VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO A GENOVA
INCONTRO CON SACERDOTI, CONSACRATI E SEMINARISTI
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cattedrale di Genova
Sabato, 27 maggio 2017
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Papa Francesco:
Fratelli e sorelle, vi invito a pregare insieme per i nostri fratelli copti egiziani che sono stati uccisi perchรฉ non volevano rinnegare la fede. Insieme a loro, ai loro vescovi, a mio fratello Tawadros, vi invito a pregare insieme in silenzio e poi unโAve Maria.
[silenzio – โAve Mariaโ]
E non dimentichiamo che oggi i martiri cristiani sono piรน dei tempi antichi, dei primi tempi della Chiesa. Sono di piรน.
Don Andrea Carcasole:
Padre Santo, mi chiamo Don Andrea Carcasole, sono vice-parroco della parrocchia di San Bartolomeo della Certosa qui a Genova, che รจ una parrocchia di 12mila abitanti. Chiediamo a Lei oggi i criteri per vivere unโintensa vita spirituale nel nostro ministero che, nella complessitร della vita moderna e dei compiti anche amministrativi, tende a farci vivere dispersi e frantumati.
Papa Francesco:
Grazie Don Andrea per la domanda. Io dirรฒ che piรน imitiamo lo stile di Gesรน, piรน faremo bene il nostro lavoro di pastori. Questo รจ il criterio fondamentale: lo stile di Gesรน. Come era lo stile di Gesรน come pastore? Sempre Gesรน era in cammino. I Vangeli, con le sfumature proprie di ognuno, ma sempre ci fanno vedere Gesรน in cammino, in mezzo alla gente, la โfollaโ dice il Vangelo. Distingue bene il Vangelo i discepoli, la folla, i dottori della legge, i sadducei, i fariseiโฆ. Distingue il Vangelo: รจ interessante. E Gesรน stava in mezzo alla folla. Se noi immaginiamo comโera lโorario della giornata di Gesรน, leggendo i Vangeli possiamo dire che la maggior parte del tempo lo passava per la strada. Questo vuol dire vicinanza alla gente, vicinanza ai problemi. Non si nascondeva. Poi, alla sera, tante volte si nascondeva per pregare, per stare con il Padre. E queste due cose, questo modo di vedere Gesรน, in strada e in preghiera, aiuta tanto per la nostra vita quotidiana, che non รจ in strada, รจ in fretta. Sono cose diverse. Di Gesรน si dice che forse era un poโ in fretta quando andava verso la Passione: โdecisamenteโ รจ andato a Gerusalemme. Ma questa abitudine, questo modo โimpazzitoโ di vivere sempre guardando lโorologio โ โdevo fare questo, questo, questoโฆโ – questo non รจ un modo pastorale, Gesรน non faceva questo. Gesรน mai รจ stato fermo. E, come tutti quelli che camminano, Gesรน era esposto alla dispersione, ad essere โfrantumatoโ. Per questo mi piace la domanda, perchรฉ si vede che nasce da un uomo che cammina e non รจ statico. Non dobbiamo avere paura del movimento e della dispersione del nostro tempo. Ma la paura piรน grande alla quale dobbiamo pensare, che possiamo immaginare, รจ una vita statica: una vita del prete che ha tutto ben risolto, tutto in ordine, strutturato, tutto รจ al suo posto, gli orari โ a quale ora si apre la segreteria, la chiesa si chiude alla tal oraโฆ โ. Io ho paura del prete statico. Ho paura. Anche quando รจ statico nella preghiera: io prego da tale ora a tale ora. Ma non ti viene voglia di andare a passare con il Signore unโora di piรน per guardarlo e lasciarti guardare da Lui? Questa รจ la domanda che io farei al prete statico, che ha tutto perfetto, organizzatoโฆ Io direi che una vita cosรฌ, tanto strutturata, non รจ una vita cristiana. Forse quel parroco รจ un buon imprenditore, ma io mi domando: รจ cristiano? O almeno, vive come cristiano? Sรฌ, celebra la Messa, ma lo stile รจ uno stile cristiano? O forse รจ un credente, un buon uomo, vive in grazia di Dio, ma con uno stile di imprenditore. Gesรน sempre รจ stato un uomo di strada, un uomo di cammino, un uomo aperto alle sorprese di Dio. Invece, il sacerdote che ha tutto pianificato, tutto strutturato, generalmente รจ chiuso alle sorprese di Dio e si perde quella gioia della sorpresa dellโincontro. Il Signore ti prende quando non te lโaspetti, ma sei aperto. Un primo criterio รจ non avere paura di questa tensione che ci tocca vivere: noi siamo in strada, il mondo รจ cosรฌ. ร un segno di vita, di vitalitร : un papร , una mamma, un educatore รจ sempre esposto a questo e vive la tensione. Un cuore che ama, che si dร , sempre vivrร cosรฌ: esposto a questa tensione. E qualcuno puรฒ anche avere la fantasia di dire: โAh io mi farรฒ prete di clausura, suora di clausura, e cosรฌ non avrรฒ questa tensioneโ. Ma anche i padri del deserto andavano al deserto per lottare di piรน. Quella lotta, quella tensione.
