo diciamo tutti: โIo sono un uomo, io sono una donna, siamo umaniโ, e dovremmo dirlo tutti, anche i Vescovi, tutti noi: โalzati: anche io sono un uomoโ. E il testo sottolinea che conversรฒ con lui in maniera familiare (cfr v. 27). Il cristianesimo devโessere sempre umano, umanizzante, riconciliare differenze e distanze trasformandole in familiaritร , in prossimitร . Uno dei mali della Chiesa, anzi una perversione, รจ questo clericalismo che stacca il prete, il Vescovo dalla gente. Il Vescovo e il prete staccato dalla gente รจ un funzionario, non รจ un pastore. San Paolo VI amava citare la massima di Terenzio: ยซSono uomo, niente di ciรฒ chโรจ umano lo stimo a me estraneoยป. Lโincontro tra Pietro e Cornelio risolse un problema, favorรฌ la decisione di sentirsi liberi di predicare direttamente ai pagani, nella convinzione โ sono le parole di Pietro โ ยซche Dio non fa preferenza di personeยป ( At 10,34). In nome di Dio non si puรฒ discriminare. E la discriminazione รจ un peccato anche fra noi: โnoi siamo i puri, noi siamo gli eletti, noi siamo di questo movimento che sa tutto, noi siamoโฆโ. No. Noi siamo Chiesa, tutti insieme.
E vedete, non possiamo capire la โcattolicitร โ senza riferirci a questo campo largo, ospitale, che non segna mai i confini. Essere Chiesa รจ un cammino per entrare in questa ampiezza di Dio. Poi, tornando agli Atti degli Apostoli , ci sono i problemi che nascono riguardo allโorganizzazione del crescente numero dei cristiani, e soprattutto per provvedere ai bisogni dei poveri. Alcuni segnalano il fatto che le vedove vengono trascurate. Il modo con cui si troverร la soluzione sarร radunare lโassemblea dei discepoli, prendendo insieme la decisione di designare quei sette uomini che si sarebbero impegnati a tempo pieno nella diakonia , nel servizio alle mense ( At 6,1-7). E cosรฌ, con il discernimento, con le necessitร , con la realtร della vita e la forza dello Spirito, la Chiesa va avanti, cammina insieme, รจ sinodale. Ma sempre cโรจ lo Spirito come grande protagonista della Chiesa.
Inoltre, cโรจ anche il confronto tra visioni e attese differenti. Non dobbiamo temere che questo accada ancora oggi. Magari si potesse discutere cosรฌ! Sono segni della docilitร e apertura allo Spirito. Possono anche determinarsi scontri che raggiungono punte drammatiche, come capitรฒ di fronte al problema della circoncisione dei pagani, fino alla deliberazione di quello che chiamiamo il Concilio di Gerusalemme, il primo Concilio. Come accade anche oggi, cโรจ un modo rigido di considerare le circostanze, che mortifica la makrothymรญa di Dio, cioรจ quella pazienza dello sguardo che si nutre di visioni profonde, visioni larghe, visioni lunghe: Dio vede lontano, Dio non ha fretta. La rigiditร รจ unโaltra perversione che รจ un peccato contro la pazienza di Dio, รจ un peccato contro questa sovranitร di Dio. Anche oggi succede questo.
