Il sorpasso di prostitute e peccatori.
Gesรน รจ entrato in Gerusalemme e si รจ giร scontrato con il tempio, cacciandone i venditori. La tensione e lo stato di conflitto tra Gesรน e i capi del popolo (scribi, farisei, anziani, sommi sacerdoti) รจ altissima. Gesรน dirร di loro cose tremende. Come potevano non condannarlo? Non cโรจ da meravigliarsi che Gesรน sia morto: cโรจ da meravigliarsi che sia vissuto cosรฌ tanto! In questo contesto si situa questa parabola, esclusiva di Matteo, che Gesรน racconta e che farร commentare ai diretti interessati.
Unโavvertenza: lโerrore che a volte facciamo รจ quello di pensarci solo come spettatori di una parabola, pronti a cavarne fuori una morale. La veritร รจ che ogni parabola parla di noi. Noi siamo tutti i personaggi di quel racconto.
Figli
ยซUn uomo aveva due figliยป, cioรจ due cuori. Siamo noi i protagonisti della parabola, siamo noi che abbiamo due cuori: uno che dice sรฌ e uno che lo contraddice. Tutti noi siamo abitati da atteggiamenti contrastanti. Abbiamo tutti due anime, quella che appare e quella che ci definisce realmente. Non a caso, san Paolo dirร , ยซnon compio il bene che voglio, ma il male che non voglioยป (Rm 7,15.19).
Fatti
A entrambi il padre rivolge lo stesso invito: ยซVaโ a lavorare nella vignaยป. Il primo, che non lo chiama โsignoreโ, dice: โNoโ, ma poi pentitosi ci va. Il primo figlio รจ un ribelle. Tutti lo fischiano, ma poi si rimbocca le maniche e fa la volontร del Padre.
ยซSi pentรฌยป dice Gesรน. Pentirsi significa โcambiare mentalitร , cambiare il modo di vedereโ il padre e la vigna. Il padre non รจ piรน un padrone da obbedire o da ingannare, ma il capo famiglia che mi chiama in una vigna che รจ anche mia.
Il secondo dice al padre: ยซSรฌ, signoreยป ma non ci va. Era delle buone maniere dei ragazzi ebrei chiamare il proprio padre โsignoreโ. Fa un bel figurone, ma poi non combina niente. Il secondo figlio รจ un servile.
Amico lettore, non esiste un terzo figlio ideale, che vive la perfetta coerenza tra il dire e il fare e Gesรน lo sa. I due fratelli, pur cosรฌ diversi, hanno perรฒ qualcosa in comune: la stessa idea del padre, un estraneo che impartisce ordini, la vigna รจ una cosa che non li riguarda, ma solo il primo si pente, cambia idea. Nessuno dei due ha voglia di andarci ma alla fine ciรฒ che conta non รจ ciรฒ che si dice o ciรฒ che si mostra, ma il risultato. Eโ โil fareโ a essere decisivo, mentre โil direโ resta comunque sempre ambiguo. Non รจ un banale invito allโattivismo. Nellโultimo giorno non ci sarร chiesto se abbiamo fatto tante cose, ma se abbiamo fatto quello per cui siamo stati creati.
La differenza tra i due figli? Uno si fa coinvolgere, lโaltro resta un servo esecutore di ordini. Amico lettore, Matteo ti sta chiedendo di scegliere se salvare la faccia o salvare le azioni. Salvare le azioni significa liberarsi dalla dipendenza dellโopinione altrui. Dio non vuole figli ubbidienti ma figli che collaborino, come parte viva, alla gioia della casa. La morale evangelica non รจ la morale dellโobbedienza, ma dei frutti buoni: ยซDai loro frutti li riconoscereteยป (Mt 7, 16).
Gesรน cerca di smascherare quelli che credono di essere giusti, a posto, arrivati. Il vangelo dirร che il vero peccatore รจ chi si crede giusto, il vero cieco รจ chi crede di vedere.
Io trovo bellissimo il ricredersi del primo figlio, il ritornare sui propri passi, dirsi con sinceritร il proprio peccato e poi rimboccarsi le maniche per ripartire. Amico lettore, Matteo ti sta ricordando che la nostra vita non รจ chiusa dopo un errore, che dopo una caduta, lโimportante รจ rialzarsi, che non รจ inutile autoflagellarsi dopo uno sbaglio. Un detto di Isacco il Siro suona cosรฌ: ยซEโ piรน grande chi vede il proprio peccato, di chi vede gli angeliยป.
Una fede che si ferma al rito e alla devozione senza che questa trasformi la vita รจ senza senso. Il cristianesimo non si esaurisce nel culto e nella devozione. La fede cristiana รจ una fede incarnata, spinge la nostra spiritualitร a diventare azione.
Avanti
Introdotta dalla formula ufficiale ยซin veritร io vi dicoยป, che rileva lโimportanza di quanto segue, Gesรน ricorda ai capi religiosi che sono giudicati meno degni dei pubblicani e delle prostitute, due categorie assai disprezzate al tempo di Gesรน. Come se Gesรน dicesse oggi a un vescovo o a un prete: โLe prostitute sono meglio di te!โ.
I farisei e gli scribi non facevano nulla di male: chi poteva imputargli qualcosa? Erano morti dentro. Perchรฉ non cambiarono? Perchรฉ rifiutarono Gesรน? Perchรฉ ebbero paura.
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Vivere in prima persona fa paura perchรฉ vuol dire esporsi, cambiare, sperimentare, trovare le proprie risposte. Le persone che hanno paura fanno sempre la stessa domanda: โChe cosa si deve fare? Che cosa รจ giusto? Che cosa dice la Chiesa?โ. Questa รจ paura! Amico lettore, scoprilo tu cosa devi essere, cosa devi fare, come devi vivere!
Prostitute o peccatori, avevano meno paura di vivere, perchรฉ ci provavano, magari sbagliando, andando a fondo, ma almeno ci provavano. Gesรน amava i pubblicani e le prostitute non perchรฉ approvasse ciรฒ che facevano ma perchรฉ era gente che ci provava a vivere, che non si vergognava e non nascondeva le proprie ferite. Gente dal cuore grande, che faceva follie, perchรฉ solo chi ama, puรฒ far follie: come quelle donne che versarono il profumo sui suoi piedi o la donna che pianse e che con i suoi capelli asciugรฒ i suoi piedi. Sono i gesti dellโamore, folli per chi ha il cuore duro, di misericordia per chi ha un cuore che batte. Dinanzi a Dio, questi peccatori, non hanno meriti da vantare, ma proprio per questo potranno sperimentare la misericordia che รจ sempre attratta dalla miseria.
Amico lettore, hai mai notato che ogni volta che Gesรน entra in sinagoga, accade qualche scompiglio? Perchรฉ il grande pericolo di ogni istituzione religiosa, ieri come oggi, รจ quello di trasmettere dottrine, catechismi, dogmi, regole e non di far sperimentare e sentire Dio.
Gesรน stava dove cโera la vita perchรฉ Lui, la Vita, non poteva che stare lรฌ. Essere religiosi puรฒ essere solo unโapparenza per compiacere Dio, ma ciรฒ che conta รจ quello che scegliamo nel cuore.
Nella sua autobiografia il Mahatma Gandhi racconta di come un giorno si recรฒ in chiesa per partecipare alla messa e farsi dare le istruzioni necessarie per diventare cristiano. Allโingresso lo fermarono e gli spiegarono gentilmente che se desiderava ascoltare la messa poteva farlo in una chiesa riservata ai negri. Se ne andรฒ e non vi ritornรฒ mai piรน. E scrisse: ยซAnche se lรฌ si parlava di Dio, lรฌ non cโera amore e quindi non cโera neanche Dioยป.
La bella notizia di questa domenica? Dio non รจ un dovere: รจ amore, libertร . Dio ha fiducia in ogni uomo nonostante errori e ritardi. Crede in noi, sempre!
Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK