Padre Raniero Cantalamessa – Commento al Vangelo del 7 Dicembre 2025

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Riproponiamo un commento di p. Raniero del dicembre 2019.

NEI SUOI GIORNI ABBONDERร€ LA PACE

Ascoltiamo alcune parole, tratte tutte, eccetto una, dalle letture di questa domenica:

โ€œIl lupo dimorerร  insieme con lโ€™agnello,
la pantera si sdraierร  accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insiemeโ€ (I lettura).

โ€œForgeranno le loro spade in vomeri,
le loro lance in falci;
un popolo non alzerร  piรน la spada contro un altro popolo,
non si eserciteranno piรน nellโ€™arte della guerraโ€ (Isaia 2, 4).

โ€œNei suoi giorni abbonderร  la paceโ€ (Salmo responsoriale).

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Se la parola di Dio voleva urtarci e scandalizzarci, cโ€™รจ riuscita. Messe in confronto con le immagini di guerra che siamo abituati ad avere davanti agli occhi, queste parole suonano come una specie di ironia amara. Quale pace? Il Messia รจ venuto, ma dovโ€™รจ che โ€œabbondaโ€ la pace? Il mondo continua invece, con una regolaritร  impressionante, a conoscere guerre. Guerre e poi di nuovo guerre: mondiali o locali, nazionali o tribali, esterne o, cosiddette, โ€œciviliโ€.

La guerra, del resto, non รจ per molti un โ€œtemaโ€ da trattare, รจ un ricordo ancora vivo. So per esperienza, cosa vuole dire veder passare la guerra sopra le proprie teste. La vallata dove sono nato, durante lโ€™ultima guerra, si trovรฒ presa, per alcune settimane, in mezzo a due fuochi: da una parte gli alleati che si alzavano in volo ogni giorno coi loro caccia, e scendevano in picchiata sulle nostre teste a mitragliare, dallโ€™altra i tedeschi che rispondevano dalle colline opposte. Incertezza della vita, pane che mancavaโ€ฆ

So anche, per contrasto, cosa significa la parola pace. Rivedo la gente che, ascoltata la notizia alla radio, quellโ€™otto settembre, si riversava per le strade abbracciandosi con le lacrime agli occhi, gridando โ€œArmistizio, armistizio!โ€.

In un suo poema, Charles Pรฉguy ci presenta Giovanna Dโ€™Arco che al tempo della guerra โ€œdei centโ€™anniโ€ tra Francia e Inghilterra, dopo aver recitato il Padre nostro, commenta amaramente: โ€œPadre nostro che sei nei cieli, comโ€™รจ lontano il tuo regno dallโ€™arrivare! Comโ€™รจ lontana la tua volontร  dallโ€™essere fatta! Come siamo lontani dallโ€™avere il nostro pane quotidiano!โ€. E noi aggiungiamo: โ€œComโ€™รจ lontana la tua pace dallโ€™abbondare!โ€

Il Messia รจ venuto, ma le spade non sono state mutate il vomeri, nรฉ le lance in falci. O meglio, le spade sono state mutate, ma in fucili mitragliatori, non in vomeri; le lance sono state mutate, ma in missili, non in falci. Questo รจ uno dei motivi per cui il popolo ebraico non crede che Gesรน sia il Messia: perchรฉ non vede avverate le profezie messianiche, che esso interpreta in senso letterale, e in particolare quella sulla pace.

Che possiamo dire al riguardo? Vorrei anzitutto fugare lโ€™impressione che, parlando in nome della fede, uno abbia per questo la risposta pronta e facile su tutto. Anche per problemi come questo.

Partiamo dal Vangelo. Quando Gesรน nasce, gli angeli cantano: โ€œPace in terra agli uomini amati dal Signoreโ€. Il verbo sottinteso non รจ โ€œsiaโ€, ma โ€œรจโ€. Non si tratta, in altre parole, di un augurio, ma di un fatto. La pace รจ venuta sulla terra. Gesรน stesso dice: โ€œVi do la mia pace, non come la dร  il mondo io la do a voiโ€ (Giovanni 14,27).

Cosa deduciamo da tutto questo? Che esiste unโ€™altra pace. Che la pace non si esaurisce nella semplice assenza di guerre, o in un equilibrio di forze contrastanti. Questo sarebbe piuttosto โ€“ come giustamente abbiamo imparato a chiamarlo in anni recenti โ€“ una โ€œguerra freddaโ€.

Pace รจ anzitutto armonia, pienezza, sicurezza di vita. โ€œFrutto della giustiziaโ€, la chiama la Bibbia, โ€œtranquillitร  dellโ€™ordineโ€, la definisce santโ€™Agostino: dellโ€™ordine tra noi e Dio, tra noi e il prossimo, tra una classe sociale e lโ€™altra, tra la ragione e gli istinti dentro ognuno di noi. La pace รจ un โ€œfrutto dello Spiritoโ€. La pace โ€“ conclude la Scrittura โ€“ รจ Cristo stesso: โ€œEgli รจ la nostra paceโ€ (Efesini 2,14). Nella parola pace cโ€™รจ infinitamente di piรน di quello che gli uomini hanno mai immaginato. Pace รจ โ€œpienezza dei beni messianiciโ€, ma รจ anche la somma dei beni cui ogni uomo, credente o no, aspira. Se si chiedesse alla gente: โ€œChe cosa cerchi sopra tutto nella vita?โ€, sono sicuro che moltissimi risponderebbero: โ€œLa pace!โ€.

Perchรฉ Gesรน dice: โ€œNon come la dร  il mondo, io la do a voiโ€? Come dร  la pace il mondo? In Asia Minore รจ stata ritrovata una iscrizione in cui lโ€™imperatore Augusto elencava le sue imprese. Parla anche della pax Romana da lui stabilita nel mondo e la definisce parta victoriis pax, una pace ottenuta mediante successive vittorie. Dunque in questa pace, come in tutte quelle puramente umane, ci sono dei vinti e dei vincitori. Anche Gesรน ci ha procurato la pace con una vittoria, ma quale vittoria? โ€œSulla croce, รจ scritto, egli distrusse in se stesso lโ€™inimiciziaโ€ (cfr. Efesini 2,16). Ha distrutto lโ€™inimicizia, non il nemico, lโ€™ha distrutta in se stesso, non negli altri, a sue spese, non a spese degli altri. Sulla croce Gesรน รจ โ€œvincitore perchรฉ vittimaโ€ (victor quia victima).

La pace ha davvero โ€œabbondatoโ€ grazie a lui e non si contano le persone che hanno fatto e fanno anche oggi lโ€™esperienza della โ€œpace di Dio che supera ogni comprensioneโ€ (Filippesi 4,7). Esse sono pronte a confermare la veritร  del celebre verso di Dante Alighieri: โ€œEn la sua voluntade รจ nostra paceโ€.

Quella profezia di Isaia dunque si รจ avverata, ma su un piano superiore, spirituale e universale. Non a vantaggio di un solo popolo, ma di tutti i popoli. A partire da Gesรน, la pace, se non una realtร  di fatto e generalizzata, รจ perรฒ almeno una โ€œpossibilitร โ€ reale offerta a tutti โ€œgli uomini di buona volontร โ€. Quella di Gesรน รจ una pace che il mondo non puรฒ dare, e perciรฒ neppure togliere.

So giร  lโ€™obiezione che nasce in chi ascolta. Ma a che ci serve questa pace se non elimina la guerra? Non cโ€™รจ pericolo di ridurre, in questo modo, la pace a un fatto tutto intimo e privato, irrilevante per la storia e la vita umana? La pace, o รจ โ€œpoliticaโ€, cioรจ di tutta la polis, lo stato, o non รจ.

Proprio qui, credo, la fede ha qualcosa da dirci. Questa pace del cuore o interiore รจ lโ€™unica che puรฒ favorire anche lโ€™altra pace, quella esteriore. Ne รจ anzi la condizione e la radice. โ€œDa che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?, scrive san Giacomo. Non vengono forse dalle passioni che combattono nelle vostre membra?โ€ (Giacomo 4,1). A pensarci bene, tutte le guerre nascono dal cuore dellโ€™uomo, spesso dal cuore di uomini ben precisi. Qui sono i veri โ€œfocolai di guerraโ€. Miliardi di gocce dโ€™acqua sporca non faranno mai un oceano pulito; cosรฌ miliardi di uomini senza pace nel loro cuore, non faranno mai unโ€™umanitร  in pace. Il destino della pace si decide nel cuore dellโ€™uomo.

Tuttavia non ci facciamo illusioni. La pace totale, interna ed esterna, รจ un traguardo โ€œescatologicoโ€, cioรจ finale: ci sarร  solo quando si inaugureranno โ€œi cieli nuovi e la nuova terra nei quali avrร  stabile dimora la giustiziaโ€ (2 Pietro 2,13). Nel frattempo, la ricetta vera della pace รจ contenuta in una parola che si legge nel Vangelo odierno:

โ€œConvertitevi! Fate frutti degni di conversione!โ€.

Occorre un radicale cambiamento del cuore. Convertirsi alla pace. La pace vera si ottiene, sรฌ, โ€œriportando vittorieโ€, come diceva Cesare Augusto, ma vittorie su se stessi, non sugli altri. La pace non si fa come la guerra. Per fare la guerra, occorrono lunghi preparativi, formare grossi eserciti, predisporre strategie e poi muovere compatti allโ€™attacco. Guai a chi volesse cominciare per primo, da solo e alla spicciolata: sarebbe votato a sicura disfatta. La pace si fa esattamente al contrario: alla spicciolata, cominciando subito, per primi, anche uno solo.

Io non posso far venire da solo la pace in quella parte del mondo dove cโ€™รจ attualmente la guerra, posso perรฒ farla venire in casa mia. Non posso mettere pace tra le tribรน che si combattono tra loro in Africa, posso perรฒ realizzarla tra me e il mio fratello, tu puoi realizzarla tra te e tua moglie, o, rispettivamente, tuo marito, tra te e tua cognata, tua suocera, tua nuora, tra te e il tuo collega di lavoroโ€ฆ Che diritto ho io di arrabbiarmi nel vedere quello che succede in certi paesi in guerra, quando nel mio piccolo, in casa mia, mi comporto come loro e obbedisco la stessa logica di dominio e di imposizione tirannica della mia volontร ? Le liti! cosa sono le liti se non piccole guerre โ€œciviliโ€ o domestiche?

รˆ cosรฌ bello fare gesti di pace e di riconciliazione! Gesรน ha detto: โ€œBeati gli operatori di pace perchรฉ saranno chiamati figli di Dioโ€. Perchรฉ non cominciare noi a trasformare subito le spade in vomeri e le lance in falciโ€? Cioรจ le parole dure, taglienti, in parole di comprensione, di perdono; i pugni chiusi e minacciosi in mani che si tendono per una stretta, o un abbraccio, di riconciliazione? Siamo giร  tanto infelici: che bisogno abbiamo di renderci la vita ancora piรน dura, gli uni gli altri?

โ€œUomini, pace!
Sulla prona terra troppo รจ il mistero!โ€

รˆ uno dei versi piรน belli del nostro Pascoli. (Cito spesso i poeti, non certo per fare della letteratura, ma perchรฉ sono quelli che meglio ci aiutano a cogliere, a volte, il senso delle cose).

Da me, da ciascuno di noi, dipende se questa sera stessa comincerร  a realizzarsi qualcosa di quella profezia che abbiamo ascoltato: โ€œAi suoi giorni abbonderร  la paceโ€. Mi permetto di suggerire una preghiera attribuita a san Francesco, il santo per eccellenza della pace:

โ€œSignore, faโ€™ di me uno strumento della tua pace.
Dove cโ€™รจ odio, chโ€™io porti lโ€™amore.
Dove cโ€™รจ offesa chโ€™io porti il perdono.
Dove cโ€™รจ discordia chโ€™io porti lโ€™unioneโ€.

Sรฌ, Signore, faโ€™ di tutti noi uno strumento della tua pace!

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