Era capitato allora: alcuni, convertiti dal giudaismo, ritenevano nella loro autoreferenzialitร che non ci potesse essere salvezza senza sottomettersi alla Legge di Mosรจ. In questo modo si contestava Paolo, il quale proclamava la salvezza direttamente nel nome di Gesรน. Contrastare la sua azione avrebbe compromesso lโaccoglienza dei pagani, che nel frattempo si stavano convertendo. Paolo e Barnaba furono mandati a Gerusalemme dagli Apostoli e dagli anziani. Non fu facile: davanti a questo problema le posizioni sembravano inconciliabili, si discusse a lungo. Si trattava di riconoscere la libertร dellโazione di Dio, e che non cโerano ostacoli che potessero impedirgli di raggiungere il cuore delle persone, qualsiasi fosse la condizione di provenienza, morale o religiosa. A sbloccare la situazione fu lโadesione allโevidenza che ยซDio, che conosce i cuoriยป, il cardiognosta, conosce i cuori, Lui stesso sosteneva la causa in favore della possibilitร che i pagani potessero essere ammessi alla salvezza, ยซconcedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noiยป ( At 15,8), concedendo cosรฌ anche ai pagani lo Spirito Santo, come a noi. In tal modo prevalse il rispetto di tutte le sensibilitร , temperando gli eccessi; si fece tesoro dellโesperienza avuta da Pietro con Cornelio: cosรฌ, nel documento finale, troviamo la testimonianza del protagonismo dello Spirito in questo cammino di decisioni, e della sapienza che รจ sempre capace di ispirare: ยซร parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligoยป eccetto quello necessario ( At 15,28). โNoiโ: in questo Sinodo andiamo sulla strada di poter dire โรจ parso allo Spirito Santo e a noi โ, perchรฉ sarete in dialogo continuo tra voi sotto lโazione dello Spirito Santo, anche in dialogo con lo Spirito Santo. Non dimenticatevi di questa formula: โร parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro obbligoโ: รจ parso bene allo Spirito Santo e a noi . Cosรฌ dovrete cercare di esprimervi, in questa strada sinodale, in questo cammino sinodale. Se non ci sarร lo Spirito, sarร un parlamento diocesano, ma non un Sinodo. Noi non stiamo facendo un parlamento diocesano, non stiamo facendo uno studio su questo o lโaltro, no: stiamo facendo un cammino di ascoltarsi e ascoltare lo Spirito Santo, di discutere e anche discutere con lo Spirito Santo, che รจ un modo di pregare.
โLo Spirito santo e noiโ. Cโรจ sempre, invece, la tentazione di fare da soli, esprimendo una ecclesiologia sostitutiva โ ce ne sono tante, di ecclesiologie sostitutive โ come se, asceso al Cielo, il Signore avesse lasciato un vuoto da riempire, e lo riempiamo noi. No, il Signore ci ha lasciato lo Spirito! Ma le parole di Gesรน sono chiare: ยซIo pregherรฒ il Padre ed egli vi darร un altro Parร clito perchรฉ rimanga con voi per sempre. [โฆ] Non vi lascerรฒ orfaniยป ( Gv 14,16.18). Per lโattuazione di questa promessa la Chiesa รจ sacramento , come affermato in Lumen gentium 1: ยซLa Chiesa รจ, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dellโintima unione con Dio e dellโunitร di tutto il genere umanoยป. In questa frase, che raccoglie la testimonianza del Concilio di Gerusalemme, cโรจ la smentita di chi si ostina a prendere il posto di Dio, pretendendo di modellare la Chiesa sulle proprie convinzioni culturali, storiche, costringendola a frontiere armate, a dogane colpevolizzanti, a spiritualitร che bestemmiano la gratuitร dellโazione coinvolgente di Dio. Quando la Chiesa รจ testimone, in parole e fatti, dellโamore incondizionato di Dio, della sua larghezza ospitale, esprime veramente la propria cattolicitร . Ed รจ spinta , interiormente ed esteriormente, ad attraversare gli spazi e i tempi. Lโimpulso e la capacitร vengono dallo Spirito: ยซRiceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderร su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria e fino ai confini della terraยป ( At 1,8). Ricevere la forza dello Spirito Santo per essere testimoni: questa รจ la strada di noi Chiesa, e noi saremo Chiesa se andremo su questa strada.
Chiesa sinodale significa Chiesa sacramento di questa promessa – cioรจ che lo Spirito sarร con noi – che si manifesta coltivando lโintimitร con lo Spirito e con il mondo che verrร . Ci saranno sempre discussioni, grazie a Dio, ma le soluzioni vanno ricercate dando la parola a Dio e alle sue voci in mezzo a noi; pregando e aprendo gli occhi a tutto ciรฒ che ci circonda; praticando una vita fedele al Vangelo; interrogando la Rivelazione secondo unโ ermeneutica pellegrina che sa custodire il cammino cominciato negli Atti degli Apostoli . E questo รจ importante: il modo di capire, di interpretare. Unโ ermeneutica pellegrina , cioรจ che รจ in cammino. Il cammino che รจ incominciato dopo il Concilio? No. ร incominciato con i primi Apostoli, e continua. Quando la Chiesa si ferma, non รจ piรน Chiesa, ma una bella associazione pia perchรฉ ingabbia lo Spirito Santo. Ermeneutica pellegrina che sa custodire il cammino incominciato negli Atti degli Apostoli. Diversamente si umilierebbe lo Spirito Santo. Gustav Mahler โ questo lโho detto altre volte โ sosteneva che la fedeltร alla tradizione non consiste nellโadorare le ceneri ma nel custodire il fuoco. Io domando a voi: โPrima di incominciare questo cammino sinodale, a che cosa siete piรน inclini: a custodire le ceneri della Chiesa, cioรจ della vostra associazione, del vostro gruppo, o a custodire il fuoco? Siete piรน inclini ad adorare le vostre cose, che vi chiudono โ io sono di Pietro, io sono di Paolo, io sono di questa associazione, voi dellโaltra, io sono prete, io sono Vescovo โ o vi sentite chiamati a custodire il fuoco dello Spirito? ร stato un grande compositore, questo Gustav Mahler, ma รจ anche maestro di saggezza con questa riflessione. Dei Verbum (n. 8), citando la Lettera agli Ebrei , afferma: ยซโDio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padriโ( Eb 1,1), non cessa di parlare con la Sposa del suo Figlioยป. Cโรจ una felice formula di San Vincenzo di Lรฉrins che, mettendo a confronto lโessere umano in crescita e la Tradizione che si trasmette da una generazione allโaltra, afferma che non si puรฒ conservare il โdeposito della fedeโ senza farlo progredire: ยซconsolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con lโetร ยป ( Commonitorium primum, 23,9) โ โut annis consolidetur , dilatetur tempore , sublimetur aetateโ . Questo รจ lo stile del nostro cammino: le realtร , se non camminano, sono come le acque. Le realtร teologiche sono come lโacqua: se lโacqua non scorre ed รจ stantia รจ la prima a entrare in putrefazione. Una Chiesa stantia incomincia a essere putrefatta.
Vedete come la nostra Tradizione รจ una pasta lievitata, una realtร in fermento dove possiamo riconoscere la crescita, e nellโimpasto una comunione che si attua in movimento: camminare insieme realizza la vera comunione. ร ancora il libro degli Atti degli Apostoli ad aiutarci, mostrandoci che la comunione non sopprime le differenze. ร la sorpresa della Pentecoste, quando le lingue diverse non sono ostacoli: nonostante fossero stranieri gli uni per gli altri, grazie allโazione dello Spirito ยซciascuno sente parlare nella propria lingua nativaยป ( At 2,8). Sentirsi a casa, differenti ma solidali nel cammino. Scusatemi la lunghezza, ma il Sinodo รจ una cosa seria, e per questo io mi sono permesso di parlareโฆ
Tornando al processo sinodale, la fase diocesana รจ molto importante, perchรฉ realizza lโascolto della totalitร dei battezzati, soggetto del sensus fidei infallibile in credendo . Ci sono molte resistenze a superare lโimmagine di una Chiesa rigidamente distinta tra capi e subalterni, tra chi insegna e chi deve imparare, dimenticando che a Dio piace ribaltare le posizioni: ยซHa rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umiliยป ( Lc 1,52), ha detto Maria. Camminare insieme scopre come sua linea piuttosto lโorizzontalitร che la verticalitร . La Chiesa sinodale ripristina lโorizzonte da cui sorge il sole Cristo: innalzare monumenti gerarchici vuol dire coprirlo. I pastori camminano con il popolo: noi pastori camminiamo con il popolo, a volte davanti, a volte in mezzo, a volte dietro. Il buon pastore deve muoversi cosรฌ: davanti per guidare, in mezzo per incoraggiare e non dimenticare lโodore del gregge, dietro perchรฉ il popolo ha anche โfiutoโ. Ha fiuto nel trovare nuove vie per il cammino, o per ritrovare la strada smarrita. Questo voglio sottolinearlo, e anche ai Vescovi e ai preti della diocesi. Nel loro cammino sinodale si domandino: โMa io sono capace di camminare, di muovermi, davanti, in mezzo e dietro, o sono soltanto nella cattedra, mitra e baculo?โ. Pastori immischiati, ma pastori, non gregge: il gregge sa che siamo pastori, il gregge sa la differenza. Davanti per indicare la strada, in mezzo per sentire cosa sente il popolo e dietro per aiutare coloro che rimangono un poโ indietro e per lasciare un poโ che il popolo veda con il suo fiuto dove sono le erbe piรน buone.
Il sensus fidei qualifica t utti nella dignitร della funzione profetica di Gesรน Cristo (cfr Lumen gentium , 34-35), cosรฌ da poter discernere quali sono le vie del Vangelo nel presente. ร il โfiutoโ delle pecore, ma stiamo attenti che, nella storia della salvezza, tutti siamo pecore rispetto al Pastore che รจ il Signore. Lโimmagine ci aiuta a capire le due dimensioni che contribuiscono a questo โfiutoโ. Una personale e lโaltra comunitaria: siamo pecore e siamo parte del gregge, che in questo caso rappresenta la Chiesa. Stiamo leggendo nel Breviario, Ufficio delle Letture, il โ De pastoribus โ di Agostino, e lรฌ ci dice: โ Con voi sono pecora, per voi sono pastoreโ. Questi due aspetti, personale ed ecclesiale, sono inseparabili : non puรฒ esserci sensus fidei senza partecipazione alla vita della Chiesa, che non รจ solo lโattivismo cattolico, ci devโessere soprattutto quel โsentireโ che si nutre dei ยซsentimenti di Cristoยป ( Fil 2,5).
Lโesercizio del sensus fidei non puรฒ essere ridotto alla comunicazione e al confronto tra opinioni che possiamo avere riguardo a questo o quel tema, a quel singolo aspetto della dottrina, o a quella regola della disciplina. No, quelli sono strumenti, sono verbalizzazioni, sono espressioni dogmatiche o disciplinari. M ma non deve prevalere lโidea di distinguere maggioranze e minoranze: questo lo fa un parlamento. Quante volte gli โscartiโ sono diventati โpietra angolareโ (cfr Sal 118,22; Mt 21,42), i ยซlontaniยป sono diventati ยซviciniยป ( Ef 2,13). Gli emarginati, i poveri, i senza speranza sono stati eletti a sacramento di Cristo (cfr Mt 25,31-46). La Chiesa รจ cosรฌ. E quando alcuni gruppi volevano distinguersi di piรน, questi gruppi sono finiti sempre male, anche nella negazione della Salvezza, nelle eresie. Pensiamo a queste eresie che pretendevano di portare avanti la Chiesa, come il pelagianesimo, poi il giansenismo. Ogni eresia รจ finita male. Lo gnosticismo e il pelagianesimo sono tentazioni continue della Chiesa. Ci preoccupiamo tanto, giustamente, che tutto possa onorare le celebrazioni liturgiche, e questo รจ buono โ anche se spesso finiamo per confortare solo noi stessi โ ma San Giovanni Crisostomo ci ammonisce: ยซVuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioรจ nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nuditร . Colui che ha detto: โQuesto รจ il mio corpoโ, confermando il fatto con la parola, ha detto anche โMi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiareโ e: โOgni volta che non avete fatto queste cose a uno dei piรน piccoli tra questi, non lโavete fatto neppure a meโยป ( Omelie sul Vangelo di Matteo , 50, 3). โMa, Padre, cosa sta dicendo? I poveri, i mendicanti, i giovani tossicodipendenti, tutti questi che la societร scarta, sono parte del Sinodo?โ. Sรฌ, caro, sรฌ, cara: non lo dico io, lo dice il Signore: sono parte della Chiesa. Al punto tale che se tu non li chiami, si vedrร il modo, o se non vai da loro per stare un poโ con loro, per sentire non cosa dicono ma cosa sentono, anche gli insulti che ti danno, non stai facendo bene il Sinodo. Il Sinodo รจ fino ai limiti, comprende tutti. Il Sinodo รจ anche fare spazio al dialogo sulle nostre miserie, le miserie che ho io come Vescovo vostro, le miserie che hanno i Vescovi ausiliari, le miserie che hanno i preti e i laici e quelli che appartengono alle associazioni; prendere tutta questa miseria! Ma se noi non includiamo i miserabili โ tra virgolette โ della societร , quelli scartati, mai potremo farci carico delle nostre miserie. E questo รจ importante: che nel dialogo possano emergere le proprie miserie, senza giustificazioni. Non abbiate paura!
Bisogna sentirsi parte di un unico grande popolo destinatario delle divine promesse, aperte a un futuro che attende che ognuno possa partecipare al banchetto preparato da Dio per tutti i popoli (cfr Is 25,6). E qui vorrei precisare che anche sul concetto di โpopolo di Dioโ ci possono essere ermeneutiche rigide e antagoniste, rimanendo intrappolati nellโidea di una esclusivitร , di un privilegio, come accadde per lโinterpretazione del concetto di โelezioneโ che i profeti hanno corretto, indicando come dovesse essere rettamente inteso. Non si tratta di un privilegio โ essere popolo di Dio โ, ma di un dono che qualcuno riceve โฆ per sรฉ? No: per tutti, il dono รจ per donarlo: questa รจ la vocazione. ร un dono che qualcuno riceve per tutti, che noi abbiamo ricevuto per gli altri, รจ un dono che รจ anche una responsabilitร . La responsabilitร di testimoniare nei fatti e non solo a parole le meraviglie di Dio, che, se conosciute, aiutano le persone a scoprire la sua esistenza e ad accogliere la sua salvezza. Lโelezione รจ un dono, e la domanda รจ: il mio essere cristiano, la mia confessione cristiana, come lo regalo, come lo dono? La volontร salvifica universale di Dio si offre alla storia, a tutta lโumanitร attraverso lโincarnazione del Figlio, perchรฉ tutti, attraverso la mediazione della Chiesa, possano diventare figli suoi e fratelli e sorelle tra loro. ร in questo modo che si realizza la riconciliazione universale tra Dio e lโumanitร , quellโunitร di tutto il genere umano di cui la Chiesa รจ segno e strumento (cfr Lumen gentium , 1). Giร prima del Concilio Vaticano II era maturata la riflessione, elaborata sullo studio attento dei Padri, che il popolo di Dio รจ proteso verso la realizzazione del Regno, verso lโunitร del genere umano creato e amato da Dio. E la Chiesa come noi la conosciamo e sperimentiamo, nella successione apostolica, questa Chiesa deve sentirsi in rapporto con questa elezione universale e per questo svolgere la sua missione. Con questo spirito ho scritto Fratelli tutti . La Chiesa, come diceva San Paolo VI, รจ maestra di umanitร che oggi ha lo scopo di diventare scuola di fraternitร .
Perchรฉ vi dico queste cose? Perchรฉ nel cammino sinodale, lโascolto deve tener conto del sensus fidei , ma non deve trascurare tutti quei โpresentimentiโ incarnati dove non ce lโaspetteremmo: ci puรฒ essere un โfiuto senza cittadinanzaโ , ma non meno efficace. Lo Spirito Santo nella sua libertร non conosce confini, e non si lascia nemmeno limitare dalle appartenenze. Se la parrocchia รจ la casa di tutti nel quartiere, non un club esclusivo, mi raccomando: lasciate aperte porte e finestre, non vi limitate a prendere in considerazione solo chi frequenta o la pensa come voi โ che saranno il 3, 4 o 5%, non di piรน. Permettete a tutti di entrareโฆ Permettete a voi stessi di andare incontro e lasciarsi interrogare, che le loro domande siano le vostre domande, permettete di camminare insieme: lo Spirito vi condurrร , abbiate fiducia nello Spirito. Non abbiate paura di entrare in dialogo e lasciatevi sconvolgere dal dialogo: รจ il dialogo della salvezza.
Non siate disincantati, preparatevi alle sorprese . Cโรจ un episodio nel libro dei Numeri (cap. 22) che racconta di unโasina che diventerร profetessa di Dio. Gli ebrei stanno concludendo il lungo viaggio che li condurrร alla terra promessa. Il loro passaggio spaventa il re Balak di Moab, che si affida ai poteri del mago Balaam per bloccare quella gente, sperando di evitare una guerra. Il mago, a suo modo credente, domanda a Dio che fare. Dio gli dice di non assecondare il re, che perรฒ insiste, e allora lui cede e sale su unโasina per adempiere il comando ricevuto. Ma lโasina cambia strada perchรฉ vede un angelo con la spada sguainata che sta lรฌ a rappresentare la contrarietร di Dio. Balaam la tira, la percuote, senza riuscire a farla tornare sulla via. Finchรฉ lโasina si mette a parlare avviando un dialogo che aprirร gli occhi al mago, trasformando la sua missione di maledizione e morte in missione di benedizione e vita.
Questa storia ci insegna ad avere fiducia che lo Spirito farร sentire sempre la sua voce. Anche unโasina puรฒ diventare la voce di Dio, aprirci gli occhi e convertire le nostre direzioni sbagliate. Se lo puรฒ fare unโasina, quanto piรน un battezzato, una battezzata, un prete, un Vescovo, un Papa. Basta affidarsi allo Spirito Santo che usa tutte le creature per parlarci: soltanto ci chiede di pulire le orecchie per sentire bene.
Sono venuto qui per incoraggiarvi a prendere sul serio questo processo sinodale e a dirvi che lo Spirito Santo ha bisogno di voi. E questo รจ vero: lo Spirito Santo ha bisogno di noi. Ascoltatelo ascoltandovi. Non lasciate fuori o indietro nessuno. Farร bene alla Diocesi di Roma e a tutta la Chiesa, che non si rafforza solo riformando le strutture โ questo รจ il grande inganno! โ, dando istruzioni, offrendo ritiri e conferenze, o a forza di direttive e programmi – questo รจ buono, ma come parte di altro – ma se riscoprirร di essere popolo che vuole camminare insieme, tra di noi e con lโumanitร . Un popolo, quello di Roma, che contiene la varietร di tutti i popoli e di tutte le condizioni: che straordinaria ricchezza, nella sua complessitร ! Ma occorre uscire dal 3-4% che rappresenta i piรน vicini, e andare oltre per ascoltare gli altri, i quali a volte vi insulteranno, vi cacceranno via, ma รจ necessario sentire cosa pensano, senza volere imporre le nostre cose: lasciare che lo Spirito ci parli.
In questo tempo di pandemia, il Signore spinge la missione di una Chiesa che sia sacramento di cura. Il mondo ha elevato il suo grido, ha manifestato la sua vulnerabilitร : il mondo ha bisogno di cura.
Coraggio e avanti! Grazie!



