Occhio alle guide
Nellโultima parte del discorso della pianura, Luca ha raccolto diverse sentenze che definisce โparaboleโ e che riguardano soprattutto la vita dei credenti nelle comunitร . Queste brevi sentenze sono espresse con delle coppie: due ciechi, discepolo e maestro, due fratelli, due alberi, due uomini, due case. Era una tecnica retorica per facilitare lโimprimersi delle parole nella mente degli ascoltatori.
Ciechi
La parabola del cieco che guida un altro cieco รจ la piรน breve delle parabole, occupa una sola riga.
Unโaltra pagina provocante. Tutti seguiamo delle guide, piรน o meno consciamente. Tutti siamo vittime degli influencer siano essi politici, scrittori, cantanti, pretiโฆma ยซpuรฒ forse un cieco guidare un altro cieco?ยป. Lโammonimento รจ evidente, ma a chi รจ indirizzato? A ogni discepolo, tentato di non riconoscere le proprie incapacitร , eppure abitato dalla pretesa di voler insegnare agli altri. Gesรน si propone come unica guida, lโunico che sa dove condurci. Il problema, รจ quando pensiamo di diventare maestri degli altri.
Gesรน non sta parlando solo dei โciechiโ di allora (farisei, scribi, sadducei ecc.), questo lo farร Matteo. Luca vuole scuotere la sua comunitร , e quindi noi. Nella comunitร ci dovevano essere dei problemi interni: qualcuno si riteneva superiore agli altri ed esprimeva giudizi come se la fede fosse qualcosa โper gli altriโ, e non per se stessi in primo luogo.
Eโ il rischio che corriamo (noi, non gli altri) quando siamo investiti di un ruolo di responsabilitร , di un ministero. Il rischio รจ diventare giudici degli altri, insomma il problema รจ quando ci sostituiamo al Maestro e facciamo passare nostre convinzioni come fossero sue parole, pensando, in fondo, di possedere la veritร . Voler guidare gli altri puรฒ sembrare un gesto di amore, ma quando si รจ ciechi e si pretende di essere guide, lโ amore puรฒ condurre le persone nella buca.
Ipocrisia
Il Maestro, con una buona dose di humor, parla dellโipocrisia. Nella Grecia classica, lโipocrita era lโattore di teatro, il quale saliva sul palcoscenico per recitare una parte. Contro gli ipocriti (che alla fine si rivelano per quello che sono), viene spontaneo dire: โSenti chi parla. Da che pulpito viene la predica!โ. Lo hai notato amico lettore? Eโ unโespressione che allude agli ambienti clericali, dove, spesso โsi predica bene, ma si razzola maleโ. I proverbi ci ricordano che lโambiente ecclesiastico non gode di ottima fama. Lโipocrita pretende di possedere capacitร e virtรน che ha solo in apparenza. Diceva Oscar Wilde: ยซGli uomini sono sempre sinceri. Cambiano sinceritร , ecco tuttoยป.
Gesรน รจ chiaro: non guardare alla pagliuzza nellโocchio dellโaltro, tu che hai una trave nel tuo.
Questa immagine paradossale ricorda una favola antica. Esopo racconta che ogni uomo, entrando nel mondo, si trova due bisacce appese al collo: davanti, quella piena dei vizi altrui; dietro, quella dei vizi propri; ovviamente vede e stigmatizza quelli degli altri, e non vede invece i propri.
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Immagino che siamo giร pronti a giustificarci volgendo lo sguardo al peggio che cโรจ nel mondo: non uccido, non rubo, insomma sono certamente migliore di altri. Vado tutte le domeniche in chiesa, sono prete, diacono, non sarรฒ certo peggiore degli altri. Eppure Gesรน invita a leggere la vita puntando in alto, guardando al capolavoro che sono agli occhi di Dio.
