Nel cuore dellโestate parliamo della Parola per ricordarci che Dio non si stanca di noi, che lโefficacia delle sue parole non sono determinate dalla nostra capacitร di ripeterle, ma di accoglierle.
Isaia parla allo scoraggiato popolo di Israele profugo in Babilonia.
Sono passati molti decenni dalle promesse di ritorno fatte dal profeta Ezechiele e nessuno pensa seriamente che si possa tornare a Gerusalemme, ormai.
La profezia, allora, si alza con fermezza: la pioggia e la neve fecondano la terra e tornano in cielo solo dopo avere compiuto la propria missione. Cosรฌ sarร della Parola di Dio.
Certo: i tempi di Dio non sono i nostri, ma lโefficacia delle sue promesse รจ indiscutibile.
Isaia invita anche noi, esiliati dal Regno di Dio, a non scoraggiarci in questi tempi difficili, ma a perseverare nella lettura e nella meditazione quotidiana della Bibbia.
Forse la Parola che studiamo e ascoltiamo, che approfondiamo e preghiamo, al momento, non ci dice nulla. Ma, credetemi, lโho sperimentato cento volte, una Parola accolta nel cuore torna alla mente quando meno ce lo aspettiamo.
ร efficace la Parola di Dio, ma se non la conosciamo, se la ignoriamo, se la lasciamo accanto alle tante, troppe parole umane, non puรฒ fecondare il nostro cuore e portare frutto.
Dinanzi a questa famosa parabola del seminatore occorre anzitutto liberarsi da una sterile lettura moralistica. Infatti รจ facile, al termine del brano, dirsi: โIo dovrei essere il terreno buono, eppure mi sento cosรฌ spesso un terreno fatto di sassi, a volte pieno di roviโฆ Se fossi veramente il terreno buono allora sรฌ che la Parola produrrebbe in me il cento o il sessanta o il trenta, inveceโฆโ.
No, questa parabola non intende dire nulla di tutto questo.
Subito bisogna chiarire chi รจ il protagonista di questa parabola: non รจ il seminatore e nemmeno il terreno. Al centro di tutto sta il seme, sta la Parola.
I quattro quadretti che vengono descritti da Matteo, raccontano esiti diversi dellโunica semina, dello stesso annuncio della Parola.
La parabola del seminatore รจ una delle pochissime ad essere spiegata direttamente dal Signore e ne parla in un momento non semplice della sua missione, in cui davvero ha la triste impressione che le sue parole siano travisate o scordate.
ร una parabola dai tratti cupi, problematici, davvero sembra che lโefficacia della sua predicazione sia sconfitta dalle distrazioni, dalle preoccupazioni, dallโopera dellโavversario.
Ma la cosa che stupisce รจ che, nonostante questo, il padrone getti il seme con abbondanza.
Anche sulle pietre, anche fra i cespugli.
ร la memoria della tecnica di semina dellโepoca in cui prima si gettava il seme e dopo si mischiava alla zolla con lโaratro.
Il racconto descrive una semina veramente esagerata.
La logica che guida il gesto abbondante del seminatore della parabola non รจ certo quella del guadagno o del tornaconto. Gesรน semina ovunque la sua Parola, non รจ un contadino schizzinoso, non scarta i terreni, non fa categorie o preferenze.
Tutti siamo il terreno di Dio, la sua Parola non si ferma, รจ gettata anche nella tua vita.
Quello che resta di questa immagine รจ lโottimismo di Dio che continua a seminare la sua Parola in questo mondo che ci soffoca di parole, tante, troppe, che la relega a testimonianza di una religiositร arcaica e popolare, come se fossero parole inutili, che fanno sorridere per la loro disarmante ingenuitร .
No, la Parola non รจ affatto ingenua e continua a illuminare, anche se cade sulla pietra.
I quattro esiti diversi della semina non sono messi in ordine temporale (โฆora va tutto male, ma chissร magari un giorno le cose andranno beneโฆboh, speriamoโฆ), ma in ordine spaziale.
Accanto al terreno che non porta frutto, cโรจ il seme che germoglia.
Nella stessa semina sono possibili esiti cosรฌ diversi!
Noi pretenderemmo una vittoria pulita e incontrastata del seme, una presenza visibile e dominante del germoglio che si fa largo nella terra brulla. E invece no.
Guardando alla Croce รจ facile intuire che questa parabola anticipa la vita di Gesรน, scioglie le logiche piรน profonde che porteranno il suo cammino fino al Calvario.
La Parola non si fa largo come un rullo compressore, ma con la piccolezza e la debolezza di un seme gettato sulla terra.
La sua potenza รจ indiscussa, รจ la qualitร dellโaccoglienza che fa cambiare lโesito.
In Palestina un sacco di semi poteva โ in ottime condizioni โ darne 11, al massimo 12. Provate a immaginare la faccia dei discepoli di Gesรน che sentono parlare di 100, 60, 30 sacchi!
La proporzione รจ ovviamente altissima, smisurata, inverosimile. โEsagerato, questo Gesรน! Comโรจ possibile un raccolto cosรฌ abbondante? Chiaro: le leggi della natura vengono messe da parte. Qui entra una legge nuova, diversa, imprevedibile: quella di Dio!
Nessuno se lo aspetterebbe, eppure a fianco di terreni aridi, incolti e spinosi germoglia una vita sovrabbondante e inaspettata.
Oggi puรฒ accadere! Oggi questa Parola puรฒ germogliare nella tua vita.
Ecco il significato profondo della nostra parabola: prescindendo da quel che capita, e capita in ogni storia che vi siano sassi, strade dure o rovi, se ascolto la Parola del Vangelo, se la lascio vivere in me, se vivo secondo la sua logica, allora questa Parola produrrร in me un frutto insperato. Perchรฉ? Perchรฉ la Parola รจ Parola di Dio e lโuomo รจ fatto per Dio, terreno atto a riceverlo.
Il successo dipenderร sempre dalla qualitร del seme, che รจ amore senza limiti, in grado di cadere sempre nella parte di terreno buono presente in me.
Noi siamo chiamati ad essere contadini della Parola, a diffonderla, con lโostinazione fiduciosa della parabola; con fiducia, perchรฉ la forza non รจ nel seminatore, ma nel seme; la forza non รจ in me, ma nella Parola. Che non tornerร a Dio senza aver portato frutto.
Egli mi chiama a un atto di fede purissima, a credere nella bontร del Vangelo piรน ancora che nei risultati visibili di quella parola, a credere che Dio trasforma la terra e le persone anche quando non ne vedo i frutti.
La bella notizia di questa Domenica? La Parola porta anche frutto, e in abbondanza.
Porta frutto in chi, leggendo la parabola, si รจ riconosciuto nei terreni duri e sassosi.
Porta frutto chi, con sofferenza, deve ammettere che troppo spesso la Parola ascoltata รจ rubata o soffocata dalla vita. Perchรฉ il suo dolore manifesta il desiderio di far crescere quella Parola. Quel desiderio รจ il terreno giusto.
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AUTORE: Paolo di Martino
FONTE: Sito Web
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