Il Risorto interpreta le Scritture
Il vangelo di questa domenica รจ facilmente divisibile in due parti: nella prima (Lc 24,46-49), le ultime raccomandazioni di Gesรน nella versione lucana; nella seconda (vv. 50-53), la descrizione della sua ascensione al cielo. Ci soffermeremo soprattutto sulla prima scena.
Cosรฌ sta scritto.ย Prima di lasciare i suoi, Gesรน compie come un breve โriassuntoโ della sua vita e della sua missione. Giร ai due di Emmaus aveva spiegato come in tutte le Scritture โ ยซcominciando da Mosรจ e da tutti i profetiยป โ vi era ciรฒ che si riferiva a lui, e soprattutto che il Messia dโIsraele avrebbe ยซsopportato tutte queste sofferenze per entrare nella sua gloriaยป (Lc 24,26). Ora questi discorsi sono rivolti agli apostoli, come dice lโintroduzione al vangelo di oggi, Lc 24,44: ยซSono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosรจ, nei Profeti e nei Salmiยป. Gesรน sta spiegando, come aveva giร fatto nei suoi tre annunci della passione, che il Messia, il Cristo, sarebbe morto e risorto dopo tre giorni.
E veniamo a un problema. Secondo Luca, Gesรน disse: ยซCosรฌ sta scritto: il Cristo patirร e risorgerร dai morti il terzo giornoยป (24,46). Invano cercheremmo dove queste parole, nel Primo Testamento, sono registrate. Forse lโevangelista si รจ inventato qualcosa? Ha travisato le Scritture? Le ha lette male, e prima di lui Gesรน? Abbiamo giร visto in occasione della IV domenica di Pasqua che al tempo di Gesรน non vi รจ nessuna attesa messianica relativa ad un Messia-Servo, insomma non ci si aspettava che il Cristo potesse essere sconfitto dalla croce: le profezie di Isaia, quelle dedicate al โServo sofferenteโ, non sono state mai interpretate ordinariamente โ nellโebraismo contemporaneo a Gesรน โ in senso messianico. Ma lโhanno invece fatto i cristiani (e forse pochi altri, secondo quanto Daniel Boyarin, oggi, ad esempio, sta tentando di dimostrare, inย The Suffering Christ as a Midrash on Daniel, nel suoย The Jewish Gospels).
Se รจ vero che non vi รจ nessuna citazione letterale e nessun rimando a qualche testo specifico che parli di un Cristo che patisce e risorge (ยซCosรฌ sta scritto, il Cristo patirร ยป, 24,46), รจ anche vero, perรฒ, cheย tutte le Scrittureย nascondevano un senso piรน profondo, che รจ diventato accessibile a partire dal loro compimento in Cristo, e che โ come oggi ci spiega bene Luca โ Gesรน stesso, dopo la risurrezione, ha indicato ai discepoli. Come avrebbero mai fatto, questi, a comprendere altrimenti in un senso cosรฌ โpienoโ le parole che mai nessuno prima aveva interpretato in quel modo?
Come leggono le Scritture i cristiani? E perchรฉ coloro che ci hanno passato la Bibbia, gli Ebrei, non le leggono allo stesso modo, e cosรฌ scoprire Gesรน il Cristo โnascostoโ dentro il libro della Bibbia? I cristiani leggono la Bibbia a partire dalla morte e risurrezione di Gesรน. ยซLa morte del Messia, re dei Giudei, e la sua risurrezione diedero ai testi dellโAntico Testamento una pienezza di significato prima inconcepibile. Alla luce degli eventi della Pasqua gli autori del Nuovo Testamento rilessero lโAntico. Lo Spirito Santo inviato dal Cristo glorificato ne fece scoprire loro il senso spiritualeยป (Pontificia Commissione Biblica,ย Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana). E gli Ebrei? ยซNon si deve dire che lโebreo non vede ciรฒ che era annunciato nei testi, ma che il cristiano, alla luce di Cristo e della Chiesa, scopre nei testi un di piรน di significato che vi era nascostoยป (Ibid.).
Cominciando da Gerusalemme.ย Da qui si deve partire, per cogliere lโoriginalitร della lettura cristiana della Bibbia ebraica, e perchรฉ da Gerusalemme, la cittร santa dei giudei, viene la salvezza (cf. Gv 4,22). Da Gerusalemme parte lโannuncio che il cristiano deve dare, e di Gerusalemme โ ovvero della nostra matrice ebraica โ non ci si deve dimenticare, nonostante le differenze e le distinzioni. Il Card. Martini, in un suo libro, scriveva: ยซI profondi valori che ci uniscono (cristiani ed ebrei) non sopprimono certo le caratteristiche che ci distinguono e che vanno esposte con chiarezza, a fondamento di un onesto dialogo; in Gesรน morto e risorto noi cristiani adoriamo il Figlio unigenito prediletto del Padre, il Messia signore e redentore dei popoli tutti che ricapitola in sรฉ lโintero creato. Tuttavia con questo atto di fede noi riteniamo di confermare i valori ebraici e la Torah, come afferma Paolo (Rmย 3,31). La nostra esegesi dinamica ed escatologica delle Scritture ci pone in una linea di continuitร โdiversitร con lโinterpretazione ebraicaยป (Verso Gerusalemme, Feltrinelli 2004, 102).
Una separazione gioiosa.ย Come abbiamo visto anche in occasione del discorso dโaddio nel vangelo di domenica scorsa, in questa ultima scena dipinta da Luca non vi sono nรฉ tristezza nรฉ rimpianti. La separazione tra Gesรน รจ i suoi รจ definitiva, ma questi ยซtornarono a Gerusalemme con grande gioiaยป.
Che cosa dobbiamo chiedere โ in occasione di questa memoria, e della prossima Pentecoste? Che venga di nuovo il Suo Spirito, che ci apra la mente, lโintelligenza, per capire le Scritture (cf. Lc 24,45), e che ci doni la stessa gioia provata da chi, ormai senza una guida visibile, รจ condotto dalla Sua Presenza invisibile.



