Gesรน mite ed umile
Il lezionario salta tutta la sezione dedicata da Matteo al rapporto di Gesรน col Battista e al fallimento della predicazione nelle cittร di Corazin e Betsร ida (Mt 11,1-24), e riprende con cinque versetti che ci portano alla fine del capitolo undicesimo. Possiamo dividere il nostro brano in tre parti. La prima (11,25-26) puรฒ essere intitolata la rivelazione ai piccoli; ad essa segue un versetto sulla conoscenza reciproca tra il Padre e il Figlio, e infine nei vv. 28-30 Gesรน invita i discepoli a seguirlo.
Gesรน apre la bocca per parlare e benedire il Padre. Ed รจ paradossale che questo avvenga in un momento difficile, anzi proprio in risposta allโincredulitร di quelle cittร della Galilea che non hanno accolto lโopera che Gesรน ha lรฌ compiuto, e raccontata nei versetti immediatamente precedenti a quelli che stiamo leggendo. ร ovvio che Gesรน non sta ringraziando il Padre perchรฉ le cittร dove ha predicato ยซnon si erano convertiteยป (11,20): la ragione della sua โconfessioneโ (dal verbo exomologeo, confessare, lodare) รจ data dal fatto che la rivelazione รจ comunque accolta, ma dai โpiccoliโ. Anche lโApostolo Paolo avrร avuto occasione di sperimentare la stessa incomprensione di Gesรน, come apprendiamo da quanto scrive in 1Cor 1,19, citando Is 29,14: ยซDistruggerรฒ la sapienza dei sapienti e annullerรฒ lโintelligenza degli intelligentiยป. LโApostolo non parla del dono dellโintelligenza in generale, quasi fosse da disprezzare lโuso della ragione, ma dellโincompatibilitร tra la sapienza che il mondo crede di avere e quella di Dio, sapienza, questโultima, che si รจ espressa nella โlogicaโ inaccettabile della croce.
Dio infatti agisce in un altro modo: ยซgrande รจ la sua misericordia: agli umili svela i suoi segretiยป (Sir 3,10, testo ebraico). Chi sono dunque i sapienti e gli intelligenti che non si aprono a Dio? E i piccoli? Una particolaritร grammaticale ci aiuta a caratterizzare il nostro versetto: come ha spiegato bene Bonaventura Kim in una ricerca dedicata a Gesรน mite e umile di cuore (Roma, PUG 2005), i termini sapienti e intelligenti e piccoli sono usati nel testo greco senza lโarticolo. Dovremmo allora tradurre meglio: โโฆ perchรฉ hai tenuto nascoste queste cose a sapienti e intelligenti e le hai rivelate a piccoliโ. La mancanza dellโarticolo sottolinea la qualitร piuttosto che gli individui: tutti possono rivestire questo ruolo, magari a volte riuscendo ad essere โpiccoliโ, altre volte, purtroppo, credendosi invece intelligenti. Nel Primo Vangelo ยซlโopposizione antitetica tra i sapienti e i piccoli suscita lโattenzione del lettore, che ricorda come lungo tutto il racconto venivano presentati gruppi contrapposti: Erode e tutta Gerusalemme rispetto ai magi (2,1-12); i farisei e i sadducei rispetto a Giovanni (3,7-12); i falsi profeti rispetto ai veri discepoli (7,15-27); i farisei rispetto ai pubblicani e i peccatori (9,9-13). Insomma, nel contesto matteano i piccoli โ opposti dei sapienti e intelligenti โ possono essere considerati come i destinatari del vangelo di salvezza, coloro che credono e accettano Gesรน Messia e il Regno di Dio proclamato da luiยป (Kim).
Dopo aver spiegato, ai vv. 25-26, che Dio rivela i suoi misteri a questi, Gesรน continua parlando di sรฉ come il piccolo e umile attraverso il quale passare per conoscere la sapienza di Dio. Gesรน nel Vangelo di Matteo infatti รจ il mite per eccellenza: lโaggettivo mite viene usato solo qui in tutto il Nuovo Testamento (eccetto 1Pt 3,4), e Matteo, tra gli evangelisti, presenta chiaramente la mitezza non solo come una beatitudine (Mt 5,5), ma soprattutto come una qualitร di Gesรน (11,29; 21,5). Gesรน da Matteo viene dipinto come il Messia-Servo obbediente a Dio, mite e misericordioso verso i piccoli. Ciรฒ si coglie particolarmente nellโepisodio dellโingresso di Gesรน a Gerusalemme: lรฌ Matteo descrive lโavvenimento attraverso la citazione diretta del profeta Zaccaria sul re mite (21,5), e questo testo รจ il punto di arrivo del ministero di Gesรน in preparazione alla sua passione.
Gesรน puรฒ essere descritto come mite ed umile perchรฉ questi caratteri erano radicati nella tradizione ebraica: cosรฌ infatti erano pensate figure come Mosรจ, Davide, Isaia, Zaccaria. Matteo ama sottolineare queste prerogative del Messia in dialettica con altri messianismi che vigevano al tempo di Gesรน: egli non sarร un politico o un guerriero vittorioso, e nemmeno un potente sacerdote o un profeta che arringa la folla. La sua personalitร profonda รจ quella del Servo obbediente: nondimeno, anche se diversamente da come se lo potevano immaginare, anche in questo modo Gesรน รจ veramente il Messia.
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Dobbiamo imparare dal Figlio Gesรน, che non si รจ lasciato abbattere dagli insuccessi e dalle incredulitร che ha incontrato, ma ha avuto la forza per benedire il Padre. Cosรฌ possiamo fare anche noi. Se riconosciamo i nostri limiti e le difficoltร che non si possono negare e che fanno parte della nostra vita e dellโessere cristiani, ancora di piรน non possiamo non riconoscere, o meglio, confessare, che lโopera di Dio non รจ mai vana, che Lui รจ piรน grande del nostro cuore e di ogni chiusura, e quindi deve essere benedetto.
- Fonte del commento – il sito “La Parte Buona”
- Commento a cura di p. Giulio Michelini
