Il Rabbรฌ di Nazareth non perde il vizio di metterci di domenica in domenica davanti a delle parabole che ci costringono a deporre le nostre maschere e a cercare la veritร della nostra fede.
Quella di oggi รจ la prima di tre parabole che cercano di spiegare perchรฉ quelli che avrebbero dovuto accogliere Gesรน e il suo Vangelo, in realtร lo hanno rifiutano.
Il breve testo รจ costruito in modo geniale: Gesรน la racconta, lo fa commentare ai diretti interessati e poi toglie il velo dallo specchio per far capire che si stava parlando proprio di loro.
Le parole di Gesรน mirano a mettere a nudo quelli che credono di essere giusti e che si sentono giร a posto, arrivati.
ร curioso notare che questo uomo non ha un terzo figlio, che fa immediatamente ciรฒ che il Padre diceโฆ
ยซUn uomo aveva due figliยป, si potrebbe tradurre cosรฌ: un uomo aveva due cuori.
Siamo tutti cosรฌ, contradditori e incerti, con due cuori: uno che dice sรฌ e uno che lo contraddice. Abbiamo tutti due anime: quella dellโapparire e del fingere per gli altri, e quella dellโessere veri anche se nessuno vede e sa.
Non si illude Gesรน. Conosce bene come siamo fatti: non esiste un terzo figlio ideale, in cui senza contraddizioni avvenga lโincontro perfetto del dire e del fare.
Non รจ difficile riscontrare in me, il figlio che vive dโapparenza. Mi dico cristiano e credo dโesserlo realmente; per il fatto di ritenermi, di appartenere alla โsquadraโ di Cristo, di andare magari anche in chiesa, recitar preghiere, sgranare rosari penso anche di potermi dire discepolo, essere dei suoi, e di fare la sua volontร . Ebbene, questo รจ lโatteggiamento di quel figlio della parabola che dice sempre sรฌ, ma non fa la volontร del padre.
Poi cโรจ lโaltro figlio, lโaltra parte di me.
Quello che dice di no, quello che spesso fa fatica a vivere con suo padre, che si allontana dalla sua casa. Quello che affamato cerca altre mense, che assetato cerca pozzanghere alle quali abbeverarsi. Quello che fa esperienza della propria debolezza, che vorrebbe ma non ce la fa, quello che si ferisce attraverso il proprio peccato. Quello che si trova sempre al punto di partenza.
Il Vangelo di oggi dice che proprio questo figlio, questa povera creatura, infangata sino al collo, ha compiuto la volontร del Padre. Ma come รจ possibile?
Forse occorre domandarsi a questo punto in cosa consiste il โfare la volontร del Padreโ. Stando al Vangelo evinciamo che essa consiste nellโaccettare, accogliere, fare esperienza dellโamore gratuito di Dio per me suo figlio.
Compiere la volontร di Dio non รจ anzitutto un fare qualcosa per lui, obbedienza a una sua norma, o moltiplicare atti religiosi, ma piuttosto permettere che lui compia in me la sua opera, ossia si manifesti a me per ciรฒ che รจ!
Mi piace sottolineare che la prima risposta data dai figli al Padre resta ambigua, aperta, e che non si possa formulare nessun giudizio su di essi a partire dalle loro parole. Uno dice prontamente โSรฌ!โ e fa un bel figurone, ma poi non combina niente. Lโaltro dice โNoโ e tutti lo fischiano, ma poi si rimbocca le maniche e fa la volontร del Padre.
Insomma, รจโ il โfareโ ad essere decisivo, mentre il โdireโ resta comunque sempre ambiguo.
La fede cristiana ha una caratteristica che la rende unica: il fatto di credere in un Dio incarnato costringe la nostra spiritualitร ad incarnarsi, obbliga la nostra preghiera a diventare azione, porta i nostri discorsi alla verifica continua nelle azioni.
Come sarebbe piรน comoda una fede che resta nei cieli! Una religione che si esaurisce nella preghiera e nel culto, nella devozione e nel timore!
Gesรน chiede al proprio discepolo di imitarlo nelle parole e nelle opere, senza sfiancarsi alla ricerca di una pagana coerenza, ma nella serena consapevolezza che incontrare il Vangelo ci spinge a cambiare la vita.
Gesรน non รจ morto in nome della coerenza, ma dellโamore.
Spesso cerchiamo nella nostra vita cristiana, e nella Chiesa, una coerenza asettica e inumana.
La Chiesa, invece, รจ fatta di peccatori perdonati che sanno indicare il volto della misericordia.
O cosรฌ vorrei che fosse.
La fede cristiana si pone nel mezzo tra due eccessi: la ricerca spocchiosa di un moralismo integerrimo, in cui la Chiesa diventa una รจlite di benpensanti (a volte anche benfacenti), o una combriccola in cui conta solo lโaspetto esteriore e dietro si combinano le peggio cose.
Qui, Gesรน si concentra sullโatteggiamento di fondo: lโautenticitร con Dio.
Non blandirlo, non indossare un abito che non รจ il nostro. Ma presentarci a lui nella nuditร imbarazzata dellโessere.
Noi, operai della prima ora, siamo chiamati a interrogarci sul nostro stare nella vigna del Signore.
Corriamo il rischio di vivere a compartimenti stagni: tiriamo fuori Dio cinque minuti al giorno, unโora a settimana, finita la benedizione della Messa, amen, la vita ci aspetta fuori, Dio lo teniamo nei tabernacoliโฆ
Attenti, perรฒ! Questo รจ un obiettivo, una tensione da realizzare. Ricercare in noi e nelle comunitร una perfezione asettica, non รจ evangelico!
Il Signore chiede lโautenticitร , apprezza di piรน il figlio che dice: โNon ce la faccio, non ne ho vogliaโ e poi si sforza, rispetto allโaltro che dice โsรฌโ e non si schioda.
ยซPubblicani e prostitute vi passeranno avanti nel regno di Dioยป. Questa affermazione di Gesรน suona come un pugno nello stomaco. Perchรฉ Gesรน pare lasciarsi andare in unโesaltazione dei pubblicani e delle prostitute? Non certo perchรฉ sono migliori degli altri, ma semplicemente perchรฉ non possono credere di essere giusti e sani. Non possono fingere, non fosse altro perchรฉ tutti ricorderebbero loro ciรฒ che sono in realtร !
Gesรน loda lโatteggiamento delle prostitute e dei pubblicani perchรฉ accolgono una Parola che li giudica e non si giustificano, perchรฉ accettano la sfida.
Non si dice se poi questa provocazione abbia portato a un cambiamento di vita. Per alcune prostitute divenute discepole e per Matteo il pubblicano รจ accaduto cosรฌ.
Il vangelo di oggi ci ricorda che vero cieco รจ chi crede di vedere, vero peccatore chi si crede giusto.
La bella notizia di questa Domenica? Ciรฒ che Dio sogna non รจ lโobbedienza o la fatica, ma far maturare la vigna della storia. Se agisci cosรฌ fai vivere te stesso, fai viva la tua vita!
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AUTORE: Paolo di Martino
FONTE: Sito web
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