La splendida parabola che Gesรน ci regala in questa domenica, prende avvio da una domanda di Pietro.
Lui, uomo concreto, ex-pescatore di Cafarnao, vuole una regola precisa sul perdono, un limite oltre il quale il discepolo si possa sentire esentato dal concedere il perdono.
Pietro fa un gesto straordinario, dimostra di avere capito lโinvito di Gesรน ad amare, รจ disposto a perdonare fino a sette volte (piรน del doppio di quanto imponeva la legislazione rabbinica che bloccava a tre il numero massimo del perdono fraterno).
Perdonare sette volte รจ giร unโimpresa! Immaginate: un amico si viene a scusare perchรฉ vi ha sparlato alle spalle.
Nessun problema: una stretta di mano, pazienza. Sono un cristiano, no?
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Torna dopo mezzโora: ha risparlato male di voi: che fate, lo perdonate di nuovo o vi sentite presi in giro?
Gesรน rilancia il gioco: occorre perdonare sempre. Come โsempreโ? Come รจ possibile?
Gesรน, nella parabola che segue, spiega il suo punto di vista: il perdono non รจ lโeroico e improbabile sforzo del discepolo, ma la logica conseguenza di chi prende coscienza di quanto perdono, lui per primo, ha ricevuto dal Signoreโฆ
Il testo della parabola sottolinea fortemente la sproporzione tra i due debiti.
Il primo servo si trova a dover trattare su una cifra pari a diecimila talenti.
Lโammontare del debito รจ volutamente esagerato: il valore di un talento variava tra 26 e 36 chilogrammi dโoro, cioรจ la paga di un operaio per 6.000 giornate di lavoro, pari a 17 anni di retribuzione. Quindi 10.000 talenti equivalgono a 164.384 anni di lavoro!
Questa รจ la somma che il re condona al suo servo, andando ben oltre la richiesta di dilazione del pagamento del debito che gli era stata fatta.
Il contrasto che Matteo sottolinea รจ in riferimento alla somma che il secondo servo deve al primo: cento denari, piรน o meno tre mesi di lavoro.
Niente a confronto del condono precedente, eppure il primo servo non vuole sentir ragioni e fa rinchiudere in prigione il suo collega.
Siamo chiamati a perdonare perchรฉ perdonati, non perchรฉ piรน buoni. Troppe volte dimentichiamo unโoffesa subita perchรฉ, tutto sommato, ci sentiamo migliori.
Non ti perdono per dimostrare qualcosa, ma perchรฉ ne ho un bisogno assoluto, perchรฉ il rancore fa male a me prima che a te, perchรฉ ho bisogno di abbandonare la rabbia che avvelena la mia vitaโฆ
Siamo chiamati a perdonare gratis, non sperando che il nostro perdono cambi lโatteggiamento di chi ci ha offeso: come Gesรน, rischiamo di essere ridicolizzati per il nostro gesto, di vedercelo rinfacciare come debolezza.
Poco importa: chi ha incontrato il grande perdono non puรฒ fare a meno di guardare allโaltro con uno sguardo di comprensione e veritร . E concretezza.
Riuscire a perdonare persone che mi hanno profondamente ferito non รจ cosa semplice.
A volte giocano un grosso ruolo fatiche di tipo psicologico.
Nella concretezza di ciรฒ che sono devo dare il massimo, non pretendere da me il perdono perfetto, che non vivrรฒ mai, ma esercitare il perdono possibile.
Perdonare non รจ unโamnesia: ti perdono ma non riesco a dimenticare, non ci penso, prevale la volontร allโemozione. Se anche ti incontro, tu che mi hai ferito, continuo ad essere turbato ma voglio augurarti la conversione, voglio che il dolore che mi hai fatto finisca di infettare la mia fragile vita.
Ti perdono perchรฉ il perdono guarisce chi lo esercita, non colui a cui viene destinato.
La comunitร non รจ il luogo dove non si sbaglia mai, ma il luogo in cui, una volta sbagliato si fa esperienza del perdono. Terribile quella Chiesa in cui รจ proibito sbagliare.
La parabola di oggi ci ricorda che il nemico giurato del perdono si chiamaย giustizia. Il servo perdonato tratta il suo simile con giustizia, anche se alla fine lo prende per il collo e lo strangola. Certo รจ giusto ma insieme spietato. Si puรฒ essere perfetti osservanti della legge ma al contempo malvagi. Onesti e insieme cattivi. Esiste di certo una giustizia che corrisponde alla legalitร e questa va osservata solo se la legge รจ giusta, ma vi รจ anche una giustizia che oltrepassa la legge e questa si chiamaย perdono,ย il quale non dร a ciascuno ciรฒ che si merita, ma dona ciรฒ che lโaltro necessita. Per trasformare il mondo non sono sufficienti diritto e giustizia. Occorre vivere โda Dioโ, ossia usando misericordia.
La parabola inoltre ci educa a non farci mai sentire in debito con Dio.ย Il suo perdono nei nostri confronti รจ sempre previo. Devo passare dalla logica del debito: โdevo dare qualcosa a luiโ, alla logica del credito: โsono qui per ricevere tutto da luiโ.
Questo passaggio รจ quello che si definisce il passaggio dallaย leggeย alย Vangelo:ย dal considerarsi servi, espiando tutta la vita, alla gioia di essere figli, amati alla follia. Noi pensiamo sempre diย dover restituire,ย oย ripagareย Dio per qualcosa, sacrificarsi per qualcosa.
Non cโรจ alcun debito da pagare nei confronti dellโamore, o peggio ancora da riparare, cโรจ solo da godere del dono.
Dio non vuole che ci consumiamo in un pentimento sterile, al fine di espiare, ma desidera solo che godiamo del suo amore.ย Dio รจ come addolorato di vederci come schiavi che pensano di vivere dovendo sempre sdebitarsi.
Per cuiย chiedere perdono cosa significherร ?,ย nientโaltro che essere disposti ad accettarlo!
Il perdono di Dio รจ gratuito: non si merita e non si conquista. Eโ un dono.
Se invece io voglio conquistarmi (con le preghiere, con le opere, con le buone azioni, ecc.) il perdono di Dio, allora io sono Dio. Ma se io sono Dio allora Dio non esiste piรน!
Nel vangelo, Gesรน non invita mai gli uomini a chiedere perdono a Dio, nรฉ a fare penitenze (eccetto un caso).
Il perdono di Dio รจ sempre certo e sicuro: Gesรน non lo chiede allโadultera; non lo chiede alla peccatrice; non lo chiede neppure a Zaccheo.
Gesรน chiede, invece sempre, ottenuto il perdono di Dio, di perdonare i propri fratelli. Perchรฉ chi ha ricevuto perdono, perdona.
Gesรน lo aveva detto, e lo diciamo anche noi, nel Padre Nostro: โRimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitoriโ (Mt 6,12).
Ma per ricevere perdono bisogna aprirsi: cioรจ bisogna lasciare che lโamore di Dio ci entri dentro. Bisogna cioรจ avere lโumiltร di ricevere e di accettare che Dio ci ami nonostante tutto.
La bella notizia di questa Domenica? Dio perdona come un liberatore. Ti lancia in avanti.
Ti perdona come atto di fede in te.
AUTORE: Paolo di Martino
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