Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Do il mio cordiale benvenuto a voi che componete il Comitato Nazionale per il centenario della nascita di Don Lorenzo Milani, presieduto dalla Signora Rosy Bindi. Sono riconoscente per lโimpegno collegiale che ponete affinchรฉ la testimonianza e il messaggio di Don Milani possano raggiungere tutti, in particolare le nuove generazioni. Vi ringrazio, saluto il Signor Cardinale e vorrei condividere con voi alcune riflessioni.
Lโevento centrale della vita di Don Milani รจ la sua conversione, non dimentichiamolo. Essa permette di comprendere appieno la sua persona, dapprima nella sua ricerca inquieta e poi, dopo la completa adesione a Cristo, nella sua piena realizzazione. Il suo โsรฌโ a Dio lo prende, lo trasforma e lo spinge a comunicarlo agli altri.
Di fronte alla salma di un giovane sacerdote, Lorenzo dice al suo padre spirituale, Don Raffaele Bensi, una parola decisiva: โย Io prenderรฒ il suo postoโ. ร la risposta alla vocazione ad essere cristiano e insieme sacerdote, tanto che Adele Corradi, lโinsegnante che gli รจ stata accanto, afferma: ยซEgli non ricordava nessun momento da credente in cui non pensasse di essere prete. Gli pareva che la decisione di essere prete fosse contemporanea alla conversioneยป.ย [1]ย La conversione รจ il cuore di tutta lโesperienza umana e spirituale di Don Milani che lo fa credente, prete innamorato della Chiesa, fedele servitore del Vangelo nei poveri.
Don Lorenzo ha vissuto fino in fondo le Beatitudini evangeliche della povertร e dellโumiltร , lasciando i suoi privilegi borghesi, la sua ricchezza, le sue comoditร , la sua cultura elitaria per farsi povero fra i poveri. E da questa scelta non si รจ mai sentito sminuito, perchรฉ sapeva che quella era la sua missione, Barbiana era il suo posto, tanto che, appena arrivato, acquistรฒ lรฌ la sua tomba.
- Pubblicitร -
Don Bensi, quando lo andรฒ a trovare giร gravemente ammalato e lo vide nella stanza che serviva da scuola, circondato dai suoi ragazzi, rimase colpito e scrisse: ยซErano lรฌ tutti in silenzio […]. E lui era uno di loro, non diverso, non migliore […]. Capii allora, piรน che in qualunque altro momento, il prezzo della sua vocazione, lโabisso del suo amore per quelli che aveva scelto e che lo avevano accettato. […] Fu per me, e rimane, lโimmagine piรน eroica del cristiano e del sacerdoteยป.ย [2]
ยซBeati quelli che hanno fame e sete della giustiziaยป (ย Mtย 5,6). Don Milani ha sperimentato anche questa beatitudine con la sua gente e i suoi allievi. La scuola รจ stato lโambiente in cui operare per un fine grande, uno scopo che andava oltre: restituire la dignitร agli ultimi, il rispetto, la titolaritร di diritti e cittadinanza, ma soprattutto il riconoscimento della figliolanza di Dio, che tutti ci comprende. ยซNoi โdice ai preti inย Esperienze Pastoraliย โ abbiamo per unica ragione di vita quella di contentare il Signore e di mostrargli dโaver capito che ogni anima รจ un universo di dignitร infinitaยป.ย [3]
Don Milani รจ stato testimone e interprete della trasformazione sociale ed economica, del cambiamento dโepoca in cui lโindustrializzazione si affermava sul mondo rurale, quando i contadini e i loro figli dovevano andare a fare gli operai, una condizione che li confinava ancora di piรน ai margini. Con mente illuminata e cuore aperto Don Lorenzo comprende che anche la scuola pubblica in quel contesto era discriminante per i suoi ragazzi, perchรฉ mortificava ed escludeva chi partiva svantaggiato e contribuiva nel tempo a radicare le disuguaglianze. Non era un luogo di promozione sociale, ma di selezione, e non era funzionale allโevangelizzazione, perchรฉ lโingiustizia allontanava i poveri dalla Parola, dal Vangelo, allontanava contadini e operai dalla fede e dalla Chiesa.
Allora si interroga su come la Chiesa possa essere significativa e incidere con il suo messaggio perchรฉ i poveri non rimangano sempre piรน indietro. E con saggezza e amore trova la risposta nellโeducazione, attraverso il suo modello di scuola, cioรจ mettere la conoscenza a servizio di quelli che sono gli ultimi per gli altri, i primi per il Vangelo e per lui.
Al piccolo gregge di Barbiana, alla sua gente, Don Lorenzo consegna tutta la propria vita, che prima ha consegnato a Cristo. Il motto โI Careโ non รจ un generico โmi importaโ, ma un accorato โmโimporta di voiโ, una dichiarazione esplicita dโamore per la sua piccola comunitร ; e nello stesso tempo รจ il messaggio che ha consegnato ai suoi scolari, e che diventa un insegnamento universale. Ci invita a non rimanere indifferenti, a interpretare la realtร , a identificare i nuovi poveri e le nuove povertร ; ci invita anche ad avvicinarci a tutti gli esclusi e prenderli a cuore. Ogni cristiano dovrebbe fare in questo la sua parte.
Penso che lโesperienza di Don Milani si possa rileggere con le parole cheย ย San Giovanni Paolo IIย ha utilizzato per descrivere la figura del martire: ยซEgli sa di avere trovato nellโincontro con Gesรน Cristo la veritร sulla sua vita e niente e nessuno potrร strappargli questa certezza. Nรฉ la sofferenza nรฉ la morte violenta lo potranno fare recedere dallโadesione alla veritร che ha scoperto nellโincontro con Cristoยป.ย [4]
Cari fratelli e sorelle, siamo qui a dire la nostra gratitudine a Don Lorenzo Milani, prete inquieto e inquietante, fedele al Signore e alla sua Chiesa: ringraziamo per la testimonianza che ci ha lasciato come impegnativa ereditร . E grazie a voi per quanto avete fatto e state facendo in questo centenario della sua nascita per farlo conoscere e farlo ascoltare. Vi benedico di cuore. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie.
[1]ย A. Corradi,ย Non so se don Lorenzo,ย Milano 2012, p. 81.
[2]ย N. Fabbretti, โIntervista a Mons. Raffaele Bensiโ,ย Domenica del Corriere, 27 giugno 1971.
[3]ย Esperienze pastorali, Firenze 1957, p. 222.
[4]ย Lett. enc.ย Fides et ratioย (14 settembre 1981), 32.