E io credo che dobbiamo su questo pensare ad alcuni aspetti. Se guardiamo Gesรน, i Vangeli ci fanno vedere due momenti, che sono forti, che sono il fondamento. Ho detto questo allโinizio e lo riprendo adesso: lโincontro con il Padre e lโincontro con le persone. La maggioranza delle persone con le quali si incontrava Gesรน era gente che aveva bisogno, gente bisognosa โ malati, indemoniati, peccatori โ anche gente emarginata, lebbrosi. E lโincontro con il Padre. Nellโincontro con il Padre e con i fratelli, lรฌ si dร questa tensione: tutto si deve vivere in questa chiave dellโincontro. Tu, sacerdote, ti incontri con Dio, con il Padre, con Gesรน nellโEucaristia, con i fedeli: ti incontri. Non cโรจ un muro che impedisca lโincontro; non cโรจ una formalitร troppo rigida che impedisca lโincontro. Per esempio la preghiera: tu puoi stare unโora davanti al Tabernacolo, ma senza incontrare il Signore, pregando come un pappagallo. Ma tu perdi tempo cosรฌ! La preghiera: se tu preghi, prega e incontra il Signora, rimani in silenzio, lasciati guardare dal Signore; diโ una parola al Signore, chiedi qualcosa. Stai in silenzio, ascolta cosa dice, cosa ti fa sentireโฆ Incontro. E con la gente lo stesso. Noi preti sappiamo quanto soffre la gente quando viene a chiederci un consiglio o una cosa qualsiasi. โChe cosa cโรจ?… Sรฌ, sรฌ, ma adesso non ho tempo, noโฆโ. Di fretta, non in cammino, di fretta, questa รจ la differenza. Quello che รจ fermo e quello che va di fretta mai si incontrano. Ho conosciuto un bravo sacerdote che aveva una genialitร grande: รจ stato professore di letteratura di alto, altissimo livello, perchรฉ anche lui era un poeta e conosceva bene le lettere. E quando รจ andato in pensione โ รจ un religioso โ ha chiesto al suo provinciale che lo mandasse in una parrocchia delle baraccopoli, con i poveri poveri. Per avere questo servizio, un uomo di quella cultura, รจ andato lรฌ davvero con la voglia di incontrare โ era un uomo di preghiera โ, di continuare a incontrare Gesรน e incontrare un popolo che non conosceva: il popolo dei poveri; รจ andato con tanta generositร . Questโuomo apparteneva alla comunitร dove ero io, la comunitร religiosa. E il provinciale gli aveva detto: โun giorno alla settimana vai in comunitร โ. E lui veniva spesso, parlava con tutti noi, si confessava, approfittava e tornava. Un giorno mi dice: โMa questi teologiโฆ gli manca qualche cosaโ. Io gli dico: โCosa gli manca?โ. โPer esempio, il professore di ecclesiologia, deve fare due tesi nuoveโ. โAh sรฌ, quali?โ. E lui diceva cosรฌ: โIl popolo di Dio, la gente nella parrocchia, รจ ontologicamente stufante, cioรจ che stanca, e metafisicamente, essenzialmente olimpicoโ. Cosa vuol dire โolimpicoโ? Che fa quello che vuole; tu puoi dargli un consiglio, ma poi si vedrร … E quando tu lavori con la gente, la gente ti stanca, e a volte anche ti stufa un poโ. Ma รจ il Popolo di Dio! Pensa a Gesรน, che lo tiravano da una parte e dallโaltra. Pensa a Gesรน, a quella volta in cui era per la strada e diceva: โMa chi mi ha toccato?โ – โMa Maestro cosa dici? Guarda quanta gente cโรจ intorno a teโ. โQualcuno mi ha toccatoโ – โMa guardaโฆโ. Sempre la gente stanca. Lasciarsi stancare dalla gente; non difendere troppo la propria tranquillitร . Vado in confessionale: cโรจ la coda, e poi io avevo in mente di uscireโฆ Non la Messa, ma una cosa che si poteva fare o non fare, ecco, allora io avevo in mente questo, guardo lโorologio e cosa faccio? ร una opzione: rimango nel confessionale e continuo a confessare fino a che finisca, oppure dico alla gente: โHo un altro impegno, mi spiace, arrivederciโ. Sempre incontrare la gente. Ma questo incontro con la gente รจ tanto mortificante, รจ una croce! Incontrare la gente รจ una croce, perchรฉ forse ci saranno nella parrocchia una, due, dieci persone โ vecchiette โ che ti fanno un dolce e te lo portano, buoneโฆ Ma quanti drammi tu devi vedere! E questo stanca lโanima e ti porta alla preghiera di intercessione.
Io direi queste due cose, in questa tensione. Eโ molto importante. E uno dei segni che non si sta andando sulla strada buona รจ quando il sacerdote parla troppo di sรฉ stesso, troppo: delle cose che fa, che gli piace fareโฆ รจ autoreferenziale. Eโ un segno che quellโuomo non รจ un uomo di incontro, al massimo รจ un uomo dello specchio, gli piace specchiarsi, rispecchiare sรฉ stesso; ha bisogno di riempire il vuoto del cuore parlando di sรฉ stesso. Invece il prete che conduce una vita di incontro, con il Signore nella preghiera e con la gente fino alla fine della giornata, รจ โstrappatoโ, san Luigi Orione diceva โcome uno straccioโ. E uno puรฒ dire: โMa, Signore, ho bisogno di altre coseโฆโ. Stai stanco? Vai avanti. Quella stanchezza รจ santitร , sempre che ci sia la preghiera. Diversamente, potrebbe essere anche una stanchezza di autoreferenzialitร . Dovete, voi sacerdoti, esaminarvi su questo: sono uomo di incontro? Sono uomo di tabernacolo? Sono uomo della strada? Sono uomo โdi orecchioโ, che sa ascoltare? O quando incominciano a dirmi le cose, rispondo subito: โSรฌ, sรฌ, le cose sono cosรฌ e cosรฌโฆโ. Mi lascio stancare dalla gente? Questo era Gesรน. Non ci sono formule. Gesรน aveva una chiara coscienza che la sua vita era per gli altri: per il Padre e per la gente, non per sรฉ stesso. Si dava, si dava: si dava alla gente, si dava al Padre nella preghiera. E la sua vita lโha vissuta in chiave di missione: โIo sono inviato dal Padre per dire queste coseโฆโ.
Una cosa che non ci aiuta รจ la debolezza nella diocesanitร . Ma di questo parlerรฒ rispondendo a unโaltra domanda.
Ci farร bene, farร bene a tutti i preti ricordare che soltanto Gesรน รจ il Salvatore, non ci sono altri salvatori. E forse pensare che Gesรน mai, mai, si รจ legato alle strutture, ma sempre si legava ai rapporti. Se un sacerdote vede che nella sua vita la sua condotta รจ troppo legata alle strutture, qualcosa non va bene. E Gesรน questo non lo faceva, Gesรน si legava ai rapporti. Una volta ho sentito un uomo di Dio โ credo che introdurranno la causa di beatificazione di questโuomo โ che diceva: โNella Chiesa si deve vivere quel detto: โminimo di strutture per il massimo di vita, e mai il massimo di strutture per il minimo di vitaโ. Senza rapporti con Dio e con il prossimo, niente ha senso nella vita di un prete. Farai carriera, andrai in quel posto, in quellโaltro; in quella parrocchia che ti piace o in una terna per essere vescovo. Farai carriera. Ma il cuore? Rimarrร vuoto, perchรฉ il tuo cuore รจ legato alle strutture e non ai rapporti, i rapporti essenziali: con il Padre, con Dio, con Gesรน e con le persone. Questa รจ un poโ la risposta sui criteri che voglio darvi. โMa, Padre, Lei non รจ modernoโฆ Questi criteri sono antichiโฆโ. Cosรฌ รจ la vita, figlio! Sono i vecchi criteri della Chiesa che sono moderni, ultramoderni!
Don Pasquale Revello
Sono don Pasquale Revello, parroco. Lavoro a Recco, una bella cittadina sul mare, nella parrocchia di San Giovanni Battista: 7.000 abitanti. Padre Santo, vorremmo vivere meglio la fraternitร sacerdotale tanto raccomandata dal nostro Cardinale Arcivescovo e promossa con incontri diocesani, vicariali, pellegrinaggi, ritiri ed esercizi spirituali, settimane di comunitร . Ci puรฒ dare qualche indicazione?
Papa Francesco:
Grazie, don Pasquale. Quanti anni ha, Lei?
Don Pasquale:
81 compiuti.
Papa Francesco:
Siamo coetanei! Ma le faccio una confessione: sentendoLa parlare cosรฌ, gliene avrei dati 20 di meno!
Fraternitร : รจ una bella parola, ma non si quota nella borsa dei valori. Eโ una parola che non si quota nella borsa dei valori. Eโ tanto difficile, la fraternitร , tra noi. Eโ un lavoro di tutti i giorni, la fraternitร presbiterale. Forse senza accorgercene, ma corriamo il rischio di creare quellโimmagine del prete che sa tutto, non ha bisogno che gli dicano nientโaltro: โIo so tutto, so tuttoโ. Oggi i bambini direbbero: โQuesto รจ un prete google o wikipedia!โ Sa tutto. E questa รจ una realtร che fa tanto male alla vita presbiterale: lโautosufficienza. Questo tipo di prete dice: โPerchรฉ perdere tempo nelle riunioni?… E quante volte sto nelle riunioni e sta parlando il fratello prete, e io sono in orbita nei miei pensieri, penso alle cose che devo fare domaniโฆโ. Io lascio la domanda: ma se il vescovo dicesse: โSapete che dallโanno prossimo crescerร lโapporto dellโ8 per mille per i preti?โ, allora โlโorbitaโ scende subito, perchรฉ cโรจ qualcosa che ha toccato il cuore! Questo ti interessa? E quello che ti dice quel prete giovane o quel prete vecchio o quel prete di mezza etร , non ti interessa? Una bella domanda da farci: nelle riunioni, quando mi sento un poโ lontano da ciรฒ che sta dicendo lโaltro, o non mi interessa, chiedermi: โMa perchรฉ non mi interessa questo? Che cosโรจ che mi interessa? Dovโรจ la porta per arrivare al cuore di quel fratello prete che sta parlando e dicendo della sua vita, che รจ una ricchezza per me?โ. Eโ una vera ascesi, quella della fraternitร sacerdotale! La fraternitร . Ascoltarsi, pregare insiemeโฆ; e poi un buon pranzetto insieme, fare festa insiemeโฆ per i preti giovani, una partita di calcio insiemeโฆ Questo fa bene! Fa bene. Fratelli. La fraternitร , tanto umana. Fare con i preti del presbiterio quello che facevo con i miei fratelli: questo รจ il segreto. Ma cโรจ lโegoismo; dobbiamo recuperare il senso della fraternitร cheโฆ sรฌ, se ne parla ma non รจ ancora entrata nel cuore dei presbitรจri, non รจ entrata profondamente. In alcuni un poโ, in alcuno meno, ma deve entrare di piรน. Ciรฒ che succede allโaltro, mi tocca; ciรฒ che dice quel confratello, puรฒ dirlo anche per aiutarmi a risolvere un problema che io ho. โMa quello la pensa in modo diverso da me…โ Ascoltalo! E prendi quello che ti serve. I fratelli sono ricchezza gli uni per gli altri. E questo รจ quello che apre il cuore: recuperare il senso della fraternitร . Eโ una cosa molto seria. Noi preti, noi vescovi, non siamo il Signore. No. Il Signore รจ Lui. Noi siamo i discepoli del Signore, e dobbiamo aiutarci gli uni gli altri. Anche litigare, come litigavano i discepoli quando si domandavano chi fosse il piรน grande di loro. Anche litigare. Eโ bello anche sentire discussioni nelle riunioni sacerdotali, perchรฉ se cโรจ discussione cโรจ libertร , cโรจ amore, cโรจ fiducia, cโรจ fraternitร ! Non avere paura. Piuttosto, bisogna avere paura del contrario: non dire le cose, ma poi, dietro: โHai sentito cosa ha detto quello scemo? Hai sentito che idea stravagante?โ. La mormorazione, lo โspellarsiโ lโun lโaltro, la rivalitร โฆ Vi dirรฒ una cosaโฆ Ho pensato tre volte se posso dirla o no. Sรฌ, la posso dire. Non so se devo dirla, ma la posso dire. Voi sapete che per fare la nomina di un vescovo si chiedono informazioni ai sacerdoti e anche ai fedeli, alle consacrate su questo sacerdote, e lรฌ, nel questionario che manda il nunzio, si dice: โquesto รจ segretoโ. Non si puรฒ dire a nessuno, ma questo sacerdote รจ un possibile candidato a diventare vescovo. E si chiedono informazioni. Alcune volte si trovano vere calunnie o opinioni che, senza essere calunnie gravi, svalutano la persona del prete; e si capisce subito che dietro cโรจ rivalitร , gelosia, invidiaโฆ Quando non cโรจ fraternitร sacerdotale, cโรจ โ รจ dura la parola โ cโรจ tradimento: si tradisce il fratello. Si vende il fratello. Per andare su io. Si โspellaโ il fratello. Pensate, fate un esame di coscienza, su questo. Vi chiedo: quante volte ho parlato bene, ho ascoltato bene, in una riunione, fratelli sacerdoti che la pensano diversamente o che non mi piacciono? Quante volte, appena hanno incominciato a parlare, ho chiuso le orecchie? E quante volte li ho criticati, โspiumatiโ, โspellatiโ di nascosto? Il nemico grande contro la fratellanza sacerdotale รจ questo: la mormorazione per invidia, per gelosia o perchรฉ non mi va bene, o perchรฉ la pensa in unโaltra maniera. E dunque รจ piรน importante lโideologia della fraternitร ; รจ piรน importante lโideologia della dottrinaโฆ Ma dove siamo arrivati? Pensate. La mormorazione o il giudicare male i fratelli รจ un โmale di clausuraโ: quanto piรน siamo chiusi nei nostri interessi, tanto piรน critichiamo gli altri. E mai avere la voglia di avere lโultima parola: lโultima parola sarร quella che viene fuori da sola, o la dirร il vescovo; ma io dico la mia e ascolto quella degli altri.
Poi, quando ci sono sacerdoti malati, ammalati fisicamente, andiamo a trovarli, li aiutiamoโฆ Ma peggio, quando sono malati psichicamente; e quando sono ammalati moralmente. Faccio penitenza per loro? Prego per loro? Cerco di avvicinarmi per dare una mano, per far vedere loro lo sguardo misericordioso del Padre? O subito vado dallโaltro amico mio a dirgli: โSai? Ho saputo di quello lร questo, questo e questoโฆโ. E lo โsporcoโ ancora di piรน. Ma se quel poveretto รจ caduto vittima di Satana, anche tu vuoi schiacciarlo? Queste cose non sono favole: questo accade, questo succede.
E inoltre unโaltra cosa che puรฒ aiutare รจ sapere che nessuno di noi รจ il tutto. Tutti siamo parte di un corpo, del corpo di Cristo, della Chiesa, di questa Chiesa particolare. E chi ha la pretesa di essere il tutto, di avere sempre ragione o avere quel posto o quellโaltro, sbaglia. Ma questo si impara dal seminario. So che qui ci sono i superiori dei seminari, i formatori, i padri spirituali. Questo รจ molto importante. Un bravo arcivescovo vostro, il cardinale Canestri, diceva che la Chiesa รจ come un fiume: lโimportante รจ essere dentro il fiume. Se sei al centro o piรน a destra o piรน a sinistra, ma dentro il fiume, questo รจ una varietร lecita. Lโimportante รจ essere dentro il fiume. Tante volte noi vogliamo che il fiume si restringa soltanto dalla nostra parte e condanniamo gli altriโฆ questa non รจ fraternitร . Tutti dentro il fiume. Tutti. Questo si impara in seminario. E io consiglio ai formatori: se voi vedete un seminarista bravo, intelligente, che sembra bravo, รจ bravo ma รจ un chiacchierone [pettegolo], cacciatelo via. Perchรฉ dopo questa sarร unโipoteca per la fraternitร presbiterale. Se non si corregge, cacciatelo via. Dallโinizio. Cโรจ un detto, non so come si dice in italiano: โAlleva corvi e ti mangeranno gli occhiโ. Se nel seminario tu allevi โcorviโ che โchiacchieranoโ, distruggeranno qualsiasi presbiterio, qualsiasi fraternitร nel presbiterio.
E poi ci sono tante prove: il parroco e il vice-parroco, ad esempio. A volte vanno naturalmente dโaccordo, sono dello stesso temperamento; ma tante volte sono differenti, molto differenti, perchรฉ nel fiume uno รจ da questa parte e lโaltro รจ dallโaltra parte: ma tutti dentro il fiume. Fate uno sforzo per capirvi, per amarvi, per parlarviโฆ Lโimportante รจ essere dentro il fiume. E lโimportante รจ non chiacchierare dellโaltro, e cercare lโunitร . E dobbiamo prendere le luci, le ricchezze, i doni, i carismi di ognuno. Questo รจ importante. I Padri del deserto ci insegnano tanto su questo: sulla fraternitร , sul perdono, sullโaiuto. Una volta, andarono da Abba Pafnuzio alcuni monaci: erano preoccupati per un peccato che aveva commesso uno dei loro fratelli, e vanno da lui a chiedere aiuto. Ma, prima di andare, avevano chiacchierato tra loro, parecchio. E Abba Pafnuzio, dopo averli ascoltati, disse: โSรฌ, io ho visto sulla riva del fiume un uomo che era proprio nel fango fino alle ginocchia. E alcuni fratelli volevano dargli una mano, e lo hanno fatto andare giรน fino al colloโ. Ci sono alcuni โaiutiโ che quello che cercano รจ distruggere e non aiutare: sono solo travestiti da aiuti. Nella mormorazione, sempre succede questo. Una cosa che ci aiuterร tanto, quando ci troviamo davanti ai peccati o a cose brutte dei nostri fratelli, cose che cercano di rompere la fraternitร , รจ farci la domanda: โQuante volte io sono stato perdonato?โ. Questo aiuta.
Grazie don Pasquale. E grazie della Sua giovinezza.
Madre Rosangela Sala, Presidente USMI Ligure
Padre Santo, grazie. Sono suor Rosangela Sala dellโIstituto delle Suore dellโImmacolata e rappresento la parte femminile della vita consacrata ligure. Sappiamo che Lei ha vissuto una lunga esperienza di consacrazione vissuta in situazioni diverse e con differenti ruoli. Che cosa puรฒ dirci perchรฉ possiamo vivere la nostra vita con crescente intensitร rispetto al carisma, allโapostolato e nella nostra Diocesi, che รจ la Chiesa?
Papa Francesco:
[ads2]Grazie, Madre. Io la Madre Rosangela la conosco da anniโฆ Eโ una brava donna, ma ha un difetto. Posso dirlo? Guida a 140! [ride, ridono] Le piace andare in fretta, ma รจ brava.
Lei ha detto una parola che mi piace tanto, mi piace tanto: la diocesanitร . Piรน che una parola, รจ una dimensione che mi piacerebbe collegare con le domande precedenti. Una dimensione della nostra vita di Chiesa, perchรฉ la diocesanitร รจ quello che ci salva dallโastrazione, dal nominalismo, da una fede un poโ gnostica o soltanto che โvola per ariaโ. La diocesi รจ quella porzione del popolo di Dio che ha un volto. Nella diocesi cโรจ il volto del popolo di Dio. La diocesi ha fatto, fa e farร storia. Tutti siamo inseriti nella diocesi. E questo ci aiuta affinchรฉ la nostra fede non sia teorica, ma sia pratica. E voi consacrate e consacrati, siete un regalo per la Chiesa, perchรฉ ogni carisma, ognuno dei carismi รจ un regalo per la Chiesa, per la Chiesa universale. Ma sempre รจ interessante vedere come ognuno dei carismi, tutti i carismi nascono in un posto concreto e molto legato alla vita di quella diocesi concreta. I carismi non nascono nellโaria, ma in un posto concreto. Poi il carisma cresce, cresce, cresce e ha un carattere molto universale; ma alle origini, sempre ha una concretezza. Eโ bello fare memoria di come non ci sia carisma senza unโesperienza fondante concreta. E cheย abitualmente non รจ legata a una missione universale, ma a una diocesi, a un posto concreto. Poi si fa universale, ma allโinizio, alle radiciโฆ Pensiamo ai Francescani. Se uno dice: โSono francescanoโ, qual รจ il posto che ci viene in mente? Assisi! Subito! โMa siamo universali!โ Sรฌ, siete dappertutto, รจ vero, ma cโรจ lโorigine concreta. E vivere intensamente il carisma รจ volere incarnarlo in un posto concreto.
Il carisma va incarnato: nasce in un posto concreto e poi cresce e continua a incarnarsi in posti concreti. Ma sempre bisogna cercare dove รจ nato, come รจ nato il carisma, in quale cittร , in quale quartiere, con quale fondatore, quale fondatrice, come si รจ formato… E questo ci insegna ad amare la gente dei posti concreti, amare gente concreta, avere ideali concreti: la concretezza la dร la diocesanitร . La concretezza della Chiesa la dร la diocesanitร . E questo non vuol dire uccidere il carisma, no. Questo aiuta il carisma a farsi piรน reale, piรน visibile, piรน vicino. E poi, ogni tanto โ ogni sei anni, normalmente โ i consacrati si riuniscono in capitolo, e provengono dalle diverse โconcretezzeโ, e questo fa crescere lโistituto. Ma sempre con la radice nella diocesanitร : nelle diverse diocesi, dove questo carisma รจ nato e dove รจ andato. Questa รจ la concretezza. Quando lโuniversalitร di un istituto religioso, che cresce e va e va, si dimentica di inserirsi nei posti concreti, nelle diocesi concrete, questo Ordine religioso alla fine si dimentica di dove รจ nato, del carisma fondante. Si universalizza alla maniera delle Nazioni Unite, per esempio. โSรฌ, facciamo una riunione universale, tutti insiemeโฆโ. Ma non cโรจ quella concretezza della diocesanitร : dove รจ nato il carisma e dove รจ andato poi e si รจ inserito in quelle Chiese particolari. Istituti religiosi volanti non esistono! E se qualcuno ha questa pretesa, finirร male. Sempre le radici nella diocesi. E qui cโรจ il non facile rapporto tra i religiosi consacrati e i vescovi. Adesso si sta lavorando a un nuovo progetto per fare di nuovo il documento Mutuae relationes, che ha 40 anni, ed รจ ora di rivederlo. Perchรฉ sempre ci sono conflitti, anche conflitti di crescita, conflitti buoni, e anche alcuni non tanto buoni. Ma questo รจ importante: un carisma che abbia la pretesa di non prendere sul serio lโaspetto della diocesanitร e si rifugia soltanto negli aspetti ad intra, questo lo porterร a una spiritualitร autoreferenziale e non universale come la Chiesa di Gesรน Cristo.
Questa parola mi รจ piaciuta tanto, Madre: diocesanitร . Dove il carisma รจ nato e dove si inserisce nella sua crescita.
Un secondo aspetto che mi piacerebbe sottolineare รจ la disponibilitร . Una disponibilitร ad andare dove cโรจ piรน rischio, dove cโรจ piรน bisogno, dove cโรจ piรน necessitร . Non per curare se stessi: per andare a donare il carisma e inserirsi dove cโรจ piรน necessitร . La parola che uso spesso รจ periferie, ma io dico tutte le periferie, non solo quelle della povertร , tutte. Anche quelle del pensiero, tutte. Inserirsi in esse. E queste periferie sono il riflesso dei posti dove รจ nato il carisma primordiale. E quando dico disponibilitร , dico anche revisione delle opere. Eโ vero, alle volte si fanno revisioni perchรฉ non cโรจ personale e si deve fare. Ma anche quando cโรจ personale, quando cโรจ gente, domandarsi: il nostro carisma รจ necessario in questa diocesi, o in questo posto della diocesi? O sarร piรน necessario da unโaltra parte e in questo posto potrร venire un altro carisma, ad aiutare? Essere disponibili ad andare oltre, sempre oltre: il โDeus semper maiorโ. Sempre andare oltre, oltreโฆ Essere disponibili e non aver paura dei rischi; con la prudenza del governo, maโฆ Questo รจ importante, queste due cose, direi: diocesanitร e disponibilitร . Diocesanitร come riferimento alla nascita, e anche disponibilitร per crescere e inserirsi nelle diocesi. Direi questo, riprendendo la Sua parola, diocesanitร . Grazie.
P. Andrea Caruso, O.F.M. Capp.
Santitร , mi chiamo frate Andrea Caruso, sacerdote dellโOrdine dei Frati Minori Cappuccini liguri. Questa รจ la domanda: come vivere e affrontare il generale calo di vocazioni alla vita sacerdotale e alla vita consacrata?
Papa Francesco:
Grazie.
Si dice dei Francescani che si riuniscono sempre, e si dice: โQuando non sono in capitolo, sono in versettoโ. Sempre sono in qualche riunione, sono riuniti.
Dunque il calo [delle vocazioni]. Cโรจ un problema demografico: il calo demografico in Italia. Noi siamo sotto zero, e se non ci sono ragazzi e ragazze, non ci saranno vocazioni. Era piรน facile in tempi di famiglie piรน numerose avere vocazioni. Cโรจ un calo che รจ anche conseguenza del calo demografico. Non รจ lโunica ragione, ma questa dobbiamo averla presente. Eโ piรน facile convivere con un gatto o con un cane che con i figli. Perchรฉ io mi assicuro lโamore programmato, perchรฉ non sono liberi, io li allevo fino a un certo punto, cโรจ un rapporto, mi sento accompagnato o accompagnata con il gatto, con il cane, e non con i figli. Uno dei miei assistenti, che ne ha tre [figli] mi dice cosรฌ [ride]. Si, รจ vero. In ogni epoca, dobbiamo vedere le cose che succedono come un passaggio del Signore: oggi il Signore passa tra noi e ci pone questa domanda: โCosa succede?โ. Cosa succede? Il calo รจ vero. Ma io mi faccio unโaltra domanda: che cosa ci dice o ci sta chiedendo il Signore, adesso? La crisi vocazionale รจ una crisi che tocca tutta la Chiesa, tutte le vocazioni: sacerdotali, religiose, laicali, matrimonialiโฆ Pensa alla vocazione al matrimonio, che รจ tanto bella. Non si sposano, i giovani; convivono, preferiscono quello. Eโ una crisi trasversale, e dobbiamo a pensare le cose cosรฌ. Eโ una crisi che tocca tutti, anche la vocazione matrimoniale. Una crisi trasversale. E come tale รจ un tempo per domandarsi, per domandare al Signore e domandarci noi: cosa dobbiamo fare? cosa dobbiamo cambiare? Affrontare i problemi รจ una cosa necessaria; e imparare dai problemi รจ una cosa obbligatoria. E noi dobbiamo imparare anche dai problemi. Cercare una risposta che non sia una risposta riduttiva, che non sia una risposta โdi conquistaโ.
Una cosa brutta che รจ accaduta nella Chiesa qui in Italia โ sto parlando degli anni Novanta, piรน o meno โ: alcune congregazioni che non avevano case nelle Filippine, andavano e portavano qui delleย ragazze, le hanno โviziateโ e le ragazze venivano. Brave ragazze, buone โฆ Poi la maggioranza lasciava. Io ricordo, nel Sinodo del 1994, una lettera pastorale dei vescovi delle Filippine che vietavano di fare questo, e le congregazioni che non hanno case nelle Filippine non possono fare questo. Primo. Secondo: la formazione iniziale si deve fare nel Paese [dโorigine], poi si puรฒ andare in un altro Paese, ma la formazione iniziale, nel proprio Paese. E ricordo come se fosse oggi, credo che fosse il โCorriere della Seraโ, il titolo a caratteri cubitali: โLa tratta delle novizieโ. Eโ stato uno scandalo. Anche in alcuni Paesi latinoamericani. Sto pensando a una congregazioneโฆ Prendevano il bus e andavano in certi posti poveri, e convincevano le ragazze a venire a Buenos Aires e a farsi novizie, e venivano. E poi le cose non andavano bene. E qui, in Italia โ a Roma โ questo รจ un dato di 15 anni fa, lโho saputo da alcune congregazioni che andavano nei Paesi ex-comunisti dellโEuropa centrale in cerca di vocazioni, ragazze, Paesi poveriโฆ Venivano, ma non avevano vocazione, perรฒ non volevano tornare; alcune trovavano un lavoro e altre, poverette, finivano sul marciapiede.
Eโ difficile il lavoro vocazionale, ma si deve fare. Eโ una sfida. Dobbiamo essere creativi, nel lavoro vocazionale. Lโaltro giorno sono stati in una riunione โ prima del vostro capitolo nella provincia delle Marche, sono venuti da me. Quasi tutti. A fare una sorta di pre-capitolo con il Papa. Tanti giovani! โCome avete tante vocazioni?โ โ โNon so, cerchiamo di vivere la vita come la voleva San Francescoโ. La fedeltร al carisma fondazionale. E quando ci sono congregazioni che sono fedeli al carisma fondazionale, ma con quellโamore che fa vedere lโattualitร che ha quel carisma, la bellezza, questo attira. E poi la testimonianza. Se noi vogliamo consacrati, consacrate, sacerdoti dobbiamo dare testimonianza che siamo felici, che siamo felici. E che finiamo la nostra vita felici della scelta che Gesรน ha fatto di noi. La testimonianza di gioia, anche nel modo di vivere. Ci sono consacrati, consacrate, sacerdoti, vescovi cristiani, ma vivono come pagani. Un giovane, una giovane di oggi guarda e dice: โNo, cosรฌ io non voglio!โ. E questo spinge fuori la gente. Poi, รจ importante la conversione pastorale e missionaria. Una delle cose che i giovani di oggi cercano tanto รจ la missionarietร . Lo zelo apostolico: vedere nella testimonianza anche un grande zelo apostolico, che uno non vive per se stesso, che vive per gli altri, che dร la vita, dร la vita. Una volta โ lโho saputo appena vescovo, negli anni โ92 โ ho saputo che una congregazione di suore del posto dovโero, nel quartiere, nella zona di Buenos Aires dove io ero vescovo ausiliare, stava rifacendo la casa delle suore. Avevano un collegio molto ricco, molto ricco. Avevano i soldi. E avevano ragione: la casa delle suore doveva essere rifatta un poโ. Lโavevano fatta bene: anche con il bagno privato. Sta bene โ io ho pensato โ se รจ una cosa austera, oggi anche una comoditร moderna รจ importante, non cโรจ problema โฆ Ma alla fine hanno fatto un palazzo di lusso, per le suore. E anche โ sto parlando del 1992, oggi sarebbe piรน comprensibile, non so, non sarebbe bene, ma non scandalizzerebbe tanto โ in ognuna delle stanze delle suore, una tv. Qual รจ stato il risultato? Dalle due alle quattro del pomeriggio, tu non trovavi una suora, nel collegio: ognuna era nella sua stanza a guardare la telenovela. La mondanitร . La mondanitร spirituale. E la gente, i giovani chiedono testimonianza di autenticitร , di zelo apostolico, di armonia con il carisma. E anche noi dobbiamo renderci conto che con questi comportamenti siamo noi stessi a provocare certe crisi vocazionali. Siamo stati noi stessi. Ci vuole una conversione pastorale, una conversione missionaria. Vi invito a prendere quei passi della Evangelii gaudium che parlano di questo, sulla necessaria conversione missionaria, e questa รจ una testimonianza che attira vocazioni.
Poi, le vocazioni ci sono, Dio le dร . Ma se tu โ prete o consacrato o suora โ sei sempre occupato, non hai tempo di ascoltare i giovani che vengono, che non vengonoโฆ โSรฌ, si, domaniโฆโ. Perchรฉ? I giovani sono โnoiosiโ, vengono sempre con le stesse domandeโฆ Se tu non hai tempo, vai a cercare un’altra persona che possa ascoltare. Ascoltarli. E poi, i giovani sono sempre in movimento: bisogna metterli su una strada missionaria. Quattro giorni di vacanza: vi invito, andiamo a fare una piccola missione in quel posto, in quel paesino, o andiamo a imbiancare la scuola di quel paesino che รจ tutta sporcaโฆ E i giovani vanno subito. E facendo queste cose, il Signore parla loro. La testimonianza. Questa รจ la chiave. Questa รจ la chiave.
Cosa pensa un giovane quando vede un sacerdote, un consacrato o una consacrata? La prima cosa che pensa, se ha qualche movimento dello Spirito: โIo vorrei essere come quella, come quelloโ. Lรฌ cโรจ il seme. Nasce dalla testimonianza. โIo mai vorrei essere come quello!โ Eโ la controtestimonianza. La testimonianza si fa senza parole.
E finisco con un aneddoto. Nella zona di Buenos Aires, dove ero vescovo ausiliare, ci sono tanti ospedali, ma in tutti ci sono le suore. E in uno, che era vicino al vicariato, cโerano tre suore tedesche, anzianissime, malate, di una congregazione che non aveva gente da mandare. E la Madre generale, con buon senso, le ha richiamate: รจ stata una decisione prudente, presa con la pregata, parlandone col vescovoโฆ una cosa ben fatta. E un sacerdote disse: โIo conosco la Madre generale di un istituto coreano di Seul, della Sacra Famiglia di Seul. Posso scrivereโ. Ha scritto. โVa bene, va beneโ. Alla fine, dopo quattro mesi, sono arrivate tre suore coreane. Sono arrivate lunedรฌ โ per dire โ martedรฌ si sono arrangiate un poโ le loro cose, e mercoledรฌ sono scese ai reparti. Coreane, senza una parola di spagnolo. Dopo alcuni giorni, i malati erano tutti felici: โMa che suore brave! Ma che bello, quello che dicono!โ โ โMa come โ dico โ quello che dicono, se non parlano una parola di spagnolo?โ โ โNo, no, ma รจ il sorriso, ti prendono la mano, ti fanno una carezzaโฆโ. Il linguaggio dei gesti! Ma soprattutto il linguaggio della testimonianza dellโamore! Guarda, anche senza parole, tu puoi attrarre gente. La testimonianza รจ decisiva nelle vocazioni: รจ decisiva.
Grazie per quello che fate! Grazie tante!
Vi chiedo di pregare per me. Vi ringrazio per la vostra vita consacrata, per la vostra vita presbiterale. E avanti, avanti, che il Signore รจ grande e ci darร figli e nipoti nelle nostre congregazioni e nelle nostre diocesi!
Grazie.
E adesso vi do la benedizione, e andate avanti con coraggio! E mi piacerebbe salutare i quattro che hanno avuto il coraggio di fare le domande.
[Benedizione]