Quanta fatica facciamo a riconoscere i nostri errori. Ciรฒ che vediamo negli altri come โtraveโ, lo viviamo in noi come pagliuzza; ciรฒ che condanniamo negli altri, lo perdoniamo a noi stessi. Benevoli con noi stessi, spietati con gli altri. Sappiamo che la critica gratuita corrode profondamente il tessuto di una comunitร , di un gruppo, una famiglia, una parrocchia.
Cโรจ perรฒ una tentazione da evitare: dire tutto, sempre e comunque, in nome della veritร . Oggi sembra che la virtรน della discrezione sia merce rara ma essere discreti non significa essere reticenti.
Giudizi
Lo so cosa stai pensando, amico lettore: allora devo evitare di giudicare qualsiasi cosa? Con il rischio di non dare nessun valore a nulla? No, Gesรน ci offre un criterio: giudichiamo tutto e tutti con gli occhi di Dio. Il nostro agire รจ la conseguenza dellโincontro che abbiamo avuto con Lui. Non si tratta di non giudicare le situazioni ma di vederle con lo sguardo del Padre. Sinceritร e ipocrisia sono gli argini dentro i quali scorrono le nostre relazioni. Una religiositร , che non รจ impregnata di misericordia, รจ semplice ipocrisia.
Frutti
Luca ricorda che dai frutti si riconoscono gli alberi. Frutto buono, albero buono: รจ cosรฌ semplice. Lโalbero รจ simbolo della vita, perchรฉ prende ciรฒ che non รจ vivo (la terra, lโacqua, lโaria e la luce) e li trasforma in vita. Ma รจ simbolo anche dellโuomo perchรฉ ha radici sotto terra, ma si erge in modo eretto sopra la terra, proteso verso il cielo. Gesรน ci sta dicendo che ognuno agisce secondo la propria natura: un albero di mele produrrร necessariamente mele, non si deve sforzare. Come riesco a capire se vivo il mio essere โfiglio di Dioโ? Dai frutti. Se i miei frutti sono amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontร , mitezza, dominio di sรฉโฆ allora vuol dire che lโalbero della mia vita ha radici di misericordia. Non cโรจ da sforzarsi nel fare il bene perchรฉ se siamo buoni (cioรจ se ci facciamo raggiungere dal Suo amore) facciamo necessariamente il bene.
Cuore
Dove si trova il principio del bene e del male? Nel cuore. Tutte le cose sono buone. Non cโรจ una cosa cattiva al mondo perchรฉ ha fatto tutto Dio. ร lโuso che noi ne facciamo che รจ buono o cattivo. ยซUn uomo vale quanto vale il suo cuoreยป (Gandhi). Il cuore buono produce il bene. Il cuore cattivo (letteralmente โputrido, marcioโ) produce morte. Ma ecco la bella notizia: proprio nel male comprendo il bene che Dio mi vuole. Il male puรฒ diventare il luogo della misericordia.
Nel finale una sorpresa. Il primo frutto del cuore รจ la parola: ยซLa sua bocca, infatti, esprime ciรฒ che dal cuore sovrabbondaยป. Le azioni principali dellโuomo non sono opere ma parole perchรฉ tutti i nostri rapporti sono retti dalle parole. Gesรน chiederร di continuare quel ministero della Parola che aveva formato la sua principale attivitร . Lo so cosa stai pensando amico lettore: รจ possibile cambiare il mondo con la parola? Per noi ammalati di efficientismo, sembra roba da ingenui, eppure non cโรจ nulla di piรน forte della parola perchรฉ si rivolge allโintelligenza e alla libertร dellโuomo. A noi, per quanto sgangherati, il Signore affida il vangelo, come tesoro custodito in fragili vasi di creta. Quando annunciamo il vangelo, diciamo parole infinitamente grandi perchรฉ hanno sapore dโeternitร .
Unโultima domanda amico lettore: e le tue scelte, il tuo lavoro, il servizio in parrocchia, che frutti danno?
La bella notizia di questo brano? Abbiamo tutti un tesoro buono custodito in vasi dโargilla.
Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK



