Paolo de Martino – Commento al Vangelo del 10 Aprile 2022

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SECONDA DOMENICA DI PASSIONE O DOMENICA DELLE PALME

La partenza da Betania.Di primo mattino, Gesรน lascia a Betania Maria sua madre, le due sorelle Marta e Maria Maddalena, con Lazzaro, e si dirige a Gerusalemme in compagnia dei discepoli. Trema la Vergine, nel vedere cosรฌ il Figlio avvicinarsi ai suoi nemici, che bramano versare il suo sangue; perรฒ oggi, Gesรน, non va incontro alla morte a Gerusalemme, ma al trionfo. Bisogna che il Messia, prima dโ€™essere sospeso alla croce, sia, in Gerusalemme, proclamato Re dal popolo; e che di fronte alle aquile romane, sotto gli occhi dei Pontefici e dei Farisei rimasti muti per la rabbia e lo stupore, la voce dei fanciulli, mescolandosi con le acclamazioni della cittadinanza, faccia echeggiare la lode al Figlio di David.

Avveramento della Profezia.

Il profeta Zaccaria aveva predetta lโ€™ovazione preparata dalla eternitร  al Figlio dellโ€™uomo, alla vigilia delle sue umiliazioni: โ€œEsulta grandemente, o figlia di Sion, giubila, o figlia di Gerusalemme; ecco viene a te il tuo Re, il Giusto, il Salvatore: egli รจ povero, e cavalca unโ€™asina e un asinelloโ€ (Zc 9,9). Vedendo Gesรน chโ€™era venuta lโ€™ora del compimento di questo oracolo, prende in disparte due discepoli, e comanda loro di portargli unโ€™asina ed un puledro dโ€™asina che troveranno poco lontano di lรฌ. Mentre il Signore giungeva a Betfage, sul monte degli Olivi, i due discepoli sโ€™affrettano ad eseguire la commissione del loro Maestro.

I due popoli.

I santi Padri ci han data la chiave del mistero di questi due animali. Lโ€™asina figura il popolo giudeo sottoposto al giogo della Legge; โ€œil puledro sul quale, dice il Vangelo, nessuno รจ ancora montatoโ€ (Mc 11,2), rappresenta la gentilitร , non domata da nessuno fino allora. La sorte di questi due popoli sarร  decisa da qui a pochi giorni: il popolo giudaico, per aver respinto il Messia, sarร  abbandonato a se stesso e in suo luogo Dio adotterร  le nazioni che, da selvagge che erano, diventeranno docili e fedeli.Il corteo del trionfo.I discepoli stendono i mantelli sullโ€™asinello; allora Gesรน, perchรฉ fosse adempita la figura profetica, monta su quellโ€™animale (ivi 11,7) e sโ€™accinge cosรฌ ad entrare nella cittร . Nel contempo si sparge la voce in Gerusalemme che arriva Gesรน. Mossa dallo Spirito divino, la moltitudine dei Giudei, convenuta dโ€™ogni parte nella santa cittร  per celebrare la festa di Pasqua, esce ad incontrarlo, agitando palme e riempiendo lโ€™aria di evviva. Il corteo che accompagnava Gesรน da Betania si confonde si confonde con quella folla trasportata dallโ€™entusiasmo: ed alcuni stendono i loro mantelli sulla terra che Gesรน dovrร  calcare, altri gettano ramoscelli di palme al suo passaggio. Echeggia un grido:ย Osanna!ย E la grande nuova per la cittร  รจ, che Gesรน, figlio di David, vi sta facendo il suo ingresso come Re.

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Regalitร  del Messia.

In tal modo Dio, con la potenza che ha sui cuori, approntรฒ un trionfo al Figliol suo in questa cittร , che di lรฌ a poco doveva a gran voce reclamare il suo sangue. Questo giorno fu un momento di gloria per Gesรน; e la santa Chiesa vuole che tutti gli anni noi rinnoviamo tale trionfo dellโ€™Uomo-Dio.

Al tempo della nascita dellโ€™Emmanuele, vedemmo arrivare i Magi dal lontano Oriente e cercare e chiedere, in Gerusalemme, del Re dei Giudei per offrirgli i loro doni; oggi รจ la stessa Gerusalemme che si muove al suo incontro. Questi due fatti sono in rapporto ad un unico fine: riconoscere la regalitร  di Gesรน Cristo: il primo da parte dei Gentili, il secondo da parte dei Giudei. Mancava che il Figlio di Dio, prima di soffrire la Passione, ricevesse lโ€™uno e lโ€™altro omaggio insieme: e lโ€™iscrizione che presto Pilato farร  collocare sul capo del Redentore,ย Gesรน Nazareno, Re dei Giudei, esprimerร  il carattere indispensabile del Messia. Invano i nemici di Gesรน si sforzeranno in tutti i modi di far cambiare i termini di quella scritta; non ci riusciranno. โ€œQuel che ho scritto ho scrittoโ€, risponderร  il governatore romano, che, senza saperlo, di sua mano dichiarรฒ lโ€™adempimento delle Profezie. Oggi Israele proclama Gesรน suo Re; domani Israele sarร  disperso in punizione del suo rinnegamento; ma Gesรน da lui oggi proclamato Re, tale rimane nei secoli. Cosรฌ sโ€™adempiva esattamente lโ€™oracolo dellโ€™Angelo che parlรฒ a Maria, annunciandole le grandezze del figlio che doveva nascere da lei: โ€œIl Signore Dio gli darร  il trono di David suo padre, e regnerร  in eterno sulla casa di Giacobbeโ€ (Lc 1,32-33). Oggi comincia Gesรน il suo regno sulla terra; e se il primo Israele non tarderร  a sottrarsi al suo scettro, un nuovo Israele, sorto dalla porzione fedele dellโ€™antico, e formato da tutti i popoli della terra, offrirร  a Cristo un impero piรน vasto, che mai conquistatore sognรฒ.

Tale รจ il mistero glorioso di questo giorno, in mezzo alla tristezza della Settimana dei dolori. La santa Chiesa oggi vuole che siano sollevati i nostri cuori da un momento di allegrezza, e che salutiamo Gesรน nostro Re. Ella ha perciรฒ disposto il sevizio divino di questa giornata, in modo da esprimere insieme la gioia, unendosi agli evviva che risuonarono nella cittร  di David; la tristezza, tornando subito a gemere sui dolori del suo Sposo divino. Tutta la funzione รจ suddivisa come in tre atti distinti, di cui successivamente spiegheremo i misteri e le intenzioni.

La benedizione delle palme.

La benedizione delle palme, o dei rami, รจ il primo atto che si svolge sotto i nostri occhi; e se ne puรฒ giudicare lโ€™importanza dalla solennitร  di cui fa pompa la Chiesa. Si disse per tanto tempo, che il Sacrificio veniva offerto con lโ€™unico intento di celebrare lโ€™anniversario dellโ€™ingresso di Gesรน in Gerusalemme. Lโ€™Introito, la Colletta, lโ€™Epistola, il Graduale, il Vangelo e lo stesso Prefazio si succedevano come a preparare lโ€™immolazione dellโ€™Agnello senza macchia; ma arrivati al triplice:ย Sanctus! Sanctus! Sanctus!ย la Chiesa sospendeva queste formule solenni, e per mezzo dei suo ministro procedeva alla santificazione dei rami che sono lรฌ accanto.Dopo la recente riforma, appena cantata lโ€™antifonaย Osanna, questi rami, oggetto della prima parte della funzione, ricevono, in virtรน di una sola preghiera seguita dallโ€™incensazione e dallโ€™aspersione di acqua benedetta, una forza che li eleva allโ€™ordine soprannaturale e li rende capaci di santificare le anime, di proteggere i nostri corpi e le nostre case. Durante la processione, i fedeli devono tenere rispettosamente in mano questi rami e portarli poi nelle loro case come segno della loro fede e promessa dellโ€™aiuto divino.

Antichitร  del rito.

รˆ superfluo spiegare al lettore, che le palme ed i ramoscelli di olivo che ricevono in questo momento la benedizione della Chiesa, stanno a ricordare quelle con le quali il popolo di Gerusalemme onorรฒ lโ€™entrata trionfale del Salvatore; ma รจ opportuno aggiungere qualche parola sullโ€™antichitร  di questa tradizione. Essa cominciรฒ presto in Oriente, probabilmente dalla pace della Chiesa a Gerusalemme. Nel IV secolo san Cirillo, vescovo di questa cittร , pensava che ancora esistesse nella valle del Cedron il palmizio che fornรฌ i rami al popolo che andรฒ incontro a Gesรน (Catechesi, x); quindi, niente di piรน naturale che prendere da ciรฒ occasione per istituire una commemorazione anniversaria di questo avvenimento. Nel secolo seguente si vede questa cerimonia, non solo fissata nelle chiese dโ€™Oriente, ma anche nei monasteri, di cui erano popolate le solitudini dellโ€™Egitto e della Siria. Arrivata la Quaresima, molti santi monaci ottenevano il permesso dal loro abate dโ€™internarsi nel deserto, per passare questo tempo in un profondo ritiro; ma dovevano rientrare al monastero per la Domenica delle Palme, come sappiamo dalla vita di santโ€™Eutimio, scritta dal suo discepolo Cirillo. In Occidente, questo rito non si stabilรฌ cosรฌ presto; la prima traccia la riscontriamo nel Sacramentarlo di san Gregorio: il che equivale alla fine del VI secolo, od allโ€™inizio del VII. Man mano che la fede si propagava verso il Nord, non era piรน possibile solennizzare tale cerimonia in tutta la sua integritร , poichรฉ in quei climi non crescevano nรฉ palmizi nรฉ oliveti. Fu giocoforza sostituirli con rami dโ€™altri alberi; perรฒ la Chiesa non permise di cambiare nulla delle orazioni che erano prescritte nella benedizione di questi rami, perchรฉ i misteri che si espongono in queste belle preghiere si fondano sullโ€™olivo e sulla palma del racconto evangelico, figurati dai nostri rami di bossolo o di lauro.

La processione.

Il secondo rito di questa giornata รจ la celebre processione che segue alla benedizione delle palme. Essa ha lo scopo di rappresentare al vivo lโ€™avvicinarsi del Salvatore a Gerusalemme ed il suo ingresso in quella cittร ; appunto perchรฉ nulla manchi allโ€™imitazione del fatto descritto nel santo Vangelo, le palme benedette vengono portate da tutti quelli che prendono parte a detta processione. Presso i Giudei, tenere in mano dei rami dโ€™albero significava allegria; e la legge divina sanzionava loro questโ€™uso. Dio aveva detto nel libro del Levitino, stabilendo la festa dei Tabernacoli: โ€œNel primo giorno prenderete i frutti dellโ€™albero piรน bello, dei rami di palma e dellโ€™albero piรน frondoso, dei salici del torrente, e vi rallegrerete dinanzi al Signore Dio vostroโ€ (Lv 23,40). Fu dunque con lโ€™intenzione di manifestare lโ€™entusiasmo per lโ€™arrivo di Gesรน fra le loro mura, che gli abitanti di Gerusalemme, compresi i bambini, ricorsero a tale gioiosa dimostrazione. Andiamo incontro anche noi al nostro Re, e cantiamo Osanna al vincitore della morte ed al liberatore del suo popolo.

Nel Medio Evo, in molte chiese, si portava in processione il libro dei santi Vangeli, che per le parole che contengono rappresentano Gesรน Cristo. A un punto stabilito e preparato per una stazione, la processione si fermava: allora il diacono apriva il sacro libro e cantava il passo ovโ€™รจ narrato lโ€™ingresso di Gesรน in Gerusalemme. Quindi si scopriva la croce, fino allora rimasta velata; e tutto il clero veniva a prostrarsi solennemente in adorazione, depositando ciascuno ai suoi piedi un frammento di ramoscello che teneva in mano. Poi la processione ripartiva preceduta dalla croce, che rimaneva senza velo, fino a che il corteo non fosse rientrato in chiesa.

In Inghilterra e in Normandia, nellโ€™XI secolo, si praticava un rito che rappresentava ancora piรน al vivo la scena di questo giorno a Gerusalemme. Alla processione veniva portata in trionfo la santa Eucaristia. Difatti a questโ€™epoca era scoppiata lโ€™eresia di Berengario contro la presenza reale di Gesรน Cristo nellโ€™Eucaristia; ed un tale trionfo della sacra Ostia doveva essere un lontano preludio dellโ€™istituzione della Festa e della Processione del Ss. Sacramento.

A Gerusalemme, nella Processione delle Palme, si pratica anche unโ€™altra usanza, sempre allo scopo di rinnovare la scena evangelica. Lโ€™intera comunitร  dei Francescani, che sta alla custodia dei luoghi sacri, si reca di mattina a Betfage, ove il Padre Guardiano di Terra Santa, in abiti pontificali, monta un asinello adorno di vestiti e, accompagnato dai religiosi e dai cattolici di Gerusalemme, tenendosi tutti in mano la palma, fa lโ€™ingresso nella cittร  e smonta alla porta della chiesa del Santo sepolcro, dove si celebra la Messa con la maggiore solennitร .

Abbiamo qui riuniti, secondo il nostro costume, i differenti fatti che possono servire ad elevare il pensiero dei fedeli ai diversi misteri della Liturgia. Queste manifestazioni di fede li aiuteranno a comprendere come nella Processione delle Palme, la Chiesa intenda onorare Gesรน Cristo, presente al trionfo che oggi gli tributa. Cerchiamo dunque con amore โ€œquestโ€™umile e mite Salvatore che viene a visitare la figlia di Sionโ€, come dice il Profeta. Egli รจ qui in mezzo a noi: a lui sโ€™indirizzi lโ€™omaggio delle nostre palme, insieme a quello dei nostri cuori; egli viene a noi per diventare nostro Re: accogliamolo anche noi, dicendo: Osanna al figlio di David!Lโ€™entrata in chiesa.

La fine della processione, prima della recente riforma, si distingueva per una cerimonia improntata al piรน alto e profondo simbolismo. Al momento di rientrare in chiesa, il corteo trovava le porte serrate. Sโ€™arrestava la marcia trionfale; ma non venivano sospesi i canti di gioia; un lieto ritornello risuonava nellโ€™inno speciale a Cristo Re, fino a che il Suddiacono batteva con lโ€™asta della croce la porta; questa sโ€™apriva, e la folla, preceduta dal clero, rientrava in chiesa, glorificando colui che, solo, รจ la Risurrezione eย la Vita.

Questa scena sta ad indicare lโ€™entrata del Salvatore in unโ€™altra Gerusalemme, di cui quella della terra รจ soltanto la figura. Questโ€™altra Gerusalemme รจ la patria celeste, di cui Gesรน ci ha aperte le porte. Il peccato del primo uomo le aveva chiuse; ma Gesรน il Re della Gloria, ce le ha riaperte in virtรน della Croce, alla quale non hanno potuto resistere.

Il canto in onore di Cristo Re รจ stato conservato, mentre invece รจ stato soppresso il particolare della porta chiusa. Continuiamo pertanto a seguire i passi del Figlio di David; egli รจ pure Figlio di Dio e ci invita a partecipare al suo regno.Nella Processione delle Palme, commemorazione dellโ€™avvenimento realizzatosi in questo giorno, la santa Chiesa solleva la nostra mente al mistero dellโ€™Ascensione col quale termina, in cielo, la missione del Figlio di Dio sulla terra. Ma, ahimรฉ, i giorni che separano lโ€™uno dallโ€™altro questi due trionfi del Figlio di Dio, non sono sempre giorni di gioia; infatti, รจ appena terminata la processione con la quale la Chiesa sโ€™รจ liberata per un attimo della sua tristezza, che giร  iniziano i gemiti e i lamenti.

La Messa.

La terza parte della funzione odierna รจ lโ€™offerta del santo Sacrificio. Tutti i canti che lโ€™accompagnano esprimono desolazione e per completare la tristezza che รจ caratteristica della giornata, la Chiesa ci fa leggere il racconto della Passione del Redentore. Da cinque o sei secoli fa, la Chiesa ha adottato un particolare recitativo per la lettura di questo brano evangelico, che diventa cosรฌ un vero dramma. Si sente prima lo storico raccontare quei fatti in tono grave e patetico; le parole di Gesรน hanno un accento nobile e dolce, che contrastano in una maniera penetrante col tono elevato degli altri interlocutori e coi gridi della plebaglia giudaica.

Nel momento in cui, nel suo amore per noi, si lascia calpestare sotto i piedi dei peccatori, noi dobbiamo proclamarlo piรน solennemente nostro Dio e nostro Re.Questi sono in genere i riti della grande giornata. Non ci rimane che inserire nel corso delle sacre letture, secondo il solito, quei dettagli che crederemo necessari per completare il significato.

Nomi dati a questa Domenica.

Oltre al nome liturgico e popolare diย Domenica delle Palme, essa รจ chiamata ancheย Domenica dellโ€™Osanna, per il grido di trionfo col quale i Giudei salutarono lโ€™arrivo di Gesรน. Anticamente i nostri padri la chiamaronoย Domenica della Pasqua fiorita, perchรฉ la Pasqua dalla quale ci separano solo otto giorni, oggi si considera in fiore, e i fedeli possono, fin da oggi, adempiere il dovere della comunione annuale. Per il ricordo di tale denominazione gli Spagnoli, avendo scoperta, la Domenica delle Palme del 1513, quella vasta regione che confina col Messico, la chiamarono Florida. Questa domenica la troviamo chiamata ancheย Capitilavium, cioรจย lava-testa, perchรฉ nei secoli della media antichitร , quando si rinviava al Sabato Santo il battesimo dei bambini nati nei mesi precedenti, che potevano aspettare questo tempo senza pericolo, i genitori lavavano oggi il capo dei loro neonati, affinchรฉ il prossimo sabato si potesse fare con decenza lโ€™unzione del Sacro Crisma. In epoca piรน remota tale Domenica, in certe chiese, veniva chiamata laย Pasqua dei Competenti, cioรจ dei Catecumeni ammessi al santo battesimo. Questi si riunivano oggi in chiesa, e si faceva loro una spiegazione particolare del Simbolo che avevano ricevuto nello scrutinio precedente. Nella chiesa gotica di Spagna lo si dava solo oggi. Infine, presso i Greci, tale Domenica รจ designata col nome diย Bifora, cioรจย Porta Palme.

MESSA

La Stazione รจ a Roma, nella Basilica Lateranense, la chiesa Madre e Matrice di tutte le chiese. Ai nostri giorni, perรฒ, la funzione papale ha luogo a S. Pietro; ma tale deroga non arreca pregiudizio ai diritti dellโ€™Arcibasilica la quale, anticamente, aveva oggi lโ€™onore della presenza del Sommo Pontefice, ed ha tuttora conservate le indulgenze accordate a quelli che oggi la visitano.

Alla Messa solenne, il Sacerdote si porta allโ€™altare, e dopo aver tralasciato il salmoย Iudica me, Deus, e ilย Confiteor, sale i gradini e lo bacia nel mezzo e lo incensa.

EPISTOLA (Fil 2,5-11) โ€“ Fratelli: abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesรน, il quale, esistendo nella forma di Dio, non considerรฒ questa sua uguaglianza con Dio come una rapina, ma annichilรฒ se stesso, prendendo la forma di servo, e, divenendo simile agli uomini, apparve come semplice uomo; umiliรฒ se stesso fattosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo perรฒ anche Dio lo esaltรฒ e gli donรฒ un nome, che รจ sopra ogni altro nome, tale che nel nome di Gesรน si deve piegare ogni ginocchio in cielo, in terra e nellโ€™inferno, ed ogni lingua deve confessare che il Signore Gesรน Cristo รจ nella gloria di Dio Padre.

Umiliazione e gloria di Gesรน.

La santa Chiesa prescrive di genuflettere al punto dellโ€™Epistola dove lโ€™Apostolo dice, che ogni ginocchio si deve piegare nel pronunciare il nome di Gesรน; e noi ne abbiamo seguito il comando. Dobbiamo comprendere che, se vi รจ unโ€™epoca dellโ€™anno in cui il Figlio di Dio ha diritto alle nostre piรน profonde adorazioni รจ soprattutto in questa Settimana, nella quale รจ lesa la sua maestร , e lo vediamo calpestato sotto i piedi dei peccatori. Indubbiamente i nostri cuori saranno animati da tenerezza e compassione alla vista dei dolori che sopporta per noi; ma non meno sensibilmente dobbiamo risentire gli oltraggi e le bassezze di cui รจ fatto segno, lui che รจ uguale al Padre e Dio come lui. Con le nostre umiliazioni, rendiamo a lui, per quanto ci รจ possibile, la gloria di cui egli si sveste per riparare la nostra superbia e le nostre ribellioni; ed uniamoci ai santi Angeli che, testimoni di tutto ciรฒ che Gesรน ha accettato per il suo amore verso lโ€™uomo, sโ€™annientano piรน profondamente, nel vedere lโ€™ignominia alla quale รจ ridotto.

Ma รจ ormai tempo dโ€™ascoltare il racconto della Passione del Signore. La Chiesa ne legge la narrazione secondo i quattro Vangeli, nei quattro differenti giorni della Settimana. Oggi comincia col racconto di san Matteo, che per primo scrisse i fatti della vita e della morte del Redentore.

Le lacrime di Gesรน.

Terminiamo questa giornata del Redentore a Gerusalemme, richiamando alla memoria gli altri fatti che la segnalarono. San Luca cโ€™informa, che fu durante la sua marcia trionfale verso questa cittร  che Gesรน, vicino ad entrarvi, pianse su di lei e manifestรฒ il suo dolore con queste parole: โ€œOh se conoscessi anche tu, e proprio in questo giorno quel che giova alla tua pace! Ora invece รจ celato agli occhi tuoi. Chรฉ verranno per te i giorni nei quali i nemici ti stringeranno con trincee, ti chiuderanno e ti assedieranno dโ€™ogni parte, e distruggeranno te e i tuoi figli che sono in te, e non lasceranno in te pietra su pietra, perchรฉ non hai conosciuto il tempo in cui sei stata visitataโ€ (Lc 19,42-44).

Qualche giorno fa il santo Vangelo ci mostrรฒ Gesรน che piangeva sulla tomba di Lazzaro; oggi lo vediamo spargere nuove lacrime sopra Gerusalemme. A Betania piangeva pensando alla morte del corpo, conseguenza e castigo del peccato; ma questa morte non รจ senza rimedio. Gesรน รจ โ€œla risurrezione e la vita; chi crede in lui non rimarrร  nella morte eternaโ€ (Gv 11,25). Ma lo stato dellโ€™infedele Gerusalemme rappresenta la morte dellโ€™anima; ed una tale morte รจ senza risurrezione, se lโ€™anima non ritorna tempestivamente allโ€™autore della vita. Ecco perchรฉ sono tanto amare le lacrime che sparge oggi Gesรน. Il suo cuore รจ triste, proprio in mezzo alle acclamazioni che fanno accoglienza al suo ingresso nella cittร  di David: perchรฉ sa, che molti โ€œnon conosceranno il tempo che furono visitatiโ€. Consoliamo il cuore del Redentore, e siamogli una Gerusalemme fedele.

Gesรน torna a Betania.

Sappiamo da san Matteo che il Signore andรฒ a chiudere la giornata a Betania. Naturalmente la sua presenza dovette sospendere le materne inquietudini di Maria e tranquillizzare la famiglia di Lazzaro. Ma in Gerusalemme nessuno si presentรฒ ad offrire ospitalitร  a Gesรน; almeno il Vangelo non fa alcuna menzione a questo riguardo. Le anime che meditarono la vita del Signore si sono soffermate su questa considerazione: Gesรน onorato la mattina con solenne trionfo, alla sera รจ ridotto a cercarsi il nutrimento e il riposo fuori della cittร  che lo aveva accolto con tanti applausi. Nei monasteri dei Carmelitani della riforma di santa Teresa esiste una consuetudine che si propone dโ€™ offrire a Gesรน una riparazione, per lโ€™abbandono in cui fu lasciato dagli abitanti di Gerusalemme. Si presenta una tavola in mezzo al refettorio e vi si serve un pasto; dopo che la comunitร  ha finito di cenare, quel pasto offerto al Salvatore del mondo, viene distribuito ai poveri, che sono le sue membra.

PREGHIAMOO Dio onnipotente ed eterno, che per dare al genere umano esempio dโ€™umiltร  da imitare, hai deciso lโ€™incarnazione del Salvatore e la sua passione in croce; concedici propizio dโ€™imitarlo nella sofferenza per poter poi partecipare alla risurrezione.ย 
da: dom Prosper Guรฉranger,ย Lโ€™anno liturgico. โ€“ I.ย Avvento โ€“ Natale โ€“ Quaresima โ€“ Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, pp. 674-683

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