Padre Giulio Michelini – Commento al Vangelo del 27 Marzo 2022

746

Il fratello rimasto a casa

ยซIl dinamismo della conversione e della penitenza รจ stato meravigliosamente descritto da Gesรน nella parabola detta del figlio prodigo, il cui centro รจ il padre misericordiosoยป. Cosรฌ il Catechismo della Chiesa cattolica (1439) spiega la scelta liturgica di collocare il nostro brano al centro del cammino di Quaresima. Lโ€™attenzione viene posta sullโ€™amore del padre e sulla figura del figlio che torna, cosรฌ come dice la seconda Colletta della messa odierna: ยซPadre buono e grande nel perdono, accogli nellโ€™abbraccio del tuo amore tutti i figli che tornano a te con animo pentitoยป. E Luca รจ veramente un artista nel dipingere lโ€™atteggiamento del padre verso il figlio minore. Cogliamo solo un paio di pennellate.

Divise tra loro la propria vita. Il Padre accetta la scelta del figlio e arriva a dividere non solo le sue sostanze, ma anche il proprio cuore e la sua stessa vita. Nel fatto di dover saldare in anticipo lโ€™ereditร  non รจ estranea lโ€™idea che il padre ormai sia โ€œcome mortoโ€ per il figlio minore. Il gioco semantico diventa ancora piรน allusivo se pensiamo che mentre il figlio minore chiede al padre di avere la sua parte di ereditร  (ousia), il padre divide tra i due figli il suo patrimonio, che perรฒ nel greco di Luca 15,12 รจ bios, cioรจ anche โ€œvitaโ€. Se ousia e bios sono sinonimi (come anche nel versetto seguente di 15,30, dove il figlio prodigo ha ormai sprecato la sua vitaโ€“averiโ€“bios con le prostitute) รจ vero che in questa parabola cโ€™รจ una trama di vita e di morte.

Commosso fino alle viscere. Ma il padre sa aspettare il ritorno del figlio e vedendolo da lontano si commuove (15,20). Il verbo splanchnรญzomai (impietosirsiโ€“commuoversi) affonda le sue radici nellโ€™Antico Testamento, in un sostrato semitico che รจ quello che si riferisce agli organi interni dellโ€™uomo, i reni, le viscere, le rahamim, ritenuti appunto nellโ€™antropologia biblica la sede dei sentimenti. Dovremmo quasi tradurre: il padre โ€œsi mosse a compassione fin nelle viscereโ€. Luca usa il verbo anche per caratterizzare i sentimenti del โ€œbuon samaritanoโ€ nei confronti dellโ€™uomo incappato nei briganti (Lc 10,33), e il sostantivo correlato per indicare โ€“ nel Benedictus โ€“ quelle ยซviscera misericordiaeยป, la misericordia di Dio che fa sorgere dallโ€™alto il Sole di Cristo (Lc 1,78).

Anche Marco e Matteo conoscono il verbo e con questo per esempio descrivono la commozione di Gesรน di fronte alla folla che era ยซcome pecore senza pastoreยป (Mc 6,34) o affamata (Mc 8,2). Insomma, la nostra parabola mostra lโ€™infinita passione di Dio per lโ€™uomo. Una volta centrato questi aspetti non si puรฒ per far esaurire qui il nostro testo.

Non dimentichiamo il maggiore. Infatti non dovremmo far passare in secondo piano la ragione per cui, secondo quanto scrive Luca, Gesรน racconta la parabola (insieme alle altre due della misericordia, quella della pecora e della dramma smarrite e poi ritrovate, in Lc 15,4-10). Il motivo รจ detto nellโ€™introduzione: ยซSi avvicinavano a Gesรน tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: โ€œCostui riceve i peccatori e mangia con loroโ€. Allora egli disse questa parabolaโ€ฆยป (Lc 15,1-3). I primi destinatari dellโ€™insegnamento sono coloro che non sono contenti che Gesรน accolga i peccatori: essi sono raffigurati dal figlio maggiore, dispiaciuto che il padre accolga cosรฌ facilmente il fratello e, anzi, si metta a fare festa per lui.

Anche il figlio maggiore sbaglia nelle relazioni. Il figlio minore ha voluto liberarsi del padre, ma nemmeno il primogenito lo considera come tale: รจ per lui un โ€œpadroneโ€, tanto che gli si rivolge dicendo ยซio ti servo da tanti anniยป (v. 29; il verbo douleuo significa proprio โ€œservire come schiavoโ€, cf. Lc 16,13; Gal 4,8-9), addirittura in una condizione inferiore a quella dei โ€œsalariatiโ€ a cui pensa il figlio prodigo (cf. Lc 15,17). Non solo, in quanto figlio, e con lo stesso diritto del minore, il maggiore poteva disporre anchโ€™egli dei beni del padre: ma non lโ€™ha mai fatto, nemmeno per festeggiare con un capretto. Infine, il primogenito non definisce il minore come suo โ€œfratelloโ€, ma come ยซtuo figlioยป (v. 30). Anche verso il fratello non ha centrato il rapporto.

โ€œNon mi hai mai dato un caprettoโ€. Come mai il primogenito non ha mai fatto festa? Dice la parabola che questi ha vissuto sempre con lโ€™attenzione volta a non trasgredire mai alcun comando (v. 29): รจ il tipico atteggiamento del perfetto osservante, ma che spesso indica la superficialitร  relazionale e non lโ€™affetto. ยซDe filio prodigoยป: il titolo dato alla parabola dalla Vulgata. Ma forse potremmo leggerla anche dallโ€™altro punto di vista, quello del figlio rimasto a casa. Se รจ facile identificarsi nel peccatore che torna ed รจ accolto dal padre, quante volte invece i cristiani sono a casa loro ma si sentono ospiti incapaci di far festa?

Fonte