Riproponiamo un commento di p. Raniero del dicembre 2019.
NEI SUOI GIORNI ABBONDERร LA PACE
Ascoltiamo alcune parole, tratte tutte, eccetto una, dalle letture di questa domenica:
โIl lupo dimorerร insieme con lโagnello,
la pantera si sdraierร accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insiemeโ (I lettura).
โForgeranno le loro spade in vomeri,
le loro lance in falci;
un popolo non alzerร piรน la spada contro un altro popolo,
non si eserciteranno piรน nellโarte della guerraโ (Isaia 2, 4).
โNei suoi giorni abbonderร la paceโ (Salmo responsoriale).
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Se la parola di Dio voleva urtarci e scandalizzarci, cโรจ riuscita. Messe in confronto con le immagini di guerra che siamo abituati ad avere davanti agli occhi, queste parole suonano come una specie di ironia amara. Quale pace? Il Messia รจ venuto, ma dovโรจ che โabbondaโ la pace? Il mondo continua invece, con una regolaritร impressionante, a conoscere guerre. Guerre e poi di nuovo guerre: mondiali o locali, nazionali o tribali, esterne o, cosiddette, โciviliโ.
La guerra, del resto, non รจ per molti un โtemaโ da trattare, รจ un ricordo ancora vivo. So per esperienza, cosa vuole dire veder passare la guerra sopra le proprie teste. La vallata dove sono nato, durante lโultima guerra, si trovรฒ presa, per alcune settimane, in mezzo a due fuochi: da una parte gli alleati che si alzavano in volo ogni giorno coi loro caccia, e scendevano in picchiata sulle nostre teste a mitragliare, dallโaltra i tedeschi che rispondevano dalle colline opposte. Incertezza della vita, pane che mancavaโฆ
So anche, per contrasto, cosa significa la parola pace. Rivedo la gente che, ascoltata la notizia alla radio, quellโotto settembre, si riversava per le strade abbracciandosi con le lacrime agli occhi, gridando โArmistizio, armistizio!โ.
In un suo poema, Charles Pรฉguy ci presenta Giovanna DโArco che al tempo della guerra โdei centโanniโ tra Francia e Inghilterra, dopo aver recitato il Padre nostro, commenta amaramente: โPadre nostro che sei nei cieli, comโรจ lontano il tuo regno dallโarrivare! Comโรจ lontana la tua volontร dallโessere fatta! Come siamo lontani dallโavere il nostro pane quotidiano!โ. E noi aggiungiamo: โComโรจ lontana la tua pace dallโabbondare!โ
Il Messia รจ venuto, ma le spade non sono state mutate il vomeri, nรฉ le lance in falci. O meglio, le spade sono state mutate, ma in fucili mitragliatori, non in vomeri; le lance sono state mutate, ma in missili, non in falci. Questo รจ uno dei motivi per cui il popolo ebraico non crede che Gesรน sia il Messia: perchรฉ non vede avverate le profezie messianiche, che esso interpreta in senso letterale, e in particolare quella sulla pace.
Che possiamo dire al riguardo? Vorrei anzitutto fugare lโimpressione che, parlando in nome della fede, uno abbia per questo la risposta pronta e facile su tutto. Anche per problemi come questo.
Partiamo dal Vangelo. Quando Gesรน nasce, gli angeli cantano: โPace in terra agli uomini amati dal Signoreโ. Il verbo sottinteso non รจ โsiaโ, ma โรจโ. Non si tratta, in altre parole, di un augurio, ma di un fatto. La pace รจ venuta sulla terra. Gesรน stesso dice: โVi do la mia pace, non come la dร il mondo io la do a voiโ (Giovanni 14,27).
Cosa deduciamo da tutto questo? Che esiste unโaltra pace. Che la pace non si esaurisce nella semplice assenza di guerre, o in un equilibrio di forze contrastanti. Questo sarebbe piuttosto โ come giustamente abbiamo imparato a chiamarlo in anni recenti โ una โguerra freddaโ.
Pace รจ anzitutto armonia, pienezza, sicurezza di vita. โFrutto della giustiziaโ, la chiama la Bibbia, โtranquillitร dellโordineโ, la definisce santโAgostino: dellโordine tra noi e Dio, tra noi e il prossimo, tra una classe sociale e lโaltra, tra la ragione e gli istinti dentro ognuno di noi. La pace รจ un โfrutto dello Spiritoโ. La pace โ conclude la Scrittura โ รจ Cristo stesso: โEgli รจ la nostra paceโ (Efesini 2,14). Nella parola pace cโรจ infinitamente di piรน di quello che gli uomini hanno mai immaginato. Pace รจ โpienezza dei beni messianiciโ, ma รจ anche la somma dei beni cui ogni uomo, credente o no, aspira. Se si chiedesse alla gente: โChe cosa cerchi sopra tutto nella vita?โ, sono sicuro che moltissimi risponderebbero: โLa pace!โ.
Perchรฉ Gesรน dice: โNon come la dร il mondo, io la do a voiโ? Come dร la pace il mondo? In Asia Minore รจ stata ritrovata una iscrizione in cui lโimperatore Augusto elencava le sue imprese. Parla anche della pax Romana da lui stabilita nel mondo e la definisce parta victoriis pax, una pace ottenuta mediante successive vittorie. Dunque in questa pace, come in tutte quelle puramente umane, ci sono dei vinti e dei vincitori. Anche Gesรน ci ha procurato la pace con una vittoria, ma quale vittoria? โSulla croce, รจ scritto, egli distrusse in se stesso lโinimiciziaโ (cfr. Efesini 2,16). Ha distrutto lโinimicizia, non il nemico, lโha distrutta in se stesso, non negli altri, a sue spese, non a spese degli altri. Sulla croce Gesรน รจ โvincitore perchรฉ vittimaโ (victor quia victima).
La pace ha davvero โabbondatoโ grazie a lui e non si contano le persone che hanno fatto e fanno anche oggi lโesperienza della โpace di Dio che supera ogni comprensioneโ (Filippesi 4,7). Esse sono pronte a confermare la veritร del celebre verso di Dante Alighieri: โEn la sua voluntade รจ nostra paceโ.
Quella profezia di Isaia dunque si รจ avverata, ma su un piano superiore, spirituale e universale. Non a vantaggio di un solo popolo, ma di tutti i popoli. A partire da Gesรน, la pace, se non una realtร di fatto e generalizzata, รจ perรฒ almeno una โpossibilitร โ reale offerta a tutti โgli uomini di buona volontร โ. Quella di Gesรน รจ una pace che il mondo non puรฒ dare, e perciรฒ neppure togliere.
So giร lโobiezione che nasce in chi ascolta. Ma a che ci serve questa pace se non elimina la guerra? Non cโรจ pericolo di ridurre, in questo modo, la pace a un fatto tutto intimo e privato, irrilevante per la storia e la vita umana? La pace, o รจ โpoliticaโ, cioรจ di tutta la polis, lo stato, o non รจ.
Proprio qui, credo, la fede ha qualcosa da dirci. Questa pace del cuore o interiore รจ lโunica che puรฒ favorire anche lโaltra pace, quella esteriore. Ne รจ anzi la condizione e la radice. โDa che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?, scrive san Giacomo. Non vengono forse dalle passioni che combattono nelle vostre membra?โ (Giacomo 4,1). A pensarci bene, tutte le guerre nascono dal cuore dellโuomo, spesso dal cuore di uomini ben precisi. Qui sono i veri โfocolai di guerraโ. Miliardi di gocce dโacqua sporca non faranno mai un oceano pulito; cosรฌ miliardi di uomini senza pace nel loro cuore, non faranno mai unโumanitร in pace. Il destino della pace si decide nel cuore dellโuomo.
Tuttavia non ci facciamo illusioni. La pace totale, interna ed esterna, รจ un traguardo โescatologicoโ, cioรจ finale: ci sarร solo quando si inaugureranno โi cieli nuovi e la nuova terra nei quali avrร stabile dimora la giustiziaโ (2 Pietro 2,13). Nel frattempo, la ricetta vera della pace รจ contenuta in una parola che si legge nel Vangelo odierno:
โConvertitevi! Fate frutti degni di conversione!โ.
Occorre un radicale cambiamento del cuore. Convertirsi alla pace. La pace vera si ottiene, sรฌ, โriportando vittorieโ, come diceva Cesare Augusto, ma vittorie su se stessi, non sugli altri. La pace non si fa come la guerra. Per fare la guerra, occorrono lunghi preparativi, formare grossi eserciti, predisporre strategie e poi muovere compatti allโattacco. Guai a chi volesse cominciare per primo, da solo e alla spicciolata: sarebbe votato a sicura disfatta. La pace si fa esattamente al contrario: alla spicciolata, cominciando subito, per primi, anche uno solo.
Io non posso far venire da solo la pace in quella parte del mondo dove cโรจ attualmente la guerra, posso perรฒ farla venire in casa mia. Non posso mettere pace tra le tribรน che si combattono tra loro in Africa, posso perรฒ realizzarla tra me e il mio fratello, tu puoi realizzarla tra te e tua moglie, o, rispettivamente, tuo marito, tra te e tua cognata, tua suocera, tua nuora, tra te e il tuo collega di lavoroโฆ Che diritto ho io di arrabbiarmi nel vedere quello che succede in certi paesi in guerra, quando nel mio piccolo, in casa mia, mi comporto come loro e obbedisco la stessa logica di dominio e di imposizione tirannica della mia volontร ? Le liti! cosa sono le liti se non piccole guerre โciviliโ o domestiche?
ร cosรฌ bello fare gesti di pace e di riconciliazione! Gesรน ha detto: โBeati gli operatori di pace perchรฉ saranno chiamati figli di Dioโ. Perchรฉ non cominciare noi a trasformare subito le spade in vomeri e le lance in falciโ? Cioรจ le parole dure, taglienti, in parole di comprensione, di perdono; i pugni chiusi e minacciosi in mani che si tendono per una stretta, o un abbraccio, di riconciliazione? Siamo giร tanto infelici: che bisogno abbiamo di renderci la vita ancora piรน dura, gli uni gli altri?
โUomini, pace!
Sulla prona terra troppo รจ il mistero!โ
ร uno dei versi piรน belli del nostro Pascoli. (Cito spesso i poeti, non certo per fare della letteratura, ma perchรฉ sono quelli che meglio ci aiutano a cogliere, a volte, il senso delle cose).
Da me, da ciascuno di noi, dipende se questa sera stessa comincerร a realizzarsi qualcosa di quella profezia che abbiamo ascoltato: โAi suoi giorni abbonderร la paceโ. Mi permetto di suggerire una preghiera attribuita a san Francesco, il santo per eccellenza della pace:
โSignore, faโ di me uno strumento della tua pace.
Dove cโรจ odio, chโio porti lโamore.
Dove cโรจ offesa chโio porti il perdono.
Dove cโรจ discordia chโio porti lโunioneโ.
Sรฌ, Signore, faโ di tutti noi uno strumento della tua pace!
Qui tutti i commenti al Vangelo domenicale di p. Cantalamessa
