Liberi di mettersi allโultimo posto
Il Vangelo riferisce uno dei momenti di crisi tra Gesรน e i discepoli.
Gesรน รจ in viaggio verso Gerusalemme insieme ai suoi discepoli e lungo la strada parla di sรฉ e di ciรฒ che potrebbe accadergli. La strada รจ la stessa, ma i loro cuori sono su sentieri diversi. In Marco per tre volte (questa รจ la seconda) Gesรน annuncia la sua morte e ogni volta i discepoli non comprendono. Gesรน ha familiarizzato con la morte perchรฉ una cosa รจ sapere che si muore, unโaltra รจ pensare che โio morirรฒโ.
Marco annota che โnon capivano queste paroleโ (sullo sfondo di queste parole potrebbe esserci la comunitร di Marco che non riusciva ad accettare la via della croce percorsa dal Figlio dellโuomo).
I discepoli non volevano comprendere, per questo non gli facevano domande in proposito. Perchรฉ non ascoltano? Per evitare di diventare responsabili di ciรฒ ascoltano.
Lui parla di dare la vita, annuncia la sua resurrezione e i suoi che fanno? Si preoccupano di chi sia il piรน grande fra loro! La teologia rabbinica aveva suddiviso in sette classi gli abitanti del paradiso e discuteva su chi sarebbe entrato nella classe piรน alta. Anche a Qumran si era elaborata una sorta di gerarchia nella vita dellโaldilร .
Abbiamo un innato bisogno di affermazione. Siamo onesti: anche senza accorgercene cerchiamo continuamente di essere riconoscimento, gratificazione. Eโ normale che sia cosรฌ, di per se non รจ sbagliato. Comincia a diventare un problema quando tutta la nostra vita รจ vissuta allโinsegna dellโinsicurezza, alla continua ricerca di conferme.
Sono passati duemila anni eppure siamo ancora lรฌ, a quellโincomprensione. Siamo un poโ tutti preoccupati del nostro potere (piccolo o grande che sia). Cerchiamo di guadagnarci un angolo di palcoscenico sul film della vita per saziare un poโ della nostra fame di protagonismo. Ma la cosa sorprendente รจ la reazione di Gesรน. Ecco la novitร del Vangelo: Dio capovolge gli schemi e ci chiama fuori da quelle piccolezze che noi chiamiamo normalitร .
Giunto a Cafarnao (la casa in cui a Cafarnao Gesรน era solito sostare era quella di Pietro) Gesรน chiese loro di cosa avessero discusso lungo la via.
Ma essi โtacevanoโ, perchรฉ sapevano che era stata una discussione senza senso: amici, sappiamo benissimo quali pensieri, parole e opere contraddicano lโamore.
Eppure Gesรน non li rimanda a casa (alzi la mano chi non avrebbe perso la pazienza!), non li incenerisce, non li rifiuta. Si siede, li chiama vicini e ricomincia di nuovo. Tenta unโaltra via per correggerli: rivelare loro la sola grandezza, quella del modo di essere di Dio. Mi piace pensare che i discepoli si fossero accorti dโaverla fatta davvero grossa, e si aspettassero una ramanzina di quelle memorabili e invece no. Almeno Lui, Gesรน, non รจ cosรฌ.
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Alla voglia di potere dei suoi, Gesรน contrappone la sua logica: ยซSe uno vuol essere il primo sia il servitore di tuttiยป. Amico lettore, non รจ proibito voler essere il primo, non รจ peccato, รจ possibile. Gesรน non proibisce il desiderio di voler essere il primo, anzi lo incoraggia. Eโ il modo di realizzarlo che รจ diverso: non a spese degli altri, ma a favore degli altri. Infatti, aggiunge: โโฆ si faccia lโultimo di tutti e il servo di tuttiโ.
