Alle ore 10.00 di questa mattina, il Santo Padre Francesco ha presieduto la Santa Messa sul piazzale della Basilica di Santa Maria in Collemaggio (LโAquila).
Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Papa ha guidato la recita dellโAngelus, cui รจ seguito il rito dellโapertura della Porta Santa che dร inizio alla 728.ma Perdonanza Celestiniana, che si svolge dal 23 al 30 agosto nel capoluogo abruzzese. Quindi, Papa Francesco, accompagnato dallโEm.mo Cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo Metropolita di LโAquila, si รจ recato davanti al Mausoleo di Celestino V dove ha sostato in preghiera silenziosa.
Al termine, il Santo Padre si รจ congedato dalle Autoritร che lo hanno accolto allโarrivo e si รจ trasferito in auto al Campo di Atletica a Piazza Dโarmi da dove – alle ore 12.23 circa โ รจ partito e ha fatto rientro in Vaticano.
Pubblichiamo di seguito lโOmelia che il Santo Padre ha pronunciato nel corso della Celebrazione Eucaristica e le parole del Papa alla recita dellโAngelus:
Omelia del Santo Padre
I Santi sono unโaffascinante spiegazione del Vangelo. La loro vita รจ il punto di vista privilegiato da cui possiamo scorgere la buona notizia che Gesรน รจ venuto ad annunciare, e cioรจ che Dio รจ nostro Padre e ognuno di noi รจ amato da Lui. Questo รจ il cuore del Vangelo, e Gesรน รจ la prova di questo Amore, la sua incarnazione, il suo volto.
Oggi celebriamo lโEucaristia in un giorno speciale per questa cittร e per questa Chiesa: la Perdonanza Celestiniana. Qui sono custodite le reliquie del santo Papa Celestino V. Questโuomo sembra realizzare pienamente ciรฒ che abbiamo ascoltato nella prima Lettura: ยซQuanto piรน sei grande, tanto piรน fatti umile, e troverai grazia davanti al Signoreยป ( Sir 3,18). Erroneamente ricordiamo la figura di Celestino V come โcolui che fece il gran rifiutoโ, secondo lโespressione di Dante nella Divina Commedia; ma Celestino V non รจ stato lโuomo del โnoโ, รจ stato lโuomo del โsรฌโ.
Infatti, non esiste altro modo di realizzare la volontร di Dio che assumendo la forza degli umili, non ce nโรจ un altro. Proprio perchรฉ sono tali, gli umili appaiono agli occhi degli uomini deboli e perdenti, ma in realtร sono i veri vincitori, perchรฉ sono gli unici che confidano completamente nel Signore e conoscono la sua volontร . ร infatti ยซai miti che Dio rivela i suoi segreti. [โฆ] Dagli umili egli viene glorificatoยป ( Sir 3,19-20). Nello spirito del mondo, che รจ dominato dallโorgoglio, la Parola di Dio di oggi ci invita a farci umili e miti. Lโumiltร non consiste nella svalutazione di sรฉ stessi, bensรฌ in quel sano realismo che ci fa riconoscere le nostre potenzialitร e anche le nostre miserie. A partire proprio dalle nostre miserie, lโumiltร ci fa distogliere lo sguardo da noi stessi per rivolgerlo a Dio, Colui che puรฒ tutto e ci ottiene anche quanto da soli non riusciamo ad avere. ยซTutto รจ possibile per chi credeยป ( Mc 9,23).
La forza degli umili รจ il Signore, non le strategie, i mezzi umani, le logiche di questo mondo, i calcoliโฆ No, รจ il Signore. In tal senso, Celestino V รจ stato un testimone coraggioso del Vangelo, perchรฉ nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire. In lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che รจ Misericordia. Questa รจ il cuore stesso del Vangelo, perchรฉ la misericordia รจ saperci amati nella nostra miseria. Vanno insieme. Non si puรฒ capire la misericordia se non si capisce la propria miseria. Essere credenti non significa accostarsi a un Dio oscuro e che fa paura. Ce lo ha ricordato la Lettera agli Ebrei: ยซNon vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile neฬ a un fuoco ardente neฬ a oscuritร , tenebra e tempesta, neฬ a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere piรน a loro la parolaยป (12,18-19). No, cari fratelli e sorelle, noi ci siamo accostati a Gesรน, il Figlio di Dio, che รจ la Misericordia del Padre e lโAmore che salva. La misericordia รจ Lui, e con la misericordia puรฒ parlare soltanto la nostra miseria. Se qualcuno di noi pensa di arrivare alla misericordia per un altro cammino che non sia la propria miseria, ha sbagliato strada. Per questo รจ importante capire la propria realtร .
LโAquila, da secoli, mantiene vivo il dono che proprio Papa Celestino V le ha lasciato. ร il privilegio di ricordare a tutti che con la misericordia, e solo con essa, la vita di ogni uomo e di ogni donna puรฒ essere vissuta con gioia. Misericordia รจ lโesperienza di sentirci accolti, rimessi in piedi, rafforzati, guariti, incoraggiati. Essere perdonati รจ sperimentare qui e ora ciรฒ che piรน si avvicina alla risurrezione. Il perdono รจ passare dalla morte alla vita, dallโesperienza dellโangoscia e della colpa a quella della libertร e della gioia. Che questo tempio sia sempre luogo in cui ci si possa riconciliare, e sperimentare quella Grazia che ci rimette in piedi e ci dร unโaltra possibilitร . Il nostro Dio รจ il Dio delle possibilitร : โQuante volte, Signore? Una? Sette?โ โ โSettante volte setteโ. ร il Dio che ti dร sempre unโaltra possibilitร . Sia un tempio del perdono, non solo una volta allโanno, ma sempre, tutti i giorni. ร cosรฌ, infatti, che si costruisce la pace, attraverso il perdono ricevuto e donato.
Partire dalla propria miseria e guardare lรฌ, cercando come arrivare al perdono, perchรฉ anche nella propria miseria sempre troveremo una luce che รจ la strada per andare al Signore. ร Lui che fa la luce nella miseria. Oggi, al mattino, per esempio, ho pensato a questo, quando eravamo arrivati a LโAquila e non potevamo atterrare: nebbia fitta, tutto scuro, non si poteva. Il pilota dellโelicottero girava, girava, giravaโฆ Alla fine ha visto un piccolo buco ed รจ entrato lรฌ: รจ riuscito, un maestro. E ho pensato alla miseria: con la miseria succede lo stesso, con la propria miseria. Tante volte lรฌ, guardando chi siamo, niente, meno di niente; e giriamo, giriamoโฆ Ma a volte il Signore fa un piccolo buco: mettiti lรฌ dentro, sono le piaghe del Signore! Lรฌ รจ la misericordia, ma รจ nella tua miseria. Cโรจ il buco che nella tua miseria il Signore ti fa per potere entrare. Misericordia che viene nella tua, nella mia, nella nostra miseria.
Cari fratelli e care sorelle, voi avete sofferto molto a causa del terremoto, e come popolo state provando a rialzarvi e a rimettervi in piedi. Ma chi ha sofferto deve poter fare tesoro della propria sofferenza, deve comprendere che nel buio sperimentato gli รจ stato fatto anche il dono di capire il dolore degli altri. Voi potete custodire il dono della misericordia perchรฉ conoscete cosa significa perdere tutto, veder crollare ciรฒ che si รจ costruito, lasciare ciรฒ che vi era piรน caro, sentire lo strappo dellโassenza di chi si รจ amato. Voi potete custodire la misericordia perchรฉ avete fatto lโesperienza della miseria.
Ognuno nella vita, senza per forza vivere un terremoto, puรฒ, per cosรฌ dire, fare esperienza di un โterremoto dellโanimaโ, che lo mette in contatto con la propria fragilitร , i propri limiti, la propria miseria. In questa esperienza si puรฒ perdere tutto, ma si puรฒ anche imparare la vera umiltร . In tali circostanze ci si puรฒ lasciar incattivire dalla vita, oppure si puรฒ imparare la mitezza. Umiltร e mitezza, allora, sono le caratteristiche di chi ha il compito di custodire e testimoniare la misericordia. Sรฌ, perchรฉ la misericordia, quando viene da noi รจ perchรฉ noi la custodiamo, e anche perchรฉ noi possiamo dare testimonianza di questa misericordia. ร un dono per me, la misericordia, per me misero, ma questa misericordia devโessere anche trasmessa agli altri come dono da parte del Signore.
Cโรจ perรฒ un campanello dโallarme che ci dice se stiamo sbagliando strada, e il Vangelo di oggi lo ricorda (cfr Lc 14,1.7-14). Gesรน รจ invitato a pranzo โ abbiamo sentito โ a casa di un fariseo e osserva con attenzione come molti corrono a prendere i posti migliori a tavola. Questo gli dร lo spunto per raccontare una parabola che rimane valida anche per noi oggi: ยซQuando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perchรฉ non ci sia un altro invitato piรน degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: โCedigli il posto, per favore, e tu vai dietro!โ. Allora dovrai con vergogna occupare lโultimo postoยป (vv. 8-9). Troppe volte si pensa di valere in base al posto che si occupa in questo mondo. Lโuomo non รจ il posto che detiene, lโuomo รจ la libertร di cui รจ capace e che manifesta pienamente quando occupa lโultimo posto, o quando gli รจ riservato un posto sulla Croce.
Il cristiano sa che la sua vita non รจ una carriera alla maniera di questo mondo, ma una carriera alla maniera di Cristo, che dirร di sรฉ stesso di essere venuto per servire e non per essere servito (cfr Mc 10,45). Finchรฉ non comprenderemo che la rivoluzione del Vangelo sta tutta in questo tipo di libertร , continueremo ad assistere a guerre, violenze e ingiustizie, che altro non sono che il sintomo esterno di una mancanza di libertร interiore. Lรฌ dove non cโรจ libertร interiore, si fanno strada lโegoismo, lโindividualismo, lโinteresse, la sopraffazione e tutte queste miserie. E prendono il comando, le miserie.
Fratelli e sorelle, che LโAquila sia davvero capitale di perdono, capitale di pace e di riconciliazione! Che LโAquila sappia offrire a tutti quella trasformazione che Maria canta nel Magnificat: ยซHa rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umiliยป ( Lc 1,52); quella che Gesรน ci ha ricordato nel Vangelo di oggi: ยซChiunque si esalta sarร umiliato, e chi si umilia sarร esaltatoยป ( Lc 14,11). E proprio a Maria, da voi venerata con il titolo di Salvezza del popolo aquilano , vogliamo affidare il proposito di vivere secondo il Vangelo. La sua materna intercessione ottenga per il mondo intero il perdono e la pace. La consapevolezza della propria miseria e la bellezza della misericordia.
Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Al termine di questa celebrazione, ci rivolgiamo alla Vergine Maria con la preghiera dellโ Angelus .
Prima perรฒ desidero salutare tutti voi che avete partecipato, anche quanti hanno dovuto farlo a distanza, a casa o in ospedale o in carcere. Ringrazio le Autoritร civili per la loro presenza e per lo sforzo organizzativo. Ringrazio di cuore il Cardinale Arcivescovo e gli altri Vescovi, i sacerdoti, le consacrate, i consacrati, le famiglie, il coro e tutti i volontari, come pure le Forze dellโordine e la Protezione civile.
In questo luogo, che ha patito una dura calamitร , voglio assicurare la mia vicinanza alle popolazioni del Pakistan colpite da alluvioni di proporzioni disastrose. Prego per le numerose vittime, per i feriti e gli sfollati, e perchรฉ sia pronta e generosa la solidarietร internazionale.
Ed ora invochiamo la Madonna affinchรฉ, come dicevo al termine dellโomelia, ottenga per il mondo intero il perdono e la pace. Preghiamo per il popolo ucraino e per tutti i popoli che soffrono a causa delle guerre. Il Dio della pace ravvivi nel cuore dei responsabili delle nazioni il senso umano e cristiano di pietร , di misericordia. Maria, Madre di misericordia e Regina della pace, prega per noi!
ยฉ Copyright – Libreria Editrice Vaticana



