Il vangelo di questa domenica โ che in parte (nei vv. 19-23) ritroveremo anche nella prossima Pentecoste โ รจ ambientato di sera. Ci viene in mente la riflessione biblica di papa Francesco tenuta in una Piazza San Pietro deserta, in un momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia, che iniziava cosรฌ: Venuta la sera. Eccone un estratto: ยซโVenuta la seraโ (Mc 4,35). Cosรฌ inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e cittร ; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nellโaria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardiยป. Il Santo Padre aggiungeva: ยซCome i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosaยป, la pagina che stiamo per commentare dice che i discepoli del vangelo di questa domenica non hanno ancora pace โ hanno ancora pauraยป.
La pagina di oggi รจ uno dei quattro quadri che compongono la finale di Giovanni, quella โautenticaโ (vv. 30-31), e che รจ divisibile in quattro passi: Maria Maddalena si reca al sepolcro; anche Pietro e lโaltro discepolo vanno alla tomba; Maria Maddalena incontra il Signore e crede sia il giardiniere; infine, lโultimo quadro, che vede come protagonisti i discepoli e Tommaso. Il vangelo odierno ci offre poi anche il modo di riflettere sulla finale autentica del Vangelo secondo Giovanni (il cap. 21 รจ probabilmente unโaggiunta), ai versetti 30-31.
Lโazione si svolge in tre tempi e ha una finale: (a) Gesรน incontra i discepoli nel luogo in cui erano chiusi; (b) รจ segnalata lโassenza di Tommaso; (c) ยซotto giorni dopoยป Gesรน รจ di nuovo coi suoi, e cโรจ anche Tommaso. Infine, i vv. 30-31 di cui si รจ detto. Noi ci soffermiamo ora solo sui vv. 19-23, riguardanti il respiro di Gesรน e il dono del suo Spirito.
Riassumendo, siamo nello stesso giorno di Pasqua, quello delle apparizioni del Risorto, e lโevangelista รจ ha appena terminato di raccontare lโincontro di Gesรน con la Maddalena. Ecco che il Risorto appare per la prima volta ai suoi discepoli chiusi nel cenacolo.
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Stette ritto: รจ uno dei modi possibili, e molto suggestivi, utilizzati nel Nuovo Testamento per esprimere la presenza viva del Risorto. Histemi โ stare ritto in piedi โ รจ il verbo che viene usato per descrivere Gesรน che si ferma e sta con i discepoli di Emmaus (Lc 24,36), รจ quello con cui Stefano dice di vedere Gesรน stare alla destra di Dio (At 7,55), ma รจ soprattutto il verbo che nellโApocalisse significa lo stare ritto dellโagnello, quello โcome immolatoโ (Ap 5,6), ma vivente. Gesรน sta ritto in piedi alla porta e bussa, scrive, ancora, lโApocalisse (3,20), e ora, dopo i giorni della passione e della sofferenza, torna dai suoi, entra nel cenacolo, e stando ritto in mezzo ai suoi si rivolge a loro.
La prima parola del Risorto alla Chiesa รจ sulla pace. Come scriveva Raymond Brown nel suo commento al Quarto vangelo, il saluto di Gesรน ยซpace a voiยป (qui, Gv 20,21, e poi ripetuto altre due volte, in 20,21.26) non รจ un semplice augurio: รจ un dono. Il Risorto porta la pace, quella, scrive Paolo, che il Messia ha stabilito tra il cielo e gli uomini (cfr. Col 1,20), e chi ancora oggi incontra il Signore nella Chiesa รจ sicuro di poterla ricevere. La seconda parola del Risorto riguarda la missione. Gesรน รจ il primo apostolo del Padre (cโรจ qui infatti il verbo apostello โ reso con โmandareโ โ da cui โapostoloโ, ovvero โquello mandatoโ; cfr. anche Gv 3,17: ยซDio ha mandato il suo figlio nel mondoยป), come i discepoli sono ora inviati da Gesรน. La missione viene dallโalto, non รจ iniziativa umana, ma prende lโavvio da Dio stesso, e quindi รจ la continuazione della missione del Figlio.
Gesรน poi respira, e dona lo Spirito. Il modo in cui il Quarto vangelo descrive il dono dello Spirito รจ unico in tutto il Nuovo Testamento. Solo Giovanni, infatti, e solo qui, nel versetto 20,22, dice che Gesรน โalitรฒโ sui discepoli. Viene usato un verbo, emphysao, โinsufflare, alitareโ, utilizzato per la prima volta nel libro della Genesi, durante il racconto della creazione dellโuomo e della donna. Tutta la realtร creata โ si racconta lรฌ โ รจ fatta con la parola di Dio, ma per fare lโuomo questo non basta: Dio deve alitare dentro le sue narici. Deve cioรจ chinarsi su di lui, avvicinarsi a lui, deve โguardarlo negli occhiโ per dargli la vita.
A guardar meglio, perรฒ, e come bene sottolinea lโottimo commentario di Ramsey Michaels, lโazione di Gesรน non รจ solo quella di โsoffiare sopraโ, ma โrespirareโ. Gesรน, traduce lโesegeta, โrespirรฒโ, perchรฉ รจ di nuovo vivo! ร la prova che non รจ un fantasma, e infatti a lui non basta mostrare loro le mani e il costato: Gesรน respira. Quante volte abbiamo sentito parlare in queste settimane passate, in tempo di pandemia, di dispnea, di difficoltร di respirare: Gesรน mostra di essere tornato a respirare, dopo che aveva โemesso lo spiritoโ, come abbiamo sentito nelle letture della Settimana Santa.
Il verbo emphysao si trova ancora altre volte nella Bibbi โ ad es. in 1Re 17,21 โ nel racconto di Elia che compie il miracolo della risurrezione del figlio della vedova a Zarepta. ยซElia si distese (traduce la CEI, ma qui abbiamo lo stesso verbo) tre volte sul bambino e invocรฒ il Signore: Signore Dio mio, lโanima del fanciullo torni nel suo corpoยป. Nel libro di Ezechiele ritorna il nostro verbo nella scena di quel grande quadro delle ossa inaridite, quelle che sono il simbolo del popolo dellโalleanza oramai allo stremo. Questo popolo puรฒ risorgere solo se viene lo Spirito dai quattro venti a โsoffiareโ la vita su quei morti (cfr. Ez 37,9). Piรน tardi, nella letteratura post-profetica, si userร ancora una volta il verbo โalitare, insufflareโ, per dire di nuovo la creazione dellโuomo, rinarrata nel libro della Sapienza (Sap 15,11); ancora, lรฌ Dio รจ ritratto come colui che โinsufflรฒ uno spirito vitaleโ nellโuomo.
Emerge dallโuso veterotestamentarie del nostro verbo una costante che ora possiamo applicare al racconto di Giovanni. Questi ยซproclama simbolicamente che, proprio come nella prima creazione Dio alitรฒ nellโuomo uno spirito vitale, cosรฌ adesso, nel momento della nuova creazione, Gesรน alita il suo proprio Spirito Santo nei discepoli, dando loro la vita eterna. Nel simbolismo battesimale secondario di Giovanni 3,5, ai lettori del Vangelo viene detto che da acqua e Spirito essi nascono come figli di Dio; la scena presente serve da battesimo per gli immediati discepoli di Gesรน e da pegno di nascita divina per tutti i credenti del futuro, rappresentati dai discepoli. Cโรจ poco da meravigliarsi che lโusanza di alitare sopra le persone da battezzare sia entrata nel rito del battesimo. Ora essi sono veramente fratelli di Gesรน e possono chiamare suo Padre loro Padre (20,17). Il dono dello Spirito รจ lโacme finale delle relazioni personali fra Gesรน e i suoi discepoliยป (R. Brown).
Lo Spirito del Signore, che ha riempito lโuniverso (cfr. Sap 1,7) e ha dato la vita agli uomini, guidi ancora oggi la Chiesa e ogni credente, perchรฉ ci solleviamo dalla polvere da cui siamo stati presi e, come lโAgnello, anche noi possiamo, ritti in piedi, dare lode a Dio e per la Sua salvezza, con un nuovo respiro.