Solo chi รจ libero di mettersi allโultimo posto รจ davvero il primo, perchรฉ รจ libero di sedersi in qualsiasi posto, dallโultimo sino al primo. Chi invece cerca i primi posti non รจ libero di sedersi dove vuole perchรฉ la โbella o brutta figuraโ, lโโaudienceโ, il โgiudizio degli altriโ, influiranno sulla sua libertร . Certo, sarร โprimoโ ma infelice: dinanzi a Dio conta la gioia non il risultato. Il nostro valore รจ assoluto. Noi valiamo a prescindere, non siamo il posto che occupiamo. Se pensiamo di valere di piรน perchรฉ sediamo in quel posto, รจ solo una pericolosa illusione.
Questi due modi di primeggiare portano a frutti diversi. Chi cerca i primi posti per affermare la sua volontร di potenza, dominerร gli altri: lui sarร felice (se ci puรฒ essere felicitร in ciรฒ), gli altri infelici; lui vincitore, gli altri sconfitti. Nel servizio invece tutti traggono giovamento della grandezza di uno. Chi รจ primo nel servizio, sarร grande lui e farร grandi gli altri.
La nostra inclinazione รจ comandare, accumulare, possedere, non certo essere servi. Eppure Gesรน ricorda ai suoi che il servizio รจ il nome nuovo della storia. Ma questo non basta: bisogna essere ยซServitore di tuttiยป dice Gesรน, senza condizioni, senza limiti di famiglia, di gruppo, di chi lo meriti o non lo meriti.
Ma non basta ancora, cโรจ un altro gradino: ยซprese un bambino e lo mise in mezzoยป. Dobbiamo calarci nel contesto culturale di quel tempo. Non aveva potere, non poteva parlare, non poteva dire la sua, doveva solo ubbidire. Il piรน indifeso, senza diritti, il piรน inerme, il piรน debole tra i deboli! โSe non sarete cosรฌโฆ โ: parole mai udite prima, scandalo per i giudei, follia per i greci. Se tu accogli un bambino, che รจ lโultimo, accogli tutti gli altri che sono piรน avanti. Ai suoi che vogliono primeggiare, Gesรน svela il segreto della felicitร : diventate come bambini che vivono solo perchรฉ sono amati.
Che bello sapere che le nostre fragilitร , che sono le stesse di un bambino, sono abbracciate da Cristo. In quellโabbraccio non abbiamo piรน bisogno di fingere. Ecco perchรฉ siamo chiamati ad accogliere gli altri nella loro fragilitร . ร Gesรน stesso che accogliamo in quel momento.
Chi ama non ha bisogno di dominare. Chi ha bisogno di mettere in risalto la sua superioritร vuol dire che sta nascondendo la sua inferioritร e la camuffa con il bisogno di superioritร . Quando facciamo pesare e โnotareโ quello facciamo per qualcuno, stiamo tentando di dominarlo. Si domina lโaltro facendogli notare i suoi limiti, i suoi sbagli e i suoi difetti.
Gesรน abbraccia il piรน piccolo perchรฉ nessuno sia perduto. Gesรน parte dal piรน piccolo dei piccoli perchรฉ nessuno si senta escluso.
Il mondo nuovo, nasce da un verbo ripetuto quattro volte: ยซChi accoglie uno solo di questi bambini, accoglie me; chi accoglie me non accoglie me ma Colui che mi ha mandatoยป. Ecco perchรฉ la Chiesa o รจ accogliente o non รจ. Accogliere un bambino รจ accogliere Dio perchรฉ il volto di Dio รจ il volto dellโaltro.
Gesรน sembra dire ai suoi: โAl centro mettete sempre lโamoreโ. Eโ questa lโunica ragione per scegliere lโultimo posto con la certezza che sia il primo. Lโamore รจ lโunico motivo logico per accettare un capovolgimento illogico.
Questa รจ una radicale novitร di pensiero, di vita.
La bella notizia di questa Domenica? Gesรน abbraccia un bambino. A noi, dunque, non resta che farci prendere in braccio.
Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK



