La scorsa settimana ci siamo lasciati sulle parole esigenti del Rabbรฌ di Nazareth che invitavano Pietro, e tutti noi suoi discepoli, a prendere la croce e seguirlo.
Oggi la Parola ci mostra concretamente come incarnare questo invito di Gesรน.
Siamo al capitolo diciottesimo di Matteo, quello che racchiude il discorso sulla comunitร .
Matteo in questo discorso parla alla sua comunitร dando norme, consigli.
Non vanno presi alla lettera perchรฉ รจ il tentativo di โtradurreโ lo spirito di Gesรน in comportamenti, regole, per uomini che hanno vissuto duemila anni fa in un ambiente e in una cultura molto diversa dalla nostra.
Non dobbiamo rimanere fedeli alle regole, che mutano nel tempo, ma allo spirito di Gesรน: perchรฉ mentre le regole cambiano secondo i secoli e i tempi, lo spirito rimane per sempre.
Va colto, allora, il senso profondo: lโumiltร , la sollecitudine e lโattenzione verso gli altri.
Se Dio abita nel tuo cuore non si vede tanto da quanto preghi o da quanto lo nomini, ma soprattutto nelle tue relazioni, nei rapporti con le persone e da come stai con gli altri.
Insommaโฆin ogni cosa, tu ama!
LโAntico Testamento (Dt 19, 15) invitava, in caso di una mancanza da parte di qualcuno, di ammonirlo pubblicamente. Gesรน invita invece a farlo ยซfra te e lui soloยป.
Dinanzi alla fragilitร dellโaltro ci vuole molta delicatezza, perchรฉ chi ha sbagliato, chi รจ caduto, possa essere recuperato nella sua piena dignitร , impedendo che si trasformi in cibo dato in pasto alla critica e alla curiositร morbosa della comunitร .
La rabbia, la durezza del giudizio, lโintransigenza non provocherร altro che la chiusura di quellโuomo, condannandolo ulteriormente dentro il guscio della propria colpa.
Gesรน dinanzi allโuomo segnato dal male e dalla colpa commessa รจ sempre stato intransigente nei confronti del male, condannandolo, ma perdonando, recuperando e amando chi lโha commesso.
Perdono che, nella miope prospettiva odierna, รจ visto come una debolezza.
Quanto รจ difficile perdonare!
Ci vuole del tempo, una forte fede, per perdonare chi mi ha fatto del male!
Quanto, in televisione, vedo un giornalista (idiota) che si avvicina al famigliare di una vittima chiedendo se perdona lโassassino del figlio mi sento salire la rabbia.
Eโ una cosa seria il perdono! Ci vuole tempo e pazienza per costruirlo, non รจ unโemozione buonista, ma una adulta scelta sanguinante!
ร possibile perdonare, dice il Vangeloโฆecco la bella notizia!
Interessante: Gesรน dice che quando lโaltro commetterร una colpa contro di te, devi essere tu ad andare verso lui. Fai tu il primo passo, come Dio lโha fatto (e continua a farlo ogni istante) nei tuoi confronti, venendoti a cercare quando ti trovi smarrito.
Questo movimento dellโamore Gesรน lo ha giร ricordato in un altro grande discorso, il primo, detto della montagna: ยซSe dunque tu presenti la tua offerta allโaltare e lรฌ ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lรฌ il tuo dono davanti allโaltare, vaโ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo donoยป (Mt 5, 23s.): se lโaltro ti ferisce, non accostarti allโaltare pensando di trovarvi Dio, ma vaโ a cercare quel tuo fratello che ti ha fatto del male, ristabilisci con lui la fraternitร infranta e in quel momento incontrerai anche il tuo Dio.
Se non si vive la comunione col fratello, non ci sโilluda di viverla in una chiesa.
Nella Chiesa i rapporti tra i discepoli sono vissuti in questa liberante logica dโamore.
Il vangelo ci illustra il modo di gestire i nascenti conflitti nella comunitร primitiva: passato lโentusiasmo dellโadesione al Rabbรฌ, allora come oggi sorgevano i problemi di dialogo e di comprensione col rischio di gesti estremi (magari in nome del vangelo!).
La prassi proposta da Gesรน รจ piena zeppa di buon senso: discrezione, umiltร , delicatezza.
Quanto siamo lontano da questa prassi evangelica!
Ci incontriamo ogni domenica (quando va bene), spesso indifferenti gli uni gli altri, pronti a notare quello che non va nella comunitร , un poโ scocciati di dover sottostare a questo rito settimanale che รจ la Messa.
Non solo non ci interessano gli affari degli altri, ma mai e poi mai ci verrebbe in mente di occuparci della perdita delle fede di chi ci sta accanto!
Il criterio del Vangelo รจ pieno di amorevole buon senso: ti voglio bene al punto che, dopo aver pregato, ti chiedo di interrogarti sui tuoi atteggiamenti.
La franchezza evangelica รจ un modo concreto di amare, di essere solidali, anche con durezza, come ha fatto Gesรน con la Cananea e con Pietro.
Nelle nostre comunitร abbiamo bisogno di scoprire questo modo concreto di intervenire, di prendere a cuore il destino dei fratelli, senza nasconderci dietro un ipotetico rispetto che non ci interpella e lascia il fratello nella propria inquietudine.
Gesรน sogna una comunitร di fratelli e sorelle che intrecciano rapporti autentici, seri, esigenti, appassionati, fondati sul Vangelo e non solo persone che condividono uno spazio o un ideale di vita.
Il Vangelo di oggi ci mette in guardia dal rischio di chiamare comunitร ciรฒ che in realtร รจ solo una convivenzaโฆ
ยซE se non ascolterร neanche la comunitร , sia per teยปโ, quindi non per la comunitร , ma per te, โยซcome il pagano e il pubblicanoยปโ. Cosa significa?
Non significa che questโindividuo, causa del dissidio, vada escluso dallโamore della comunitร , e neanche dal tuo amore, ma significa che questo amore sarร a senso unico.
Mentre nella comunitร lโamore donato viene anche ricevuto, perchรฉ i fratelli si scambiano
vicendevolmente questo amore, verso la persona che รจ causa del dissidio, lโamore va dato come quello verso i nemici.
Gesรน dirร di amare i nemici, dirร di pregare per i persecutori.
Quindi non significa escludere questa persona dal tuo amore, ma amarlo in perdita, a senso unico.
Gesรน dice che dove due o tre sono riuniti nel suo nome Lui รจ in mezzo a loro.
Questo ci fa stare tranquilli, perchรฉ non dice โdove due o tre santi...โ o โdove due o tre perfettiโ.
La presenza palpitante del Signore รจ offerta a tutti, non รจ questione di numero o di merito. Lโunica condizione รจ essere riuniti nel Suo nome.
Allora mi viene spontaneo chiedermi: le nostre comunitร nel nome di chi si raccolgono?
In nome dellโabitudine? Della tradizione? Della visibilitร ? O nel nome di Cristo e della sua Parola infuocata di passione per la fraternitร ?
La bella notizia di questa Domenica? Ciรฒ che scioglieremo avrร libertร per sempre, ciรฒ che legheremo avrร comunione per sempre perchรฉ Dio dona eternitร a tutto ciรฒ che di piรน bello abbiamo seminato nel mondo.
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AUTORE: Paolo di Martino
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